ALEX SCHWAZER, CASO DOPING: LO SFOGO DEL MARCIATORE SUI SOCIAL
C’è delusione nelle parole di Alex Schwazer dopo la notizia della concessione di un campione di urine da parte del giudice di Colonia. Non è positiva per il marciatore, che ha spiegato la differenza tra la provetta A e quella B. Ai Ris di Parma arriverà, infatti, solo un campione della prima, quella non sigillata. «Nelle controanalisi viene utilizzata la provetta B, a nessuno verrebbe di proporre di usare la provetta A che è solo servita per l’esame iniziale», ha scritto Alex Schwazer in un lungo post su Facebook. C’è poi il sospetto che le urine non siano del tutto sue: «C’è una piccola parte estranea al mio corpo che mi ha fatto risultare positivo al controllo del primo gennaio 2016». Per questo insiste sull’analisi per intero di entrambe le provette. Il marciatore non riesce a spiegarsi come la IAAF abbia potuto presentare al giudice tedesco una proposta del genere e come quest’ultimo abbia potuto appoggiarla. Le accuse di Alex Schwazer alla IAAF sono pesanti: «Lo sforzo della IAAF per non consentire all’Autorità Giudiziaria italiana di disporre di tutte e due le provette è andato oltre fino a sconfinare in un grossolano impedimento della mia difesa, come del resto hanno fatto fin dall’inizio». Il marciatore, che ha tirato in ballo la recentissima storia di corruzione che ha toccato i vertici della IAAF, è convinto che ci siano anche dei complici. «Quello che è certo è che io, il mio allenatore e i miei avvocati andremo avanti fino in fondo e chi ha la coscienza sporca non potrà stare tranquillo». Clicca qui per il post integrale di Alex Schwazer.
AI RIS DI PARMA SOLO LA PROVETTA A SENZA GARANZIE
La vicenda sul caso doping che vede coinvolto Alex Schwazer continua ad apparire oltremodo intricata e complessa. Sono trascorsi sette mesi dalla richiesta del Gip di Bolzano Walter Pelino di farsi consegnare da Colonia il campione di urine prelevato il primo gennaio 2016 a Racines. Quel campione poi consegnato in circostanze mai chiarite e che, mesi dopo l’analisi, rivelò una minima quantità di sostanza proibita tale da portare alla sospensione ed alla successiva squalifica di otto anni a carico di Schwazer. Eppure, a differenza di ciò che avrebbe dovuto rappresentare, come spiega Corriere dello Sport nell’edizione online, la concessione del campione delle urine da parte del giudice di Colonia non rappresenterebbe una buona notizia per Pelino né per lo stesso Schwazer. Ai Ris di Parma, infatti, arriverà solo la provetta A, ovvero quella senza garanzie in quanto già aperta ed impiegata per l’esecuzione delle analisi prima di essere richiusa ma non sigillata. Il Tribunale di Bolzano aveva chiesto anche la provetta B, ovvero quella aperta e sigillata in presenza delle parti, ma questa non giungerà da Colonia. Ai Ris, dunque, giungeranno solo 10 millilitri dell’urina di Alex Schwazer contenuti nel campione A. Decisione che, secondo il giudice intervenuto all’agenzia di stampa Ansa, con ogni probabilità “impedirà lo svolgimento della perizia”.
LA DELUSIONE DELLA PROCURA E DI SANDRO DONATI
L’obiettivo dell’analisi sui campioni fortemente richiesti anche tramite una rogatoria internazionale (dopo i numerosi rifiuti), resta quello di fare totale chiarezza sulla presunta presenza di sostanze estranee, come è stato contestato ad Alex Schwazer. Eppure, la decisione di Colonia non è stata affatto presa positivamente dal Tribunale di Bolzano. Il procuratore capo Giancarlo Bramante, in merito ha commentato che “si attenderà la motivazione dell’ordinanza e che, se non sarà possibile procedere con la perizia, si valuterà il da farsi”. A manifestare la sua delusione è anche Sandro Donati, allenatore di Schwazer, che al Corriere dello Sport ha commentato: “Nessun perito accetterebbe mai di fare la controanalisi su una flacone già aperto, come in questo caso per il flacone A. In questa circostanza ci mettono nella condizione di poter agire solo su un campione che non dà certezze, anzi…”. Pelino, infatti, aveva chiesto che ad essere consegnato per le opportune analisi fosse tutto il materiale, compresi i tappi delle provette impiegate. La decisione del Tribunale di Colonia, di contro, andrebbe a rispecchiare quanto aveva già chiesto in passato la Iaaf.