La morte di Stefano Salvatori ha riaperto una brutta ferita nel cuore dei tifosi viola. Una ferita che sembra non doversi mai chiudere visto che su quella squadra che riuscì a qualificarsi per la Coppa Uefa pende un alone di sfortuna che sembra non avere fine. Il sito internet violanews.com, infatti, alza il sipario su un dato che deve far riflettere: con Stefano Salvatori sono 4 gli atleti scomparsi prematuramente. Ad aprire la lunga lista fu il rimpianto Stefano Borgonovo, che prima si ammalò seriamente di SLA e poi morì nel 2013 a 49 anni. Quello fu il primo caso, quello più eclatante ma non fu un fatto isolato. Prima ancora, nel 1996, era stato Enrico Cucchi a morire, stroncato da un tumore fulminante in età ancora più giovane: aveva appena 31 anni e tutta la vita da vivere. A metà tra Stefano Borgonovo ed Enrico Cucchi, nel 2009, ci lasciava anche Paolo Perugi, morto per un sarcoma osseo quando aveva 44 anni. Adesso è stata la volta di Stefano Salvatori, anche se non sono state rese ancora note le cause del suo prematuro decesso; di certo un brutto colpo per quella simpaticissima Fiorentina. (agg. Francesco Agostini)
Stefano Salvatori ha fatto parte del grande Milan che alla fine degli anni Ottanta ha fatto incetta di trofei, facendo parte attivamente della squadra che vinse la Coppa dei Campioni prima e la Supercoppa Europea l’anno successivo, quando il centrocampista aveva poco più di vent’anni. Un talento del calcio italiano che ha avuto comunque uno sviluppo importante anche all’estero. Salvatori ha anche partecipato ad un’altra finale dei rossoneri di Sacchi, persa però a San Siro contro la Juventus allora allenata da Dino Zoff. Salvatori è entrato nei venti minuti finali, rendendosi protagonista di un paio di spunti assolutamente interessanti, a conferma del suo talento. Pregevole in particolare un suo suggerimento per Marco Van Basten, con l’olandese che non riuscì però a tramutare in gol l’assist. Un impatto sulla partita che pose comunque Stefano Salvatori all’attenzione di tutti gli sportivi italiani che stavano seguendo la finalissima di Coppa Italia. (agg. di Fabio Belli)
ANCORA IGNOTE LE CAUSE DELLA MORTE
Il mondo del calcio nazionale ed estero piange oggi la morte prematura di Stefano Salvatori, calciatore e allenatore italiano, scomparso all’età di 49 anni. Ex centrocampista, tra le altre, di Fiorentina, Milan e Heart of Midlothian, è stato proprio quest’ultimo club scozzese ad annunciare la sua morte con un tweet che ha fatto subito il giro del mondo: “Il club è profondamente triste nell’apprendere la morte dell’ex giocatore Stefano Salvatori”. Proprio in Scozia il giocatore fu impegnato per un intero triennio e con la maglia degli Hearts vinse la coppa nazionale nel 1998 in finale contro i Rangers. Come spiega Sky Sport, nell’ultimo periodo della sua vita Stefano si era trasferito in Australia, dove dal 2013 aveva intrapreso la carriera di procuratore. Al momento non si conoscono le cause che avrebbero portato alla morte prematura dell’ex centrocampista il quale nel corso della sua lunga carriera ha avuto modo di indossare diverse maglie facoltose, tra cui quella del Parma e del Milan di Arrigo Sacchi, il club con il quale nella stagione calcistica 1989/1990 si laureò campione d’Europa vincendo contro il Barcellona. Oggi, appresa la notizia, sono in tanti a piangere la scomparsa di Salvatori ed a domandarsi cosa abbia procurato la sua morte all’età di appena 49 anni.
LA SUA CARRIERA
Classe 1967, nato a Roma, Stefano Salvatori iniziò a compiere i suoi primi passi nel mondo del calcio nelle giovanili della Lodigiani, il club dal quale nel 1985 lo prelevò il Milan. Il suo esordio da professionista avvenne nella stagione 1987/88 con la maglia della Virescit Boccaleone, prima delle esperienze più importanti e che segnarono la sua carriera da calciatore. Il debutto nella classe maggiore, in Serie A, avvenne con la Fiorentina prima di tornare ad indossare la maglia rossonera per un biennio, lo stesso con il quale vinse anche la Coppa dei Campioni e la Supercoppa europea. Quindi il ritorno alla Fiorentina per un altro biennio e le ultime esperienze in Italia con Spal e Atalanta prima del suo approdo nel calcio internazionale, nel 1996. Il suo vero successo arrivò proprio indossando la maglia degli Heart of Midlothian sempre nel ruolo di centrocampista. Il ritorno in patria avvenne nel 1999 quando vestì le maglie di Alzano Virescit, Albinoleffe e Legnano, concludendo nel 2012 la sua carriera nelle serie minori. L’esperienza di allenatore a Legnano e Voghera fu brevissima ed interrotta dalla sua partenza in Australia, dove gestiva una scuola di calcio.