È finita la favola del poeta Oscar Tabarez ai Mondiali 2018 che si stanno disputando in Russia. Il suo Uruguay è uscito sconfitto dalla sfida contro la Francia di Didier Deschamps. I transalpini sono andati in vantaggio nel primo tempo grazie a un colpo di testa di Varane, nella ripresa ci ha pensato poi calciando da fuori Antoine Griezmann a raddoppiare, trovando la complicità di Fernando Muslera. L’albiceleste esce dopo aver giocato benissimo fino agli ottavi, senza riuscire ad entrare tra le prime quattro al mondo. Dispiace soprattutto per Tabarez che aveva dimostrato grandissimo attaccamento alla nazionale. Il commissario tecnico si era infatti presentato con le stampelle in panchina per sopperire alla sindrome di Guillain-Barrè che l’ha colpito ormai da due anni. Un uomo di grandissimo cuore che ha dato tanto a questa competizione e che meritava di andare ancora avanti, ma che si è dovuto arrendere di fronte a un avversario troppo più forte. Esce a testa altissima, vedremo poi quale sarà il suo futuro. (agg. di Matteo Fantozzi)
VERSO URUGUAY FRANCIA
Adesso che Uruguay Francia è in corso, leggiamo come Oscar Washington Tabarez aveva presentato alla vigilia questo affascinante quarto di finale dei Mondiali 2018: “Con la Francia abbiamo legami culturali e storici. A scuola ho imparato il francese, il primo gol al Mondiale del 30 (in Uruguay e vinto poi dalla Celeste, ndR) lo segnò un francese (Lucien Laurent, ndr), c’è una sua statua a Montevideo. Il primo titolo internazionale lo vincemmo in Francia (Olimpiadi Parigi 1924 poi bissate nel 1928, ndr). Molte delle strutture dei centri federali che abbiamo organizzato in Uruguay sono ispirati dalla mia visita a Clairefointaine nel 1998”. Anche da questi aspetti si capisce perché Tabarez è il Maestro del calcio uruguaiano, ci ha regalato in questo caso una lezione di storia per entrare in clima partita, resta da capire se tutto questo avrà effetti positivi a Nizhny Novgorod... (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)
PARLA IL MAESTRO
Oscar Washington Tabarez per l’Uruguay è molto di più di un commissario tecnico, ruolo comunque già di primissimo piano in una nazione che ha nella Celeste la maggiore gloria sportiva, oggi attesa dal quarto dei Mondiali 2018 con la Francia: recentemente El Pais, principale quotidiano di Montevideo, ha proposto nelle sue pagine di economia il “Modello Tabarez” teorizzando la possibilità di esportare il tipo di lavoro e di obiettivi realizzati dal ‘Maestro’ con la nazionale uruguaiana, dal 2006 a oggi, in altri settori, nelle aziende e nella gestione delle cose pubbliche. Tabarez era già un’icona, adesso essendo rimasto in panchina nonostante la malattia che lo ha colpito, la Sindrome di Guillain-Barré, è un vero e proprio eroe nazionale. L’Uruguay in Russia ha anche saputo cambiare modo di giocare (più possesso palla, più qualità). La leggendaria “grinta charrua” resta, ma senza eccessi, e oggi la Celeste può vantarsi del suo Fair Play (un solo ammonito in quattro gare). Certo, la sfida con la Francia resta difficilissima e Tabarez lo sa: “C’è una canzone popolare uruguaiana – commenta Tabarez – che dice Nunca favoritos, siempre desde atràs (Mai favoriti, sempre partendo da dietro, ndR). Per noi è così: se riuscissimo a passare sarà meraviglioso, non solo per dove saremo arrivati, ma anche per aver battuto una squadra tanto grande come la Francia”. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)
LA MALATTIA DI TABAREZ
La favola di Oscar Washington Tabarez a questi Mondiali 2018 ha commosso tutto il calcio: lui, 71enne in stampelle e sofferente a bordo campo per la Sindrome di Guillain-Barré. L’allenatore, chiamato ‘Il Maestro’ in Uruguay per la sua esperienza e il suo modo di insegnare il football, è una sorta di guru del calcio sudamericano. Basti pensare che la sua prima esperienza come Commissario Tecnico della Nazionale uruguaiana risale al 1989. Da allora, con alcune esperienze sulle panchine di squadre di club (il Cagliari, col tecnico uruguagio che ha lasciato un segno importante sull’Isola, e anche una breve apparizione nel Milan) a segnare delle pause, la storia fra Tabarez e la ‘Celeste’ è diventata sempre più lunga e importante, fino ad arrivare a questo Mondiale il cui il ‘Maestro’ si è presentato regolarmente in panchina, con la grinta di sempre, nonostante un’importante menomazione fisica.
OSCAR TABAREZ E LE EMOZIONI MONDIALI
Tabarez soffre infatti della Sindrome di Guillain-Barré, malattia neurologica che porta progressivamente alla paralisi degli arti, inferiori e superiori. Malattia che ha portato il ‘Maestro’ ad essere presente in panchina con una stampella a sostegno di una gamba malferma, con la consapevolezza che la sindrome non potrà che peggiorare con l’età. Nonostante questo, è stato emozionante vedere Tabarez ruggire nell’esultanza sul gol che all’ultimo minuto ha permesso al Belgio di battere l’Egitto nel match d’esordio di questo Mondiale. Uruguay che finora ha centrato 4 vittorie su 4, riuscendo a superare tutti gli ostacoli, compreso il Portogallo del 5 volte Pallone d’Oro Cristiano Ronaldo. E ora nei quarti c’è un’altra sfida alla Francia per fare la storia, con l’Uruguay che nel 2010 è già arrivato sotto la guida di Tabarez al quarto posto nella massima rassegna calcistica, perdendo 3-2 la semifinale contro l’Olanda.
L’UOMO DEI RECORD
Godin, Cavani, Suarez e tanti altri campioni sono cresciuti sotto la regia di Tabarez, che ha collezionato numeri da record sulla panchina dell’Uruguay. In tutto, compresa l’ultima vittoria contro il Portogallo, Tabarez ha collezionato ben 125 partite sulla panchina dell’Uruguay, con 61 vittorie, 29 pareggi e 35 sconfitte. E’ al suo quarto Mondiale come commissario tecnico della ‘Celeste’, battuto gli ottavi di finale dall’Italia nel 1990, dall’Olanda in semifinale nel 2010 e dalla Colombia negli ottavi di finale del 2014, passando dunque sempre la prima fase. Fiore all’occhiello, la vittoria nella Coppa America del 2011, col trionfo allo stadio Monumental di Buenos Aires nella finalissima vinta 3-0 contro il Paraguay. Una favola che ora il ‘Maestro’ proverà a portare avanti fino al prossimo appuntamento con la Francia, che potrebbe aprire di nuovo all’Uruguay le porte della storia.