All’indomani della prima giornata di Serie A e dell’esordio ufficiale del Var nel nostro calcio, sono arrivate le parole di Roberto Rosetti che, in quanto responsabile del progetto del Video Assistant Referee, ha commentato – a Radio Uno – l’avvento della nuova tecnologia in Italia. Parole incoraggianti quelle dell’ex arbitro, che ha definito “ottima” l’introduzione del Var: “Ho visto i calciatori più sereni nell’accettare le decisioni e il pubblico in generale mi sembra più tranquillo”. Rosetti ha spiegato quanto sia stato importante parlare con i vari club per spiegare le modalità di utilizzo del Var e ha affermato che il calcio italiano è “all’alba di un nuovo giorno”. Riferimento alle due decisioni cambiate grazie al video, ma anche al modo in cui il Video Assistant Referee ha monitorato e controllato le varie azioni (per esempio a San Siro). Riguardo il caso specifico di Bologna, il responsabile Var ha commentato dicendo che “sapevamo di aver bisogno di una fase di adattamento, bisogna rispettare i tempi perchè questo è un anno zero e dovremo migliorare alcune chiamate”. Il maggiore dubbio, come già Sinisa Mihajlovic ha manifestato domenica, riguarda il tempo di interruzione per andare a visionare il video: “Circa un minuto e mezzo, che è molto importante” ha spiegato Rosetti, ricordando che in alcune occasioni si perde molto più tempo. “Comunque, il tempo effettivo delle partite è inferiore ai 60 minuti secondo i dati dello scorso anno”. (agg. di Claudio Franceschini)
LE PROTESTE DI MIHAJLOVIC
Il debutto del Var è stato tutto sommato positivo, ma il pasticcio di Bologna – gol annullato al Torino per un fuorigioco inesistente sul quale il video non ha potuto rimediare, essendo la rete avvenuta a gioco già fermo – non è passato inosservato. A ruggire dopo la partita è stato soprattutto Sinisa Mihajlovic, uno che non le manda mai a dire: il tecnico del Torino non ha esitato nel commentare l’episodio e mettere sotto accusa il Video Assistant Referee. “Allo stadio hanno visto tutti che è stato Destro a ‘passare’ la palla a Belotti, non Rincon” ha detto ai microfoni di Sky Sport “e nessun giocatore del Bologna si è fermato”. La tesi di Mihajlovic è che se si fosse aspettata la conclusione dell’azione il gol sarebbe stato convalidato. “Ci hanno annullato un gol regolare: non c’è bisogno di capire nulla” ha poi proseguito l’allenatore serbo, che ha anche ricordato come Roberto Rosetti – responsabile del progetto Var – abbia spiegato che in caso di fuorigioco dubbio si debba far proseguire l’azione, così che il Var possa valutare senza problemi. “A cosa serve avere il video altrimenti? Rosetti deve spiegarlo agli arbitri, non a noi”. Poi, il tecnico serbo ha toccato un argomento che rischia di diventare delicato e oggetto di molte discussioni: “L’arbitro ha assegnato tre minuti di recupero, con i cambi e 4 minuti persi per il Var”. Già: in che modo sarà regolamentato il recupero sul tempo impiegato per guardare il video? (agg. di Claudio Franceschini)
LO STRANO CASO DEL RIGORE DI SAN SIRO
Il Var ha debuttato ufficialmente in Serie A e, come d’incanto, gli episodi da moviola sono sensibilmente diminuiti. Tuttavia, è chiaro che un sistema in aggiornamento e ancora in fase sperimentale, per quanto “tecnologico” possa essere, ha ancora bisogno di qualche miglioramento soprattutto perchè comandato dall’uomo. L’esempio? A San Siro, come abbiamo già detto, Paolo Tagliavento non ha avuto il minimo dubbio nel fischiare il calcio di rigore a favore dell’Inter, per il fallo di Davide Astori su Mauro Icardi. Se da un lato la domanda è sul perchè l’arbitro non si sia recato a bordo campo, in prima persona, a rivedere le immagini – questo potrebbe essere un caso di fiducia reciproca senza fronzoli – dall’altro appare poco chiaro il motivo per cui il Var sia entrato in funzione quando Icardi era già sul dischetto, pronto a battere e con tutti gli altri giocatori al di fuori dell’area di rigore. Una pausa che avrebbe potuto incidere sulla concentrazione dell’attaccante argentino (ma anche del portiere Marco Sportiello); la stessa cosa non si era verificata in Juventus-Cagliari, perchè Fabio Maresca in meno di un minuto aveva verificato il contatto tra Alex Sandro e Duje Cop, assegnando giustamente il rigore. Insomma: un sistema che aiuta il Var, ma certamente ancora perfettibile. (agg. di Claudio Franceschini)
DOPPIO CASO IN BOLOGNA-TORINO
Altro campo sul quale si è parlato molto di Var è stato quello dello stadio Dall’Ara, dove in Bologna-Torino prima c’è stato un guasto che ha messo fuori causa la tecnologia per circa un quarto d’ora, poi c’è stato un episodio da moviola che farà discutere. Infatti è stato annullato per fuorigioco al Torino un gol che poi si è scoperto essere regolare, perché Belotti – in posizione teoricamente irregolare – aveva ricevuto palla da un avversario prima di servire Berenguer: il problema è che l’arbitro Massa aveva già fischiato, avendo visto la bandierina alzata da parte del guardalinee. Di conseguenza il gioco era già fermo al momento del tiro e quindi naturalmente il gol non ha potuto essere convalidato; la soluzione in questi casi potrebbe essere lasciar proseguire il gioco fino al termine dell’azione, per poi prendere una decisione a gioco fermo. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)
DUE EPISODI DUBBI IN INTER-FIORENTINA
Il Var migliora l’arbitraggio, ma non mancano comunque le polemiche. Del resto servirà tempo per abituarsi all’ausilio della videoassistenza. Un sistema del quale evidentemente si fida ciecamente Tagliavento, che ha fischiato al 4′ il calcio di rigore per l’Inter. L’arbitro non ha avuto nessun dubbio in merito all’intervento scomposto di Astori ai danni di Icardi, che era lanciato a rete, ma è stato forse questo il “problema”: ha fatto il gesto del monitor per segnalare che il Var ha confermato la sua decisione, ma non si è recato a bordo campo per rivedere le immagini. Evidentemente si è fidato del parere dei due colleghi, oltre che della sua visuale in tempo reale. E così Icardi ha potuto sbloccare la partita per i nerazzurri. Un altro episodio da Var al 41′ per un presunto fallo di Miranda su Simeone: incerto nell’assegnazione, viene aiutato dalla tecnologia che non intravede gli estremi per il rigore, ma a differenza dei suoi colleghi resta in campo, anziché recarsi fuori per visionare le immagini.
NETTO IL RIGORE IN CROTONE-MILAN
Ancor più netto è però il rigore assegnato al Milan nel match contro il Crotone: l’arbitro Mariani ha fischiato il penalty a favore dei rossoneri per un fallo in area di Ceccherini su Cutrone, poi ha chiesto l’aiuto delle immagini per rivedere personalmente l’azione. A quel punto ha confermato il tiro dal dischetto, aggiungendo l’espulsione diretta per il giocatore del Crotone. Poi Kessiè ha trasformato in rete il rigore. In questo caso dunque il Var è servito a trasformare quello che era inizialmente un cartellino giallo in uno rosso. Insomma, le milanesi possono sorridere: hanno sbloccato le proprie partite proprio grazie al Var.