Il velocista britannico Mark Cavendish ha vinto la dodicesima tappa del Giro d’Italia 2013, la Longarone-Treviso di 134 km. Terza volata di gruppo in questa Corsa Rosa e terzo successo per lo sprinter della Omega Pharma-Quick Step, indiscutibilmente il più forte in volata. Secondo il francese Nacer Bouhanni, che ha pure avuto un contatto spalla contro spalla con Sacha Modolo, ma nessuno ha potuto contrastare la nettissima superiorità di Cannonball, che ha ottenuto così la vittoria numero 100 della sua carriera.La tappa però verrà ricordata soprattutto per la crisi di Bradley Wiggins, che si è staccato dal gruppo dei migliori pur in una tappa quasi completamente pianeggiante, pagando caro le sue precarie condizioni fisiche: ormai il capitano del Team Sky (che comunque lo ha aspettato e aiutato per quanto possibile) è il colombiano Rigoberto Uran, mentre per la maglia rosa di Vincenzo Nibali si tratta di un pericoloso avversario in meno nella corsa al successo finale.
La frazione odierna è stata caratterizzata dalla pioggia battente fin dalla partenza, e dalla lunga fuga da lontano di cinque uomini, cioè gli italiani Fabio Felline e Marco Marcato, il russo Maxim Belkov (vincitore della tappa di Firenze e di nuovo all’attacco), l’olandese Maurits Lammertink e il belga Bert De Backer. Per loro si tratterà di una vera e propria beffa, dal momento che sono stati raggiunti a meno di un chilometro dall’arrivo, quando ormai la volata era stata lanciata. Insomma, avrebbe potuto essere la classica frazione in cui nelle prime fasi della corsa va via una fuga, e poi le squadre dei velocisti lavorano per riprenderli e preparare la volata. Così in effetti sarebbe stato, con la volata finale piuttosto caotica anche a causa della pioggia – fortunatamente i tempi sono stati neutralizzati ai 3 km dall’arrivo e non è successo niente di spiacevole – se non fosse che tra le vittime del piccolo Gpm di quarta categoria di Santa Maria della Vittoria c’è stato anche Wiggins. Una salita fra le più insignificanti di tutto il Giro, ma con una infezione polmonare (questa dovrebbe essere la diagnosi per Sir Bradley) tutto diventa più difficile.
Aggiungiamoci la sua ormai ben nota prudenza nella discesa sul bagnato, e ben presto si è capito che Wiggins non sarebbe più rientrato. Destino diametralmente opposto per i due campioni più affermati del ciclismo britannico: il giorno del centesimo successo in carriera di Cavendish coincide con l’addio di Wiggins alle ambizioni di successo finale.
(Mauro Mantegazza)