La sfida dell’Adriatico tra Pescara e Padova termina sul risultato di 1-1. Se chi pregustava la scorpacciata di gol è rimasto deluso, può uscire soddisfatto chi si aspettava una partita da grandi. L’esiguità di punteggio ben testimonia la maturità raggiunta dalle due squadre, affrontatesi con la saggezza di chi, nel delicato scontro diretto, sta attento anzitutto a non scoprire il fianco. Anche il Pescara, pur senza soffocare il proprio impeto aggressivo, ha usato prudenza, allargando notevolmente le ali del tridente a sostegno del terzetto di centrocampo ed affidando l’occupazione dell’area al solo Immobile. Il consueto incendio offensivo è così sfumato in fiammate più sporadiche, attizzatesi maggiormente ad inizio ripresa in concomitanza del vantaggio griffato Insigne. Di contro, il Padova è partito forte tamponando la temibile onda pescarese con un pressing forsennato; sforzo fisico che i veneti hanno pagato nel prosieguo di un match giocatosi per lo più nella tovaglia centrale del campo, con le squadre assiepate nelle zolle di mediane. Il povero Cacia è così cascato come un topo nella puntuale trappola off-side avversaria, la stessa che ha costretto Cutolo a fare amicizia coi guardalinee e Dramè a reinventarsi interno di spinta. Subita la sfuriata dei Delfini culminata nel gol subito, i padovani hanno gonfiato uno pseudo-forcing sul debole picchetto di rilanci casuali verso l’area, spesso sterilizzati dall’attento pacchetto arretrato abruzzese. Non a caso, il fortunoso gol del pareggio è nato in seno all’unico abbozzo d’assalto palla a terra. D’altra parte Dal Canto non farà certo lo schizzinoso stasera: tutto considerato (assenze, rischi, gollonzo), il punto è di quelli d’oro. Pareggino che, come spesso succede tra grandi, fa felice il terzo incomodo: nel posticipo il Torino potrà incrementare il vantaggio solitario, nella non proibitiva sfida casalinga col Bari di Torrente. In attesa di domani, la classifica incornicia i 33 punti dei granata al comando, col Pescara che sale a 29 incalzato dai 28 del Padova. Tra le due litiganti di stasera, il Sassuolo, che sarà impegnato a Gubbio.
Primi 45 minuti di preliminari senza però l’amplesso del gol. Dopo un primo momento quarto d’ora di studio, in cui il buon pressing del Padova abortisce i tentativi pescaresi, le squadre si spezzettano aprendo spazi alle emozioni. La sequenza si apre al 15’, quando Immobile testa i riflessi di Perin con un destro da fuori, facilmente bloccato. Quattro minuti dopo, al 19’, il pokèmon Insigne tenta con l’attacco arcobaleno: il destro dal limite accarezza il legno mancino della porta padovana. Il vero miracolo lo compie giaguaro Anania al 22’: Legati scappa a destra, sul cross basso la deviazione da uno sputo di Cutolo incontra il volo disperato del portiere. Sul capovolgimento di fronte, Immobile chiama Perin al volo d’angelo con un altro destro dal limite, che mette i titoli di coda al thrilling dei minuti 22 e 23. Un ulteriore spezzone più tattico precede un altro lampo, al 38’: Sansovini attraversa l’aria con un morbido lancio da destra, sul secondo palo Cascione spizza dentro, ma Insigne da due passi mette fuori. Un dubbio contatto tra Gessa e Dramè consumatosi in area padovana offre spunti di chiacchiere nel thè dell’intervallo.
Sospinto dal pubblico,il Pescara parte più forte, sfruttando costantemente le corsie solcate dal galoppo di Zanon e soprattutto Balzano a sinistra. Proprio quest’ultimo al 5’ traccia da sinistra una cross che Sansovini sbatte a lato di pochissimo, dopo la spizzata di Gessa. Nei dieci successivi invece l’affamato Immobile aggiusta il mirino: il primo destro s’addormenta sul fondo (7’), il secondo s’infrange sul palo con Perin già pronto all’armistizio (12’). Sono le classiche prove generali: al 17’Gessa scopre un’autostrada sul lato destro e la percorre scalando le marce. Il cross è perfetto per Insigne che di rapina centra il meritato vantaggio. Che il match sia sentito lo si desume anche da ciò che succede dopo: Zeman chiude le giostre infoltendo il centrocampo con gli innesti di Soddimo e Verratti (per Sansovini ed Immobile). Mossa che peraltro sembra pagare a fronte di un Padova stanco ed incapace d’intessere trame convincenti. Nello sterile assedio finale i veneti s’aggrappano alla dea bendata, che sporca la timida conclusione di Trevisan (già entrato per necessità e non per scelta) dirottandola alle spalle di un’incolpevole Anania, a tempo scaduto (47’). Mente Da Canto sfoga il sollievo, Zeman sfoglia il dossier dei rammarichi; d’altra parte il pareggio rende merito al buon lavoro di entrambe le squadre, giustificandone la nobiltà di graduatoria.
Il tabellino
Reti: 16’st Insigne (Pe), 47’st Trevisan ( Pa).
Pescara (4-3-3): Anania; Zanon, Romagnoli, Brosco, Balzano; Gessa, Togni, Cascione; Sansovini (22’st Soddimo, 45’st Konè), Immobile (32’st Verratti), Insigne (Cattenari, Petterini, Nicco, Maniero). All.Zeman.
Padova (4-3-3): Perin; Legati, Schiavi, Franco (27’st Trevisan), Renzetti; Bovo (23’st Osuji), Italiano, Marcolini (35’st Ruopolo); Cutolo, Cacia, Dramè (Cano, Cuffa, Milanetto, Hallenius). All.Dal Canto.
Arbitro: Massa di Imperia
Ammoniti: Zanon e Immobile (Pe) per gioco scorretto, Italiano (Pa) per gioco scorretto, Schiavi (Pa) per proteste.
Espulsi: nessuno.
Le pagelle
Pescara
I dettami zemaniani lo vogliono libero, stabilmente al confine dell’area di rigore. Pur giocando più con in piedi risulta decisivo, reinventandosi Tarzan sul tap-in di Cutolo.
Sulle reti di destra arriva puntuale come il telegiornale, pur alternando la qualità dei servizi.
Aperitivo coi guardalinee osservando Cacia bisticciare con sé stesso.
Guida la truppa nella off-side mission: operazione compiuta con successo.
Srotola le consuete volate sul binario mancino, insaporite da cross spesso stuzzicanti. Il solito Balzano insomma. Come? Aveva la febbre? Mezzo punto in più.
Si butta in Harley Davidson sulla superstrada gentilmente aperta dal cantiere difensivo padovano. Giunto al casello, paga con l’assist.
Brasiliano atipico: bianco, capellone, ragioniere. La sua salsa ragionata intervalla gli strappi di break-dance facendo rifiatare i ragazzi.
Si sacrifica allargandosi molto a sinistra ed emergendo alla distanza, dopo un primo tempo un po’ anonimo.
Confinato per scelta nelle trincee di fascia destra offre molto movimento alla manovra, senza farsi sedurre dalle sirene d’area 27’st SODDIMO 5,5 Punta di…sufficienza: entra in campo un po’ troppo soft e viene punito dalla sorte 45’st KONE’ s.v.
Gigolò del gol dal ciuffo biondo, cerca disperatamente la goduria perduta peccando d’egoismo. Ma si conferma self-made bomber: costruendo da solo arriva sino al palo 32’st VERRATTI 6 Tecnica e fiato a difesa del vantaggio.
Dal pacchetto di dolciumi estrae zuccherini di dribbling e la facile merendina del vantaggio. Tra un’estrazione e l’altra però fruga un po’ troppo.
All.ZEMAN 6,5 Conscio dell’importanza della sfida lo vediamo abbottonarsi dopo il vantaggio. Il gol subito lo punisce oltremodo, considerando anche il fatto che per una volta aveva organizzato perfettamente la difesa.
Padova
Trasmette sicurezza amministrando il salvabile.
Sbuffando e sferragliando percorre diverse yards insidiando anche la meta avversaria.
Se Immobile non trova il è anche merito suo.
Più impacciato del collega rimedia come può prima di arrendersi all’infortunio 27’st TREVISAN 6,5 Non doveva entrare, decide il risultato. Non ci dica che voleva segnare però…
A lungo andare centellina le folate offensive aiutando la difesa.
Opaco, si vede poco 23’st OSUJI 6,5 Innesto positivo: immette fosforo rivitalizzando il centrocampo,.
Orologio che scandisce i ritmi della squadra: partenza sprint a tutto pressing, prosieguo in affanno.
Il centrocampo a tre pare andargli stretto: un cervello centralizzato come il suo non può essere sacrificato agli inserimenti laterali dell’interno 35’st RUOPOLO 6 Giusto perché dà il la all’azione del pareggio.
Inizio coi brillantini, poi sfuma in un vortice di movimento infruttifero.
Celo, celo, celo, celo…colleziona fuorigiochi come figurine, trovando anche i doppioni. Serata storta.
Spaventato dalla difesa ascellare pescarese, fugge all’indietro provando a rendersi utile a metacampo ma facendo solo casino.
All.DAL CANTO 6 La fortuna ne premia il coraggio più che il gioco. A Pescara dopotutto è dura per tutti.
Arbitro MASSA di Imperia 6 Pur se a fatica la gara non gli sfugge mai del tutto.
(Carlo Necchi)