Il ritiro di Bradley Wiggins è certamente stata la notizia del giorno al Giro d’Italia 2013. Un’infezione polmonare ha bloccato il corridore britannico, che al via della Corsa Rosa era attesissimo in quanto vincitore del Tour 2012. Per Sir Bradley questo Giro è stato pieno di problemi, dalle cadute (Serra San Bruno e Pescara) ai problemi meccanici nella crono di Saltara, fino al k.o. sotto il diluvio della tappa di ieri a Treviso. Eppure, intervistato in esclusiva da Sky Sport 24, il corridore del Team Sky ha ribadito il suo amore per il Giro. Per prima cosa Wiggins ha spiegato le motivazioni del suo ritiro: “E’ qualcosa che non puoi controllare, quindi fa davvero rabbia fermarsi in questo modo perché siamo venuti qui per fare molto di più. Ma la vita va avanti. Questa mattina il dottore ha detto: ‘Ora basta!’. Non ho dormito molto la notte passata, ieri è stata una giornata terribile e oggi sarebbe stata una tappa molto lunga. La questione è: ‘Per quanto tempo avrei potuto combattere ancora e per cosa, visto che la classifica generale ormai è andata?’. È dura essere al Giro e rimanere solo un numero, quando tutti quanti intorno a te si aspettano ben altro. Non è la prima volta che ho questo tipo di problemi alle vie respiratorie, diciamo che dopo la vittoria al Tour non mi era più successo. Ora è chiaro che essendo un personaggio famoso tutti lo sanno, ma ci sono altri corridori nel gruppo che non stanno bene. Ma come vincitore del Tour non puoi nasconderti e far finta di nulla. E con le tappe che ci sono nei prossimi giorni era irrealistico pensare di tornare in piena forma. Il Team ha preso la decisione, ora devo guarire e solo nei prossimi giorni potrò programmare il futuro. E’ stato difficile ieri trovarmi a non riuscire a stare a ruota degli altri nei tratti di pianura o su semplici salite, non ci sono abituato. Perdere il gruppo non è da me, ma questo è stato un segnale che qualcosa non girava. Non puoi nasconderti da queste cose e se ieri ho perso la ruota sul piatto è impensabile competere con i migliori, devi essere al top per combattere con gente come Nibali ed Evans“. Poi arriva l’elogio:
“Il Giro è la gara più difficile del mondo. Ci sono così tante sfide tutti i giorni, anche in una tappa come quella di ieri con 130 km di pianura il tempo è stato protagonista. Ma è così, il Giro è difficile, ho un grande rispetto per questa gara. Per quanto è dura, per la sfida che rappresenta. Io continuo ad amarlo proprio per questo e, nonostante tutto, ho anche dei bei ricordi. La gente mi ha accolto splendidamente e questo francamente non me lo aspettavo. No, probabilmente non guarderò la gara in tv da casa. Devo staccare completamente per un paio di giorni, solo così posso pensare al futuro. Mi piacerebbe tornare l’anno prossimo, anche se non dovessi poter competere al più alto livello, al Giro ci voglio tornare proprio perché è così duro, è bello farne parte. Credo che la decisone di fermarmi sia stata presa proprio per essere al 100% per il Tour. Se avessi continuato il Giro, avrei peggiorato la situazione e avrei avuto bisogno di più tempo per recuperare. Il team allora ha scelto di fermarmi proprio per poter essere in forma al Tour”. Una cosa è certa: Wiggins sta più simpatico ora rispetto all’anno scorso, quando era il ‘computer’ perfetto che ha dominato il Tour apparentemente senza fare fatica, e con pochissime emozioni. Alla prossima.