Torna in pista. A 58 anni compiuti da quasi due mesi la ceca, naturalizzata americana, è diventata ufficialmente coach di Agnieszka Radwanska (affiancherà Tomasz Wiktorowski) . Sono felice di annunciare Martina come nuovo membro del mio staff ha annunciato la tennista polacca su Twitter; Sarà divertente ha risposto la Navratilova. In effetti non vediamo lora; Martina Navratilova è forse, parere di molti, la miglior giocatrice di tennis nella storia. Di sicuro cè che ha vinto 167 tornei (un record assoluto e difficilmente battibile) di cui 59 titoli dello Slam (18 in singolare), ha raggiunto la prima posizione mondiale sia nel singolare che nel doppio ed è stata in vetta alle classifiche rispettivamente 332 e 237 settimane. Negli anni Ottanta ha dato vita a una fantastica rivalità con Chris Evert, ha dominato il tennis femminile come poche altre hanno fatto, è stata una delle figure più influenti di questo sport. Non è la prima ex campionessa a cimentarsi dallaltra parte del guado; Martina Hingis ha lavorato con Anastasia Pavlyuchenkova, Amelie Mauresmo è stata recentemente assunta da Andy Murray e, se guardiamo agli uomini che dominavano in campo, cè solo limbarazzo della scelta tra Boris Becker (Djokovic), Stefan Edberg (Federer), Michael Chang (Nishikori), Goran Ivanisevic (Cilic), Ivan Lendl (Murray, fino a pochi mesi fa) e per un certo periodo Jimmy Connors, che ha allenato Andy Roddick e Maria Sharapova (ma con la russa è durata pochissimo). A livello tecnico il binomio Radwanska-Navratilova può funzionare: la polacca di 25 anni è riconosciuta come una delle più tecniche e talentuose giocatrici del circuito WTA, ha vinto 14 titoli ma non è mai stata numero 1 del mondo (si è fermata in seconda posizione un paio di anni fa) e soprattutto non ha ancora vinto uno Slam, dovendosi accontentare di raggiungere la finale a Wimbledon. Vedendola giocare si ha limpressione che si muova come una scacchiera, calcolando ogni mossa e studiando le avversarie esponendone i limiti. Quando era più giovane la chiamavano la futura Hingis, ma rispetto alla svizzera le è sempre mancata qualcosa per arrivare davvero a dominare. Ora cè la Navratilova: una giocatrice che ha posto fine al regno incontrastato della Evert con la potenza dei colpi e una strategia offensiva con la quale attaccava costantemente la rete non dando respiro allavversaria che dalla riga di fondo avrebbe potuto palleggiare per giorni senza stancarsi mai e soprattutto senza sbagliare mai. Quello che manca ad Aga: potenza e offensiva. Perchè funzioni ci vorrà tempo; difficile che già nei tornei di apertura di stagione (Sydney e Auckland dove la Radwanska ha trionfato nel 2013, e gli Australian Open) si veda già del tutto la mano di Martina. Con il passare del tempo invece dovremo tenere docchio questo binomio; la Navratilova è abituata a vincere e dominare, non sia mai che si tiri indietro anche se è seduta in un box invece di attaccare la rete.
(Claudio Franceschini)