E’ ancora Nadal-Federer, capitolo trentesimo di una delle più grandi rivalità nella storia del tennis. E’ la finale del torneo ATP degli Internazionali d’Italia: siamo a Roma, al Foro Italico, il campo è naturalmente il centrale e si gioca sulla terra rossa. Dunque, il favorito è lo spagnolo, che su questa superficie ha costruito le sue fortune e si è preso non solo sette volte in nove partecipazioni il Roland Garros, ma anche otto volte Montecarlo (consecutive) e altre otto volte Barcellona. In più, sei volte Roma: è il giocatore che nella capitale d’Italia ha vinto di più. Come dicevamo, i precedenti tra i due sono 29: Nadal conduce anche piuttosto nettamente, con un 19-10 eloquente, non solo sulla terra (ad esempio, i due hanno giocato l’ultima volta ai quarti di finale di Indian Wells: entrambi non stavano bene, ma Rafa ha vinto senza troppo sudare). Se ci limitiamo alla terra il bilancio diventa imbarazzante: 12-2 per lo spagnolo, con Federer che ha vinto solo nel 2007 ad Amburgo (che una volta si giocava al posto del Master 1000 di Madrid) e per l’appunto nella capitale spagnola, nella finale del 2009. A proposito: dei 29 precedenti, ben 19 sono finali, segno che questi due giocatori hanno dominato negli ultimi anni. Anche qui Nadal è in vantaggio: 13 vittorie e 6 sconfitte. Possiamo dirlo senza paura di sbagliare: Rafa è la nemesi di Roger, che da quando lo spagnolo è comparso sulla scena (ha cinque anni in meno dello svizzero) ha come accusato il colpo di trovarsi di fronte un giocatore che con uno stile diverso dal suo ma altrettanto efficace lo metteva in difficoltà e gli rimandava di là quasi tutte le palline. La svolta, se possiamo parlare di un punto di non ritorno, è avvenuta nella finale di Wimbledon del 2008: Federer aveva vinto cinque volte consecutive i Championships e cercava il record assoluto di sei trionfi in fila. L’anno prima aveva battuto lo stesso Nadal in una partita epica conclusa al quinto set: quella volta invece andò subito sotto di due set, recuperò anche grazie a una salvifica interruzione per pioggia ma non riuscì poi a completare l’opera, perdendo 9-7 al quinto set. Federer la prese malissimo, e da allora molte cose cambiarono, non solo il fatto che Nadal si prese la prima posizione nel ranking ATP: dopo quella partita, definita subito come la migliore della storia, Nadal ha vinto 7 partite contro 4 dello svizzero negli scontri diretti, ma al di là dei numeri psicologicamente lo svizzero ha poi sempre dimostrato di soffrire l’avversario. Con il quale comunque c’è tantissimo rispetto: non saranno esattamente amici, ma tra i due c’è un rapporto di enorme stima come ci può essere tra due campionissimi. La loro rivalità sportiva è diventata così famosa e leggendaria che una volta si organizzò addirittura un’esibizione con un campo diviso a metà tra terra ed erba, per decidere una volta per tutte (in maniera simbolica comunque) chi dei due fosse in assoluto il migliore. E domani? Sulla carta Nadal è favorito come abbiamo detto, ma è rientrato da poco ed è forse solo all’80% del suo potenziale. La superficie del campo lo aiuta a ridurre il margine rispetto al suo top, ma Federer è più in forma rispetto a qualche mese fa, si è riposato e sembra brillante pur al netto di un calendario sicuramente meno impegnativo.
Da quando è rientrato nel circuito dopo l’infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi dallo scorso giugno, Rafa Nadal ha perso solo due partite, entrambe in finale. La più “dolorosa” è stata quella di Montecarlo, perchè al di là della sconfitta in due set contro Novak Djokovic lo spagnolo ha perso il torneo dopo otto anni consecutivi di dominio. Per il resto sono arrivate le vittorie a San Paolo, Indian Wells, Barcellona e Madrid: un rientro in grande spolvero, anche se come detto l’attuale numero 5 del ranking ATP non è ancora al meglio. Sono due gli anni in cui Nadal ha chiuso in testa all’ATP: 2008 e 2010. Per cinque stagioni consecutive ha finito nella top 5, e ha vinto 54 tornei tra cui 11 Slam: 7 volte il Roland Garros (record), due volte Wimbledon, una volta gli US Open e gli Australian Open. Compirà 27 anni il mese prossimo: ci sono tutte le premesse perchè possa addirittura raggiungere e superare il record di Roger Federer. Il record di tornei vinti risale al 2005 quando, ancora 19enne, ne portò a casa addirittura 11, un’impresa quasi ripetuta nel 2008 con 8, stagione nella quale ha vinto anche le Olimpiadi di Pechino. In questo torneo ha faticato in due partite: contro Fabio Fognini è rimasto in campo appena un’ora perdendo il servizio in una sola occasione, poi ha dovuto rimettere in piedi una partita nata male contro Ernests Gulbis (1-6 il clamoroso primo set) e nel derby spagnolo contro David Ferrer ha concesso il secondo parziale all’avversario, dominandolo però in chiusura. Contro Tomas Berdych nessun problema: break chirurgici quando serviva, e via in finale. Può vincere a Roma il settimo titolo in otto finali disputate (ha perso nel 2011 da Djokovic): sarebbe un bis dopo quello dello scorso anno. Roger Federer questo torneo non lo ha mai vinto: in due occasioni ha raggiunto la finale, ma è stato battuto nel 2003 da Felix Mantilla e nel 2006 nello stesso Nadal, in una partita epica con tre tie break (si giocava ancora sulla distanza dei cinque set). Sono 17 gli Slam vinti da Federer, record assoluto: i 7 Wimbledon eguagliano il primato di Pete Sampras, ma lui ne ha messi in fila cinque tra il 2003 e il 2007, come Bjorn Borg. 76 titoli in carriera, ma dopo aver vinto Wimbledon nel 2009 ha accusato anche lui il passare degli anni: due soli Slam vinto tra i 14 disponibili (gli Australian Open nel 2010 e i Championships nel 2012), anche se poi ha conquistato per due volte il Master di fine stagione (raggiungendo la finale lo scorso anno, battuto da Djokovic). Il 2013 non è iniziato benissimo: Federer ha fatto i quarti di finale a Indian Wells dove Nadal lo ha nettamente battuto, poi si è ripresentato dopo una pausa di sei settimane a Madrid ed è stato eliminato agli ottavi da Kei Nishikori. A Roma sembra più in forma: non ha dovuto confrontarsi con avversari difficili, anche se Gilles Simon poteva rappresentare comunque un problema. Alla fine, dopo aver demolito il francese e ancor prima il nostro Potito Starace, lo svizzero ha battuto anche un potenziale futuro dominatore come Jerzy Janowicz, giocando benissimo in servizio e risposta come forse mai aveva fatto. In semifinale, contro l’outsider Benoit Paire, è stato costretto al tie break del primo set ma poi ha vinto di slancio. Il capitolo trenta della rivalità tra Rafa Nadal e Roger Federer è pronto: un dualismo che ha diviso appassionati e tifosi, come era stato ai tempi per Bjorn Borg e John McEnroe e per Pete Sampras e Andre Agassi. Siamo in territorio Nadal, ma Federer ha la classe dei grandi campioni e potrebbe anche giocare lo scherzetto allo spagnolo. Come andrà a finire? Lo vedremo: la finale degli Internazionali d’Italia, al Foro Italico di Roma, sta per cominciare…
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