Nella storia del calcio era già successo altre volte. Squadre senza grandi ambizioni che lasciano il campo agli avversari alla ricerca di un traguardo. Fin qui nessuno scandalo, ma un certo imbarazzo. Non vorrei essere nei panni di un allenatore navigato come Reja (ieri in tribuna), che ha visto i suoi fare una sorta di amichevole. La cultura sportiva non si cambia dall’oggi al domani, serve tempo e pazienza. Non dimentichiamoci e non facciamo finta di non vedere che queste situazioni si ripetono anche nei campetti di provincia o nei tornei estivi, non a caso la Federazione per evitare il proliferare di questi atteggiamenti ha istituito lo strumento dei play off e dei play out. E’ arrivato il momento anche in Italia? Magari si potrebbe ipotizzare una sorta di finale tra la prima e la seconda classificata o uno spareggio tra la terzultima e la quartultima quando il margine di punti è inferiore a tre.
Difficile che il Palazzo possa portare avanti questa proposta. L’altra soluzione, più immediata, è la scelta della contemporaneità delle gare. Sapendo il risultato di Atalanta-Bologna, la Lazio ha potuto scegliere di adottare la strategia dell’amichevole. Quel che più deve preoccupare della serata romana è che alcuni giocatori (quelli della Lazio) si sono rifiutati di giocare per paura. Sì, per paura delle contestazioni dei propri tifosi. Una squadra (non è la sola) in balia di una tifoseria.
(Luciano Zanardini)