Il quarto scudetto consecutivo dell’Inter era quasi scontato, forse anche per questo intorno ai nerazzurri non si spreca grande entusiasmo. In serie A i nerazzurri, come conferma in questa intervista esclusiva a il sussidiario.net Evaristo Beccalossi (ex stella dell’Inter e oggi opinionista sportivo per TeleLombardia), si sono dimostrati i più forti. “Becca” non cade nella trappola del confronto tra Mourinho e Mancini, tranquillizza i tifosi sul futuro di Ibrahimovic e fa i complimenti alla società per il lavoro di squadra. Infine individua la necessità di 2/3 innesti per competere a livello europeo con il Barcellona e con il Manchester.
L’Inter ha conquistato il quarto scudetto consecutivo. Quali sono stati i pregi e i difetti della squadra?
Ancora con i difetti… Parliamo dei pregi.
Va bene, parliamo dei pregi…
Abbiamo dato continuità alla situazione positiva degli ultimi anni. L’obiettivo era quello di essere protagonisti in campionato e in Europa: in campionato abbiamo vinto, in Europa potevamo fare di più.
Durante l’anno ha tenuto banco il parallelo fra Mancini e Mourinho…
I giocatori determinanti (a parte Santon e Muntari) sono gli stessi. Entrambi hanno vinto, chi l’ha convinta di più? Non mi piace fare confronti per alimentare polemiche. Mancini ha fatto tanto e ha vinto con un grande lavoro. Mourinho al primo anno ha vinto. Anche quest’anno era tutto sotto controllo. Sono due grandi allenatori e sono contento di avere avuto prima Mancini e oggi Mourinho. In Italia l’Inter ha dimostrato in questi anni di essere la più forte.
Una parola sugli avversari: si aspettava qualcosa di più?
Gli allenatori di Milan e Juve sono finiti sulla graticola… All’inizio dell’anno tutti davano come favorita l’Inter, alle sue spalle il Milan e poi la Roma. La Juve – secondo i pronostici – si doveva giocare il quarto posto con la Fiorentina. Secondo me i bianconeri hanno fatto un campionato molto positivo, merito anche di Ranieri. Il Milan ha reagito bene nell’ultima parte, ma non dimentichiamoci che è stato anche – se non sbaglio – a 14 lunghezze dall’Inter: un po’ troppo per una squadra all’altezza del Milan. Credo, comunque, che i due allenatori non abbiano grosse responsabilità.
Ieri sera anche il Barcellona e il Manchester hanno vinto i loro rispettivi campionati. Secondo lei manca qualcosa all’Inter per competere in campo europeo con questi club?
Possiamo giocare alla pari grazie a 2/3 innesti, magari sostituendo quei giocatori che per motivi anagrafici non possono più dare il loro pieno contributo. Sarà importante togliere la tensione in Champions: non va bene arrivare all’appuntamento più importante sotto pressione.
E Ibrahimovic? Le dichiarazioni del procuratore dello svedese devono preoccupare i tifosi?
Non credo né alla questione economica né alla sua voglia di andare via. Ibra si trova bene a Milano e sa che l’Inter è una società seria, che paga i suoi giocatori. Non dimentichiamoci che ha un ingaggio importante. E’ uno dei più pagati al mondo: Cristiano Ronaldo arriva agli 8 milioni di euro, mentre Messi si aggira sui 7,5 milioni di euro. Non penso che sull’ingaggio altre società possano competere con l’Inter. E’ chiaro, però, che se (sempre in un’ipotesi di fantamercato) dovesse arrivare una mega offerta, la società potrebbe anche pensarci. Come è successo con i 110 milioni di euro offerti dal Manchester City per Kakà.
E’ arrivato il quarto scudetto nella gestione Moratti. Dove è migliorato secondo lei il presidente rispetto alle prime delusioni?
C’è stato un lavoro tra la società, Oriali e Branca. Si è verificata una sintonia. Con la programmazione poi sono arrivati anche i risultati. Certo adesso servono 2/3 innesti.
(Luciano Zanardini)