NAZIONALE DI CARLO ESCLUSIVA – Forse, se quei due fossero rimasti alla Sampdoria, Mimmo Di Carlo sarebbe ancora seduto sulla panchina doriana. L’ex tecnico blucerchiato non lo dice, ma è il pensiero un po’ di tutti. Con Pazzini e Cassano là davanti, la Samp non sarebbe invischiata nella lotta salvezza. E il cambio di allenatore, con l’arrivo di Cavasin, non si sarebbe reso necessario. Pazienza. A Di Carlo e a tutti gli italiani non resta che godersi la coppia in Nazionale. Contro la Slovenia i due, pur non incantando, hanno dimostrato come il feeling sia rimasto quello di un tempo. Lo stesso che ha portato la Sampdoria in Champions League e che fino a novembre la faceva navigare in acque più che tranquille. Ora per entrambi Genova è un ricordo del passato.
E pure per Di Carlo, esonerato lo scorso 7 marzo dopo la debacle casalinga con il Cesena. Il tecnico di Cassino non parla volentieri della sua ultima squadra. Troppo fresca la ferita per non fare ancora un po’ male. Ma quando il discorso va su Pazzini e Cassano, tornati a giocare insieme grazie all’Italia di Prandelli, non può esimersi dal commentare: “Che bello rivederli insieme – dice Di Carlo nell’anticipazione dell’intervista che uscirà domani mattina su “ilsussidiario.net” -. Mi ha fatto davvero piacere. Pazzini-Cassano è una coppia d’attacco da paura. Nel senso che anche quando non sono in forma riescono a incutere timore alle retroguardie avversarie. Insomma, se ce li hai contro sei sempre in apprensione”. Naturale che il mister abbia una punta di nostalgia. L’ultima volta che Pazzini e Cassano erano scesi in campo assieme, prima del venerdì azzurro di Lubiana, risaliva addirittura al 24 ottobre 2010, Inter-Sampdoria 1-1. Gol di Guberti, assist di Cassano. Tanto per cambiare. E in panchina appunto lui, Di Carlo. Poi la rottura tra Fantantonio e Garrone e dulcis in fundo la cessione di Pazzini all’Inter a gennaio.
Da lì è cominciato il declino della Samp di Di Carlo. “Parliamo di qualcos’altro, grazie”, ripete con garbo l’ex tecnico doriano. E allora la chiacchierata resta sulla Nazionale. “Ha giocato una grande partita in Slovenia. Prandelli sta facendo un ottimo lavoro sia in campo che fuori. Ha dato un bel segnale, facendo capire che pure i valori hanno la loro importanza (il riferimento è alle mancate convocazioni per motivi “etici” di Balotelli e De Rossi ndr). Così i giocatori sono ancora più contenti quando ricevono la chiamata in azzurro”. Il discorso si sposta poi sul livello tecnico-tattico. “Da tanto tempo non vedevamo un centrocampo così tecnico in Nazionale. Montolivo, Thiago Motta e Aquilani: tutta gente con i piedi buoni, in grado di fare la partita come infatti è stato venerdì sera. E poi in attacco…”. In attacco appunto loro, Pazzini e Cassano. Che si ritroveranno anche sabato sera, ma stavolta da avversari. C’è Milan-Inter, un derby che vale lo scudetto. E che profuma un po’ anche di Sampdoria con quei due sulle opposte sponde del Naviglio. Di Carlo non tifa, ma un pronostico lo fa volentieri. “Dico Inter. Perché è ancora dietro, ma arriva a tutta velocità. Ha una spinta maggiore. E poi nel Milan mancherà Ibrahimovic: un giocatore fondamentale per i rossoneri”. Pazzini sarà contento, Cassano un po’ meno. Ma per far felici tutti e due bisognerebbe fare un tuffo nel passato. In un mare blucerchiato che qualcuno ha reso oggi non balneabile.
(Marco Guidi)