CALCIOMERCATO INTER- Da lupo cattivo a grande pacificatore: questa la metamorfosi di Mino Raiola. E’ lui il grande vincitore della querelle Balotelli-Inter. Il procuratore inviso a società e piazza nerazzurra per aver pilotato Zlatan Ibrahimovic al Barcellona si trasforma, in pochi mesi, nel tessitore che ricuce il rapporto tra il talento e José Mourinho. Pace armata, per carità. Perché le personalità sono talmente forti e gonfie di egocentrismo che oggi appare oggettivamente difficile pensare a un rapporto amicale in futuro. Però Balotelli serviva all’Inter, in questo momento, e viceversa.
Era necessario lui all’Inter perché in un periodo di enorme sforzo nervoso (sul campo: il cammino in Champions e l’insistenza di Roma e Milan in chiave scudetto; fuori del campo: il riemergere del verminaio Calciopoli) c’è bisogno del contributo di tutti. Era necessaria l’Inter a lui perché è inutile buttarsi via a 19 anni, con un talento potenzialmente grandissimo ma tutto da costruire.
E in questo è stato utilissimo – per l’appunto – l’ingresso di Raiola nel team che gestisce Balotelli. Perché va bene voler bene alla propria famiglia ma di calcio occorre masticarne, come l’agente sa al contrario dei fratelli dell’attaccante: non a caso grandi campioni (esempio; Alex Del Piero e Francesco Totti) hanno cominciato la propria attività facendosi rappresentare da eccellenti conoscitori della materia per poi affidarsi ai fratelli una volta trasformate le proprie abilità pedatorie in un brand da vendere facilmente sul mercato. Cosa che il nome Balotelli ancora non è.
Anzi, gli interventi dei familiari-agenti finivano sovente per strappare le toppe che pazientemente si cercava di cucire. Senza riuscire, poi, a respingere l’attacco mediatico cui il ragazzo veniva sottoposto, tra i soliti beninformati pronti a sfornare la verità di turno sul rapporto con Mourinho, a giurare sulle sue simpatie milaniste, a interpretare ogni suo sospiro oppure ogni gesto (altro esempio: la non esultanza ai gol nerazzurri, quando obbligato in tribuna dalle scelte tecniche). Una scarsa conoscenza della materia che ha rischiato di far saltare in aria all’ultimo momento anche il compromesso faticosamente raggiunto per uscire dall’impasse. Tentativo non riuscito, per fortuna di Balotelli. Che sabato è tornato in campo: da titolare, come voleva lui (forse il vero e unico motivo della rottura con Mourinho), e da protagonista, con la rete realizzata al Bologna. Quello che l’attaccante sa fare meglio, quello in cui dev’essere aiutato da chi gli sta intorno.