Italia-Brasile 0 a 3.Gli azzurri sono usciti con le ossa rotte dal confronto con i verdeoro e in generale hanno dispoutato una pessima Confederations Cup. Abbiamo chiesto ad Azeglio Vicini , in esclusiva per ilsussidiario.net, un commento sulla disfatta della squadra di Lippi e di delineare le prospettive per il futuro, visto che il Mondiale sudraficano è dietro l’angolo…
Annichiliti sul piano del gioco e del palleggio, cosa non ha funzionato secondo lei?
Che il Brasile fosse una squadra forte già lo si sapeva, vista anche la sconfitta di Londra all’Emirates Stadium. Dall’Italia, però, non sono arrivate delle risposte che Lippi si attendeva, anche perché il ct ha voluto sperimentare diverse cose in vista della vera sfida che sarà il Mondiale. Lippi probabilmente si aspettava qualcosa di diverso da alcuni giocatori: ora ha tempo per pensarci in vista della prossima estate. C’è da dire che l’Italia non ha giocato male soltanto nella partita col Brasile ma anche nella sfida con l’Egitto ed anche in quella contro la Nuova Zelanda pre-Confederations.
La Confederations Cup poteva servire per fare degli esperimenti. Dopo questo torneo con che bagaglio, a parte due sconfitte, torna a casa Marcello Lippi?
Lippi ha voluto sperimentare non soltanto delle novità ma anche giocatori affermatissimi. La Confederations Cup, nonostante tutto, può essere servita molto, poi in un anno può succedere di tutto.
Cosa manca all’Italia? Il divario con alcune squadre (Brasile, Spagna e Argentina) appare piuttosto netto…
L’Italia gioca sempre un calcio competitivo ed il gruppo, la base solida, c’è. Mancano quei 3/4 giocatori che hanno fatto la differenza allo scorso mondiale e che speriamo Lippi possa individuare in vista dell’anno prossimo.
Non servirebbe un giocatore di classe (Totti o Cassano)?
Dipenderà tutto da come va il campionato che inizierà a settembre. Totti penso che abbia già una certa età, anche se mai dire mai. Magari esploderanno nuovi giocatori che verranno portati al Mondiale.
Non pensa che l’Italia paghi la politica delle nostre società (la ricerca spasmodica dei giocatori stranieri)?
Sì, in Italia abbiamo troppi giocatori stranieri. Bisognerebbe fissare un limite e tornare a come si faceva qualche anno fa, quando se ne prendevano pochi, ma davvero buoni.
Lippi paga forse un debito di riconoscenza nei confronti degli eroi di Germania 2006?
E’ difficile dirlo. Se avesse trascurato i campioni del mondo i giornali l’avrebbero attaccato comunque. Il risultato finale cambia tutte le carte in tavola, ma spesso le modifica in eccesso. Lippi doveva fare degli esperimenti e delle verifiche, ed ha fatto bene a convocare questo gruppo.
Il nostro punto di forza è sempre stata la difesa, ieri il punto debole della squadra...
Non siamo più la difesa impenetrabile del 2006 e questo è un dato di fatto, ma penso che basti poco per rimetterla in sesto alla grande.
Lei dopo il Mondiale del 1986 prese la guida della nazionale e promosse i suoi giocatori dell’Under 21 prima all’Europeo e poi al Mondiale. E’ una strada, quella della linea verde, che oggi si può ripercorrere?
E’ una situazione un po’ diversa. Nel 1986 si concludeva un ciclo iniziato nel 1978 e la Nazionale necessitava di un ringiovanimento, perché iniziava a essere un po’ logora. Bisogna andare per gradi, anche perché i giovani hanno bisogno di giocare e trovare spazio nelle rispettive squadre di club, è una questione delicata…
Quali sono i giovani di Casiraghi che, secondo lei, sono già pronti per la nazionale maggiore?
Se proprio devo fare un nome, in vista del Mondiale 2010, dico Santon, tra l’altro già convocato da Lippi. Il prossimo campionato comunque sarà sicuramente fondamentale per il futuro di molti interessanti giovani italiani.
(Davide Giancristofaro)