La Spagna ottiene il massimo con il minimo sforzo. Non ha giocato una partita memorabile la formazione di Del Bosque ma ha comunque portato a casa il risultato di fronte ad un’Italia incolore. Nei padroni di casa solita grande prestazione da applausi per Iniesta che finchè è stato in campo ha regalato assist e giocate al bacio. Il migliore è però Pedro, il marcatore della serata. Ha deluso Diego Costa che in attacco ha saputo offrire pochi sbocchi al gorgogliante palleggio iberico a centrocampo. Azzardiamo: forse le Furie Rosse giocano meglio senza centravanti. David Silva, partito dalla panchina ed entrato solo nella ripresa, è stato uno che a partita in corso ha inciso parecchio.
Poca qualità espressa dal centrocampo azzurro dove il tandem Montolivo-Motta si è rivelato lento ed impacciato. Le uniche verticalizzazioni e cambi di gioco degni di nota si sono visti con l’inserimento di Pirlo nella ripresa: questa nazionale non può proprio fare a meno del suo regista e questa sera lo si è visto. Nel reparto arretrato ottima prova del debuttante Paletta che ha saputo contenere con l’esperienza un giocatore del calibro di Diego Costa. Buffon, che fino al gol aveva protetto bene la propria porta, si è fatto sorprendere dal tiro non irresistibile di Pedro e questo ha influito sulla sua valutazione. Cerci è stato il migliore in campo per gli azzurri: il granata ha colpito un palo e creato le azioni più pericolose dei suoi. Malino Osvaldo e Maggio, due che non hanno dato quanto da loro era lecito attendere.
Nei padroni di casa solita grande prestazione da applausi per Iniesta che finchè è stato in campo ha regalato assist e giocate al bacio. Il migliore è però Pedro, il marcatore della serata. Ha deluso Diego Costa che in attacco ha saputo offrire pochi sbocchi al gorgogliante palleggio iberico a centrocampo. Azzardiamo: forse le Furie Rosse giocano meglio senza centravanti. David Silva, partito dalla panchina ed entrato solo nella ripresa, è stato uno che a partita in corso ha inciso parecchio.
Non ci sono episodi da segnalare. Giusti i due cartellini sventolati a Criscito e Destro. L’unico errore lo commette l’assistente nel primo tempo: fuorigioco inesistente a Diego Costa. Per il resto match agile.
Le sfide tra Spagna e Italia sono ormai un classico recente della storia di entrambe le nazionali. Negli ultimi anni le due compagini si sono affrontate più volte; dagli Europei ai Mondiali, dalle amichevoli, come nel caso di questa sera, alla Confederations Cup. Gli azzurri arrivano al Vicente Caldeòn, tana dell’Atletico Madrid, con l’obbiettivo di tornare a vincere contro le Furie Rosse dato che un successo contro la Roja manca dal lontano 10 agosto 2011 quando a Bari le reti di Aquilani e Montolivo sconfissero i Campioni del Mondo. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti: la Spagna si è rinforzata ulteriormente e ha vinto ancora tutto quello che si poteva vincere ad eccezione della snobbata Confederations brasiliana. Del Bosque opta per il classico 4-3-3: tra i pali Casillas, portiere che nel Real Madrid passa più tempo in panchina che sul terreno di gioco per strane scelte tecniche, in difesa ecco Azpilicueta (voto 6), beniamino del pubblico locale visto che gioca nell’Atletico, Javi Martinez (), Sergio Ramos () e Jordi Alba. A centrocampo ecco il perfetto trio di palleggiatori maestri del Tiqui Taca che si sono formati assieme nel Barcellona: Fabregas, Thiago Alcantara () e Busquets. Il tridente offensivo è invece formato da una cavalleria leggera: il “mago” Iniesta, con Pedro e Diego Costa. Proprio quest’ultimo è a detta di tutti uno degli attaccanti più forti in circolazione. D’altra parte il suo score parla chiarissimo: 21 reti in Liga, secondo soltanto al mostro sacro Cristiano Ronaldo. Prandelli offre invece una versione piuttosto ritoccata dell’Italia. Gli azzurri scendono in campo con lo stesso modulo della Spagna, il 4-3-3 interpretato dall’inamovibile Buffon in porta, Maggio, Paletta, Barzagli e Criscito in difesa, Thiago Motta, Marchisio e Montolivo in mediana con Cerci, Candreva e Osvaldo in attacco. Pronti, via! La gara regala fin da subito emozioni su emozioni. Primo squillo della Spagna con una magia di Iniesta ad aprire sulla sinistra per Jordi Alba () che cerca di battere Buffon (); determinante l’uscita a corpo morto del portierone bianconero. L’Italia risponde subito con Cerci (); azione personale del granata che sguscia sul fondo dove mette in mezzo un tiro cross che sorprende anche Casillas () e sbatte sul palo opposto. Poco dopo un tiro insidioso di Pedro () dal limite dell’area trova una bella respinta di Buffon. Siamo solo all’inizio ma i ritmi sono altissimi; la Spagna si schiera come da modulo con il 4-3-3 anche se i suoi giocatori si scambiano di posizione continuamente. Soltanto Diego Costa () e la difesa offrono saldi punti di riferimento in quanto spesso e volentieri Fabregas () e Pedro vanno a rinforzare il centrocampo mentre Busquets () si schiera davanti la difesa. Nell’Italia Cerci e Candreva giocano in posizione più arretrata rispetto ad Osvaldo forse lasciato troppo solo in un albero di Natale classico. Una delle costanti di questo primo tempo sarà la verticalizzazione di Iniesta per i vari inserimenti a turno di Jordi Alba sulla sinistra o di Fabregas e Diego Costa al centro. A centrocampo gli azzurri non riescono a prendere in mano il pallino del gioco e se Thiago Motta () e Montolivo () navigano in alto mare, Marchisio () entra gradualmente in partita. Proprio un tacco geniale dello juventino offre ad Osvaldo () un ottimo pallone: l’attaccante italo argentino è bravo a crearsi dal niente lo spazio per concludere a rete ma il suo tentativo sorvola di poco la porta difesa da Casillas. Buffon viene invece impegnato un’altra volta su un tentativo dalla media distanza di Iniesta: con i pugni Gigi allontana la minaccia. La Spagna può contare sulla fantasia dei suoi palleggiatori aggiunta alla rapidità di Pedro sulla destra: una giocata ubriacante dell’esterno offensivo del Barcellona causerà nel finale di tempo la prima ammonizione del match all’indirizzo di Criscito (). Finisce in parità il primo tempo sicuramente piacevole e ricco di emozioni. Solita classe ed eleganza: il pallone viaggia che è una meraviglia e lo stile che ha reso famosi i campioni di tutto della Roja è facilmente osservabile in questo primo tempo. La difesa concede molto poco mentre il centrocampo, pur senza grandi interditori, recupera ottimi palloni grazie ad un pressing localizzato e minuzioso. Quando la sfera si trova tra i piedi di Iniesta o di Fabregas può succedere davvero di tutto e le azioni create ne sono una degna conferma. Unici nei: disattenzioni sulle ripartenze avversarie (vedi il palo di Cerci) e poca lucidità in zona gol. Sia lui che Pedro hanno disputato un ottimo primo tempo. Da manuale del calcio l’assist iniziale del “mago” per l’accorrente Jordi Alba sulla sinistra. Tante altre giocate che valgono da sole il prezzo del biglietto e una intelligenza unica. Solo applausi anche in una partita giocata, crediamo, al 50/60%. La Spagna con la variante dell’attaccante non sembra convincere moltissimo. In questo caso il centravanti dell’Atletico Madrid sbaglia sponde e palloni banali. Sarà l’emozione di giocare al Calderon ma stasera doveva e poteva dare di più. Formazione rimaneggiata senza Pirlo e Balotelli, due pilastri azzurri. Ottimo Cerci a dare una sveglia sulla destra ma il granata ha troppo spesso giocato da solo. Il centrocampo latita così come il gioco: non si sono visti più di tre passaggi di fila. Il grande merito è quello di aver mantenuto il punteggio all’intervallo sullo 0-0 che in terra iberica non è da tutti. Fa tutto lui. Colpisce un palo che grida ancora vendetta poi spesso e volentieri fa mangiare la polvere ai sui diretti marcatori. Quando parte in velocità è incontenibile. Se fosse più aiutato dai movimenti dei compagni… Lento ed impacciato: i giocatori della Spagna se lo mangiano che è una meraviglia. Il milanista non ha giocato una bella partita e alcuni palloni da lui persi potevano costar caro alla nazionale azzurra: le ripartenze delle Furie Rosse sono sempre letali. Gara facilissima da dirigere. Giusto il cartellino giallo, l’unico del match, sventolato a Criscito per fallo su Pedro. Corretto proseguire all’inizio sul contrasto tra Osvaldo e Sergio Ramos: nessuna gomitata dello spagnolo ai danni dell’azzurro. Unica pecca un fuorigioco errato fischiato a Diego Costa lanciato verso la porta difesa da Buffon. (Federico Giuliani)
Spagna
L’Italia non lo impensierisce mai direttamente ma il posizionamento in occasione del palo colpito da Cerci è roba su cui andrebbe riflettuto ( Una gara tranquilla; viene impensierito soltanto dalla deviazione verso la sua porta di Albiol. Per ilr esto infonde sicurezza a tutto il reparto e esce imbattuto dal Calderon).
Buon primo tempo del terzino del Chelsea che si perde nella ripresa. Con Criscito le sue iniziative sono molteplici ma con l’ingresso di De Sciglio la musica cambia e nel duello col milanista ne esce ridimensionato.
Qualche piccola incertezza non va certo ad intaccare la prestazione di un mostro sacro della difesa spagnola. Quando non arriva con i piedi usa l’esperienza e se proprio non basta nemmeno quella allora ci scappa il fallo tattico ( Entra e poco dopo rischia l’autorete su un goffo rimpallo. Mai sicuro nelle azioni da corner. Un ingresso che non lo ha visto protagonista).
Leggermente meglio del compagno di reparto anche se dalle sue parti la situazione è più tranquilla. Bravo a fermare Osvaldo nel primo tempo in un pericoloso uno contro uno. Disputa tutta la partita con buona attenzione.
La prima palla gol del match capita sul piede del terzino del Barcellona ma Buffon gli nega la gioia personale. Le sue discese mandano in crisi la retroguardia italiana nel primo tempo. Con il passare dei minuti cala vistosamente.
Non fa vedere niente di quello visto nella finale degli Europei Under 21 contro gli azzurrini. Si limita a ricevere palla e smistare subito per qualche compagno. Fallisce un facile gol a tu per tu con il portiere avversario.
Gara con il freno a mano tirato. Calcia alle stelle un bell’assist di Azpilicueta e non è da lui. Si riprende riconquistando qualche buon pallone in fase di non possesso ( Il suo ingresso cambia la partita. Entra nell’azione del gol e ogni qualvolta decide di partire in rapidità i difensori azzurri non riescono a fermarlo. Un talento cristallino che può fare la differenza al pari di Iniesta).
Si piazza davanti alla difesa con l’imperativo categorico di rompere ogni azione avversaria. Il lavoro da fare questa sera è pochissimo vista la poca pericolosità azzurra ( Gioca il secondo tempo senza rischiare niente. Di tanto in tanto si spinge in avanti per dare aria alla manovra iberica visto che a centrocampo la situazione è tranquilla).
Man of the match. Già nel primo tempo dimostra di essere uno dei giocatori più in forma e nella ripresa insacca un gol su incertezza di Buffon. La gamba è quella della forma migliore. D’altronde ha fatto le fortune del Barcellona correndo e spostandosi da una fascia all’altra ().
Non ci sono più aggettivi per descrivere questo fantastico giocatore. In patria lo chiamano “El Mago” e per capire il perchè basta guardare la giocata che fa al 1′: in mezzo a una gabbia di avversari scarica per Jordi Alba con una facilità disarmante ( Scampoli di gara per mettere in mostra la sua velocità in contropiede ma la difesa azzurra non si lascia sorprendere).
La delusione della serata. Pochi tagli degni del suo nome e pericolosità ridotta al minimo. A marcarlo c’era Paletta che lo ha francobollato senza lsciargli respiro.
Una Spagna lontana parente di quella ammirata in altre occasioni ottiene la vittoria. Lui non pare soddisfatto e sa che serve migliorare per tornare ai fasti di una volta.
(Federico Giuliani)
Italia
Sul suo voto pesa tantissimo l’incertezza in occasione del gol spagnolo. Bravissimo in avvio su Jordi Alba, miracoloso su Thiago Alcantara ma assolutamente poco attento sul tiro di Pedro che lo trafigge da posizione centrale.
Jordi Alba gli va via e lui non riesce a prendere le misure. Spaesato e spesso fuori posizione. Sostituito nella ripresa ( Nettamente meglio rispetto al napoletano. Non fa niente di trascendentale ma almeno limita le incursioni degli spagnoli).
Schierato nel centro della difesa con Barzagli, il difensore del Parma al debutto con la nazionale disputa una partita coi fiocchi. Annulla Diego Costa dal primo all’ultimo minuto e non si lascia mai sorprendere. Vogliamo scommettere che Prandelli lo porta in Brasile?
Meno attento rispetto ad altre occasioni ma comunque sicuro ed affidabile. Il problema questa sera per l’Italia non è stata la difesa bensì il centrocampo. I due centrali hanno fatto bene.
Gioca un solo tempo ma quanto basta per soffrire le pene dell’inferno in avvio contro Pedro. Con il passare dei minuti il terzino dello Zenit migliora ma non basta per la sufficienza ( Importante recupero per la Nazionale e per il Milan. Annulla Azpilicueta e si propone in azioni offensive).
Uno dei peggiori dell’Italia. Non entra mai in partita e non riesce ad impostare un’azione che sia una. Lento e impacciato finisce preda del pressing spagnolo.
Come il suo compagno di reparto gioca una partita davvero brutta. Al 61′ perde un pallone banale che per poco non offre alla Spagna il facile vantaggio. Non ci siamo, forse era stanco? ( Non fa molto per farsi vedere e le sue sgaloppate non si innescano).
Dei tre centrocampisti è il migliore. Cresce fino ad offrire ad Osvaldo un bel pallone sprecato malamente dal compagno. Recupera palloni e prova ad impostare. Va a sprazzi e questo è un problema.
Non pervenuto nei primi 45′. Pochissimi palloni toccati. Non a caso la manovra dell’Italia transita dalla parte opposta dove figura Cerci ( ha classe e qualità e si vede. Tocchi rapidi e traccianti precisi. Peccato che predichi nel deserto).
Uno dei migliori dell’Italia assieme a Paletta. Colpisce un palo e crea apprensione nella difesa spagnola. Veloce e imprevedibile può essere un’arma utile all’Italia in vista dei Mondiali ( Minuti importanti per questo ragazzo che prova ad impensierire pur senza esito la difesa iberica).
Troppo fuori dai giochi. Ha una palla gol e la spreca calciando alle stelle. Non tiene un pallone e invece di far salire la squadra rimane per primo preda del pressing spagnolo ( Ci mette del suo ma è troppo arruffone. Ammonito per un fallo forse evitabile).
Con gli uomini a disposizione schiera la migliore Italia ma di gioco neanche l’ombra e su questo si deve riflettere e non poco. Le uniche indicazioni positive arrivano da Cerci e Paletta.
(Federico Giuliani)