Niente di nuovo. Il new style della nazionale azzurra non ha prodotto nulla di buono, anzi ha riproposto alcuni errori già visti nella manifestazione sudafricana con una squadra incapace tenere le redini del gioco. Cambiano gli interpreti, non il risultato. Questa volta non si possono invocare gli assenti, anche perché Cesare Prandelli – per fare un taglio netto con la passata gestione – aveva puntato molto contro la Costa d’Avorio su quei giocatori esclusi da Marcello Lippi: Amauri, Balotelli e Cassano. Amauri è quasi inutile se il gioco non si sviluppa sulle fasce e Balotelli non ha ancora la maturità calcistica. Da Cassano, invece, ci si aspetta sempre la giocata. Per il momento la scommessa è stata persa, ma non si possono addossare tutte le colpe al tecnico di Orzinuovi. Le cause principali sono da ritrovare nel pessimo stato di salute del calcio italiano.
Su questo non ci sono dubbi. Purtroppo non sarà facile – considerata la penuria di giocatori – ritornare subito ai vertici. Ci vuole tempo e soprattutto non bastano i nomi altisonanti (Baggio e Sacchi). Se la prima compagine d’Italia (l’Inter) non ha stranieri da mettere a disposizione delle nazionali, non ci sono grandi margini di manovra. Nessuno è in grado di far miracoli.
(Luciano Zanardini)