Un dominio così netto, anche nei numeri, da lasciare ben poco spazio ad altre considerazioni. Lazio-Atalanta è finita 3-0 ed è stata un monologo biancoceleste, nonostante un primo tempo brutto e sotto le aspettative: d’altronde quando una squadra sopravanza l’altra in tutti quanti i fattori di analisi ed i parziali statistici, non si può far altro che confermare quanto già il risultato, secco, anticipa esaurientemente. Allora concentriamoci sui dati che più impressionano e che meglio fotografano il 3-0 dell”Olimpico’. In primis i tiri, parziale molto indicativo: 20 (10 dei quali in porta) per la Lazio; 4 (1 in porta) per l’Atalanta. L’attacco alla porta: 57% di riuscita nelle offensive biancocelesti; 37% in quelle nerazzurre. E poi la pericolosità: 78% per i padroni di casa; 21% per gli ospiti. Solo da queste 3 voci si ricavano abbastanza risposte, escludendo ogni altra lettura. E si arriva anche a spiegare perchè l’Atalanta non fa quasi mai risultato lontano da Bergamo: se erano 563 i minuti senza gol degli uomini di Colantuono prima del match (ovvero dal sigillo di Boakye a Cagliari, per l’unica vittoria arrivata finora, il 14 settembre) e la matematica non è un’opinione siamo ormai a 656′. Una vita calcistica. Infine i singoli: si esalta Lorik Cana nel dato sui palloni recuperati, ben 38. Staccato di 15 lunghezze il primo inseguitore, Cigarini, a quota 23. Il regista di Colantuono, nonostante la prova incolore, è al top tra i suoi anche in quanto a passaggi riusciti, 56. Meglio di lui però Felipe Anderson, man of the match, a 57. E Lulic, primo nella classifica parziale, a 61. I tiri verso la porta, in ultima istanza: sarà un caso se Felipe Anderson (a quota 7) e Mauri (4) sono i migliori della serata?
Spazio alle interviste del post partita. Stefano Pioli, nel canonico giro tra pay tv e sala stampa, parte con obiettività dalla prima frazione, deludente: “Siamo stati molto imprecisi, soprattutto nell’ultimo passaggio. E non abbiamo sfruttato le fasce, cosa che ci ha portato invece a fare la differenza nel secondo tempo. Siamo usciti poco a poco, mentre l’intenzione era quella di mettere subito nell’angolo l’Atalanta per farle capire che era la nostra partita. Ci è mancata l’intensità”. Poi, però, il grande show iniziato al 46′: “Siamo una buona squadra e vogliamo rimanere nel gruppo delle prime, diciamo nei primi 5 posti. Abbiamo dimostrato intelligenza e soprattutto maturità, il che mi rende soddisfatto a fine match. Mauri? Sa occupare gli spazi ed interpretare tatticamente al meglio le situazioni. E’ in grado sempre di dare soluzioni utili ai compagni”. L’altro allenatore, Stefano Colantuono, è invece tra il grigio ed il nero, come la sua Atalanta, in particolare quando gioca lontano dalle mura amiche: “Non è un problema di sistema di gioco. Ho scelto di affiancare Bianchi a Denis per avere più soluzioni e nel primo tempo non abbiamo fatto malissimo; anche la fase difensiva era ottima, fino al gol che ci ha scombussolato. In ogni caso la Lazio ci è superiore ed ha meriti evidenti. Noi dobbiamo pensare a fare punti contro squadre del nostro livello”. Infine un paio di stoccate: “Non abbiamo fatto male finora, forse non abbiamo raccolto quanto meritavamo ma soprattutto ci eravamo abituati fin troppo bene negli ultimi tempi… Speriamo di recuperare in fretta Gomez, deve rientrare in condizione dopo aver superato il problema fisico con il quale era arrivato a fine estate. I problemi guarda caso sono tutti in un settore, quello degli esterni, nel quale invece facevamo la differenza. Sono fattori da considerare”.