Al teatro La Fenice di Venezia tutte le anticipazioni della vigilia sono state confermate. Poco più di un’ora di trasmissione televisiva, ritmi serrati, qualche ricognizione di Cassani sul percorso, e poche interviste: se il buon giorno si vede dal mattino, mamma RAI ha dimostrato di essersi un po’ svegliata.
Prima settimana – Si partirà il 9 maggio da Venezia, con la ormai classica cronosquadre che tanto piace agli sponsor (nel 2008 si partì dalla Maddalena, sempre con la cronosquadre) e che, essendo breve, non farà sconquassi in classifica. Poi volata nella Trieste d’Italia, e lunedì arrivo a Valdobbiadene, tra i vigneti del prosecco, con la salita breve ma secca del Combai a movimentare il finale. Si riparte da Padova alla volta delle Dolomiti: Vicenza, strappo della Rosina (un classico del Giro), Gran premio della montagna al Croce d’Aune (quello dove Campagnolo 70 anni fa pensò il suo primo brevetto) e finale in salita a San Martino di Castrozza: 14 km al 5% che non promettono grandi distacchi, ma un po’ di spettacolo. Martedì secondo arrivo in quota, e questo sarà molto ma molto più impegnativo del primo: breve scalata immediata del passo Rolle, discesa e falsopiani fino a Prato all’Isarco, lì svolta a destra a macinare la salita, lunga e dolce all’inizio, ma, dopo Castelrotto, secca e aspra: 9 km all’8% che porteranno all’Alpe di Siusi, e che faranno esplodere la corsa e la classifica. Per essere la 5a tappa del Giro non c’è male. Poi due maxi tappe, una a Mayrhofen (Austria, 254 km mossi, ma col finale piatto), l’altra a Chiavenna (240 km, ma col finale in discesa), porteranno i corridori al primo fine settimana della corsa: sabato l’arrivo a Bergamo, passando per il Culmine di San Pietro, per il Colle Gallo e per Città alta, ricalcando il finale dei Giri di Lombardia corsi negli anni ’90. Poi, domenica, circuito a Milano in una grande festa (?) della bici pensata da Comune e Gazzetta.
Seconda settimana – Lunedì riposo. Martedì si ripartirà per la celeberrima Cuneo-Pinerolo, di 250 km, e 5 colli: Maddalena, Vars, Izoard (cima Coppi del Giro 2009, quota 2361 m), Monginevro e Sestriere, prima di 55 km di discesa e pianura. La tappa del mito, quella in cui Coppi staccò tutti già sulla Maddalena, e restò così, solo, in fuga, per 200 e passa km. La tappa non è dura quanto sembra: le salite sono corte, e facili; per di più l’ultima sarà lontana dal traguardo, ma nel Giro del centenario questa tappa era quasi un atto dovuto. Lo stesso percorso ospitò una tappa del Giro negli anni ’60 (vinse Bitossi), negli anni ’80 (vinse Saronni), e fu già teatro della mitica coppa Kobran (quella in cui Ugo Fantozzi staccò tutti e si rivelò alla platea del grande ciclismo). Mercoledì si andrà da Torino ad Arenzano, attraversando i luoghi di Coppi e Girardengo: Castellania e Novi Ligure. Giovedì la crono delle crono: da Sestri Levante a Riomaggiore, toccando il Passo Bracco, Levanto, il passo (breve e duro) di Termini, e 16 km in lieve discesa tra i borghi delle 5 terre: spettacolo, fatica, e distacchi pazzeschi garantiti. Venerdì si andrà in volata dalla Versilia a Firenze, omaggiando Ginettaccio Bartali, e sabato si passeranno mille colli nell’appennino tosco-emiliano, per arrivare a Bologna, al santuario di San Luca: come ogni anno, anche questo Giro farà tappa in un santuario. Domenica si arriverà a Faenza, in un’altra tappa tutta strappi come quella del giorno precedente. Fine settimana senza tapponi, ma con tantissime salitelle, e con finali che non lasciano tranquilli: la tappa di Faenza, per intendersi, presenta lo stesso finale su cui, nel 2003, si scatenò Gilberto Simoni, andando a prendere la maglia Rosa che avrebbe poi portato fino a Milano: anche gli appennini sanno fare danni.
Terza settimana – E lunedì ci sarà la tappa regina di questo Giro: da Pergola al Monte Petrano, passando per il passo delle Cesane, la salita del Monte Nerone, quella del Catria e quella finale. Il Catria e il monte Petrano sono veramente duri: 10 km con punte che passano il 15% di pendenza. Sarà l’unico tappone in senso vero del Giro 2009 (le dolomiti e la Cuneo-Pinerolo non creeranno crisi), e chi vorrà attaccare qua troverà terreno per farlo. Quindi riposo, e poi la tappa strana di questo Giro: dopo la maxi-crono ligure, il mini tappone abruzzese: da Chieti a Blockhaus, 76 km di tappa, 32 km di salita finale, dal livello del mare a 2100 metri, salendo la Maielletta dal versante di Pretoro: può succedere tutto o niente. Giovedì si andrà da Sulmona a Benevento, con un bel volatone, e venerdì si farà tutta la costiera amalfitana, si passerà la penisola a Colle sant’Angelo, si farà il giro del Golfo di Napoli, e a Ercolano si affronterà l’ultimo arrivo in salita, sino alla cima del Vesuvio. Gli ultimi 5 km sono duri, e promettono spettacolo. Sabato volatone nella “città dei Papi”, Anagni, e domenica breve crono conclusiva a Roma, di 20 km, con partenza e arrivo nello “Stadio dei Fori imperiali”: quel furbone di Zomegnan, patròn della corsa rosa, ha chiesto e ottenuto di montare le tribune per la festa del 2 giugno un po’ prima, così il 31 maggio, quando il Giro celebrerà la sua conclusione, due ali di folla circonderanno i corridori.
I partecipanti – 43 squadre hanno già fatto richiesta di partecipare a questo Giro. 8, a detta di Zomegnan, non sono credibili. Ne restano 35, per 22 posti. 15 squadre sono già sicure, le altre 20 si contenderanno i 7 inviti rimasti. Raramente si è vista una tal coda per venire a correre il Giro. Tra i big alla partenza mancherà solo Contador. Ci sarà Amstrong; ci sarà il vincitore del Tour Sastre con la sua nuova squadra, la Cervelò; ci sarà Menchov, vincitore di due Vuelta, ed Evans (2 volte secondo al Tour nel 2007 e nel 2008), e poi gli italiani Cunego (vinse il Giro nel 2004), Basso (vinse nel 2006, e poi si fece due anni di squalifica), e Di Luca (vincitore del 2007). Come quest’anno, anche nel 2009 la corsa più bella, la corsa con più campioni alla partenza, sarà il Giro, e non il Tour. Non ci resta che attendere maggio…
Luigi Crema