In queste ultime ore si susseguono le considerazioni sulla reale forza della Juventus. Tutti sono più o meno concordi nell’affermare che la Vecchia Signora sia la vera antagonista dell’Inter nella lotta allo scudetto. Il match vinto con il Milan ha convinto anche i più critici al riguardo. La Juve ha dimostrato con i rossoneri di poter lottare contro ogni compagine. Gli uomini di Ranieri sono riusciti a mettere a nudo i difetti degli uomini di Ancelotti, mettendo in mostra le qualità che contraddistinguono ormai da due anni il nuovo corso Juve: la grinta, la corsa e l’intelligenza tattica. Sì, forse manca un po’ di qualità in mezzo al campo, ma il giovane Marchisio offre i numeri giusti per risolvere il presunto problema.
Ranieri si trova, nonostante gli ostacoli incontrati anche in seno allo staff dirigenziale, a sei lunghezze dall’Inter e attende solo di recuperare giocatori del calibro di Buffon, Trezeguet, Zanetti e Camoranesi, solo per fare qualche nome. Non vanno, però, dimenticati i vari Tiago, Poulsen e Zebina (che avrebbe permesso a Grygera di rifiatare un po’). Le assenze pesanti non hanno inciso troppo sul rendimento della squadra, anzi ne hanno forgiato il carattere. Il recupero di questi giocatori permetterà al tecnico di far ruotare gli undici. In campionato, però, sarà difficile fermare lo strapotere dell’Inter che, soprattutto con le piccole squadre, ha un ruolino di marcia invidiabile: qualità, forza fisica e rosa possono fare la differenza. Ecco perché allora i tifosi sognano (e con loro pare di capire anche i giocatori) un lungo cammino europeo. I bianconeri hanno vinto agevolmente il girone e si candidano a recitare un ruolo da protagonisti. Del Piero e compagni potrebbero ripetere le gesta del Liverpool di Benitez: i bianconeri hanno molte somiglianze con i Reds. Entrambe le squadre fanno dello studio dell’avversario la loro arma migliore e poi sanno colpire (anche perché i fuoriclasse non mancano) nel momento migliore. Gli scontri diretti possono favorire la Juve. Sono le grandi sfide ad entusiasmare, altrimenti non si spiegherebbe il doppio passo falso con il Bate, fanalino di coda del gruppo di qualificazione. La Vecchia Signora ha a disposizione giocatori di personalità che difficilmente crollano sotto gli attacchi delle altre squadre. Il semplice assunto trova spiegazione anche nello scorso campionato, quando la Juve non ha mai perso con le cosiddette grandi. Quest’anno è capitato con l’Inter, ma è sicuramente stata una sconfitta “salutare” perché ha permesso di rimettere i piedi a terra, ha permesso a una squadra, imborghesita dai successi con il Real, di ritornare ad essere “operaia”. La fame di vittorie ha portato la Juve a rientrare in orbita Champions nella passata stagione e oggi la ripropone ai massimi livelli in campo europeo. In campionato centrare il secondo posto e quindi evitare i preliminari è già un mezzo scudetto, ma il traguardo vero si chiama Champions. A febbraio quasi tutti gli effettivi saranno pronti. In molti adesso cominciano a credere nel sogno. E poi c’è la cabala. Arrivare in finale a Roma, dodici anni dopo la sfida vinta nella capitale ai rigori contro l’Ajax, è uno stimolo interessante. E, infine, un consiglio ai veterani Del Piero e Nedved: barattare qualche panchina in serie A in cambio di prestazioni maiuscole in Champions.
(Luciano Zanardini)