Si è conclusa la finestra di calciomercato di gennaio 2015. Senza botti dell’ultim’ora ma con tanti colpi preparati e cotti per tempo, se pur tutti o quasi nella ricetta del prestito con diritto/obbligo di riscatto. A prescindere dalla temporaneità dei trasferimenti le squadre si sono mosse come e forse più del solito, soprattutto le grandi che -Juventus a parte- hanno cambiato ognuna il proprio undici titolare. Anche tanti ritorni: se saranno semplici minestrine riscaldate lo sapremo col tempo, intanto si può tracciare un bilancio di acquisti e cessioni tenendo conto di premesse e prospettive per ciascuna squadra.
Molina (Carpi) e Spinazzola (Vicenza) hanno giocato pochissimo nel girone d’andata e sono giustamente scesi di categoria per fare esperienza e tornare più forti. Emanuelson ha perso smalto nella naftalina di Roma ma può diventare un lusso per i nerazzurri, Pinilla invece è una certezza e l’uomo ideale per sgravare Denis di qualche responsabilità offensiva. La squadra era da salvezza prima e lo a maggior ragione adesso: il voto al calciomercato di gennaio non può che essere positivo.
La svolta è cominciata dalla panchina con il cambio Zeman-Zola. Il nuovo allenatore sembra aver prodotto una scossa: la squadra è tornata a vincere in casa e perso solo una vola nelle ultime quattro giornate, per di più in pieno recupero e solo dopo una prodezza assoluta di Pinilla. Ad eccezione di Brkic, una certezza rispetto all’acerbo Cragno, gli acquisti sono scommesse: Alejandro Gonzalez non ha entusiasmato a Verona, di Husbauer (ceco classe 1990) e Mpoku (belga del ’92) si parla bene ma il loro adattamento in Serie A è da vedere. Discorso analogo per il croato Cop, già stato decisivo nel 2-1 al Sassuolo. In difesa via Ceppittelli (prestito al Bari) e riscattato Marco Capuano.
Di fatto la società romagnola non ha operato se non con qualche operazione in uscita. La formazione titolare è rimasta tale e quale, mister Di Carlo si arrangerà con le forze a disposizione e l’ultimo successo con la Lazio ha dimostrato che il Cesena non mollerà fin quando ci sarà speranza. Peccato per la fiction Hugo Almeida.
I vari Edimar, Kupisz e Mangani si erano visti poco o nulla e per questo le loro cessioni, rispettivamente a Cordoba Cittadella ed Angers, non dovrebbero pesare in campo. Lazarevic invece (al Sassuolo) era un’arma in più dalla panchina ma il colpo Fetfatzidis potrà sopperire adeguatamente alla sua partenza, forse anche meglio. L’attuale Pozzi ingaggiato dal Parma può valere l’attuale Maxi Lopez mentre l’impatto del danese Christiansen e del baby juventino Mattiello è da verificare.
Il ritorno di Saponara può migliorare l’undici titolare ma anche togliere spazio a Verdi, che non sta giocando male. Le altre operazioni sono state di contorno: da segnalare il cambio in difesa tra Bianchetti e Somma, mentre Brillante sarà un rincalzo a centrocampo. Probabilmente serviva un attaccante di livello in più.
L’offerta per Cuadrado non si poteva rifiutare e in più è arrivato l’egiziano Salah, che male non fah. Con Diamanti e Gilardino si va sul sicuro e soprattutto su un altro modulo: difficile che Montella mantenga il 3-5-1-1 lasciando Gomez, Gila e Babacar a contendersi una maglia (ci sarebbe anche Rossi). Probabilmente il grosso incasso verrà reinvestito in estate quando il prossimo futuro sarà più chiaro (se ci saranno le coppe, quali saranno, se ci sarà ancora Montella); a gennaio la società cercava un laterale destro e francamente il pur collaudato Rosi, che era una riserva nel Genoa, è parso un pò poco. Resta il mister Marko Marin.
Siamo alle solite. Sembrava che questa volta potesse essere diverso ma non c’è niente da fare: il presidente Preziosi non riesce a conservare una squadra definita, ha un impulso inesauribile (se così si può chiamare) per le operazioni di mercato e la tendenza a far contente soprattutto le grandi. Il Milan ha bisogno di un terzino, possibilmente italiano e meglio ancora se cresciuto in casa? Tanti saluti a capitan Antonelli. La Juventus cerca una punta, meglio se Matri che Allegri conosce bene? Che problema c’è, via al Borriello revolution (inteso come atto terzo, alla Matrix). Forse anche per questo hanno stupito le cessioni di Pinilla all’Atalanta e Fetfatzidis al Chievo: giocatori che sembravano importanti evidentemente non lo erano. Bene Tino Costa, ma è già infortunato: a tutto il resto penserà il Gasp.
Il problema è che nomi alla mano Thohir e Ausilio non possono non essere elogiati. Podolski è arrugginito ma non per questo finito, Shaqiri è a giudizio unanime un passo per tutto il calcio italiano, Brozovic uno dei giovani più contesi, Santon uno dei migliori terzini italiani. Anche l’operazione Bonazzoli-Samp ha un suo perché, vista la clausola di ricompera a ‘soli’ 9 milioni: se il giovane esplode l’Inter ci sarà. Il campo mostra un cantiere aperto e fondamenta ancora piattine, il lavoro non mancherà a Mancini ma il calciomercato invernale dell’Inter, sulla carta, è stato tra i migliori e sicuramente sorprendente, viste le premesse di Fair Play Finanziario. Manca un regista di centrocampo, ma non si può avere tutto a gennaio La vera pecca semmai è il caso Osvaldo: tutto esagerato.
Poco da dire: si cercava un trequartista ma non è arrivato, e in fondo arrangiarsi con Pereyra o Vidal in quella posizione è quel che si dice cadere in piedi. Inoltre non era facile trovare un 10 di livello disponibile anche per la Champions League: Sneijder e Mkhitaryan ad esempio non lo erano. In attacco il cambio Giovinco-Matri modifica l’arsenale tecnico di Allegri, con un centravanti al posto di una punta più mobile e leggera, ma non la disposizione in campo: riserva era il primo, riserva sarà (almeno all’inizio) sarà il secondo. Sturaro respirerà in anticipo l’aria di Vinovo e questo non potrà che fargli bene.
Al posto dell’infortunato Djordjevic è rientrato Perea e può essere meglio di Bergessio, che ha meno margini di crescita e avrebbe richiesto un esborso in più. Serviva una toppa alla difesa e Mauricio può andar bene, in attesa di ritocchi più consistenti in estate. A proposito: per luglio già prenotati l’olandese Wesley Hoedt (classe 1994) e l’inglese Ravel Morrison (’93), tipetto caliente. Insomma, squadra che funziona non si cambia: Lotito non se l’è fatto ripetere.
Il discorso è simile a quello fatto per i cugini, in più i rossoneri hanno irrobustito la colonia italiana con 5 potenziali nazionali (Cerci, Bocchetti, Destro, Antonelli e Paletta) e un fiore del vivaio (Antonelli). Pressato da classifica e mugugni dei tifosi Galliani non ha potuto attendere i last minute e si è adoperato per tempo, muovendosi su più tavoli ed arrivando fino a casa Destro. Come per l’Inter tutto questo potrebbe non bastare per una risalita immediata, ma dopo il calciomercato invernale anche il Milan è sicuramente migliorato. Peccato per Torres, cui non è mai stata data fiducia.
I partenopei hanno fatto prima di tutti definendo gli acquisti di Manolo Gabbiadini ed Ivan Strinic prima ancora del gong d’inizio. La squadra è migliorata perché adesso ha due titolari in più, resta sempre l’impressione però che le manchi un centesimo (e forse qualcosa di più) per fare l’euro, ovvero per competere nel lungo periodo con Juventus e Roma.
Il croato Jajalo ha già debuttato positivamente da titolare e non è nuovo alla Serie A, avendola già annusata nel Siena 2009-2010 (25 presenze). Il paraguaiano Danilo Ortiz rimpiazza Munoz ed è da scoprire, Rispoli rimpiazza Eros Pisano ceduto al Verona, le partenze di Bamba e N’Goyi non peseranno a livello di campo. In mezzo i rinnovi di alcune pedine importanti, su tutti Vazquez.
Difficile giudicare il risultato sportivo a prescindere dal contesto societaria. Il nuovo presidente Ermir Kodra ha puntato anche Balotelli ma si è dovuto accontentare di Lila, Nocerino, Silvestre Varela, Cristian Rodriguez e Feddal, cinquina teoricamente interessante per un’ultima in classifica. Difesa più debole senza Paletta e Felipe (che ha rescisso), l’attacco va ripensato senza Cassano anche se il FantAntonio recente non è stato produttivo in termini di gol: l’ultimo il 25 ottobre contro il Sassuolo. A centrocampo niente più Acquah ma i due rimpiazzi di cui sopra (Lila-Nocerino) possono compensare. Insomma il saldo acquisti-cessioni non è del tutto negativo, ma la situazione generale lascia pochi spiragli di speranza.
L’ultimo colpo Spolli è forse meglio del Toloi dell’anno scorso, perché già abituato alla Serie A. La società ha investito molto sull’attacco che resta la miglior difesa: via Destro-Borriello, dentro Doumbia e Ibarbo che per caratteristiche dovrebbero adattarsi meglio agli schemi di Rudi Garcia. Riscattato Yanga-Mbiwa che si è meritato la conferma.
Massimo Ferrero ha riportato ambizione e questo conta più delle sue stravaganze mediatiche. Che poi ridendo e scherzando il nuovo presidente ha speso come uno sceicco: chi a settembre avrebbe immaginato una Sampdoria con Eto’o e Muriel in attacco? Bene anche Munoz in difesa e Acquah a centrocampo, interessante il baby argentino Correa, misteriosa la cessione di Gastaldello che era ormai una bandiera, logica quella di Gabbiadini ad una grande.
Niente o quasi, il Lazarevic dell’ultimo giorno sarà una buona alternativa al tridente titolare. Thomas Manfredini, Ariaudo e Pavoletti erano riserve e Di Francesco dovrebbe cavarsela anche senza di loro. Riscattato Acerbi dal Genoa: ora è tutto neroverde.
Sconfessate due operazioni estive: Nocerino a lo spagnolo Ruben Perez hanno cambiato aria, così come Gillet che ha preferito la titolarità a Catania. Maxi Lopez rafforza l’attacco ma dovrà ritrovare vena, il portiere uruguaiano Salvador Ichazo è tutto da scoprire.
Con Muriel alla Samp i friulani hanno registrato l’ennesima plusvalenza di rilievo, incassando oltre 10 milioni di euro. Per il resto poco da segnalare, chissà che Stramaccioni non estragga sorprese dal croato Stipe Perica, centravanti classe 1995 in prestito dal Chelsea.
L’anno scorso l’exploit inaspettato, oggi la squadra scaligera è in linea con l’obiettivo salvezza anche se più in difficoltà a produrre gioco. Difficile che il brasiliano Fernandinho possa spostare gli equilibri, anche se mai sottovalutare le scommesse sudamericane di Sean Sogliano. Eros Pisano sarà più affidabile dello spagnolo Antonio Luna (prestato allo Spezia), che Mandorlini non ha mai schierato mentre Leandro Greco si è già inserito bene nel centrocampo titolare. Come ha sempre detto il mister la speranza è che i veri acquisti possano essere tutti gli infortunati.
(Carlo Necchi)