Segna Diego Milito. Un leit motiv per i tifosi nerazzurri che tra le certezze sempre più solide dopo che anche i fantasmi della Champions sembrano svaniti, ne hanno una ancora più solida: Diego non sbaglia.
Nell’isteria di una finale rissosa, annunciata, El Principe esce vincitore con la sua faccia pulita e con il suo piede implacabile, elogio di un ottimo giocatore che da stasera è un campione. Sì perché Milito, nonostante la classe e le ormai 31 primavere fino ad oggi non aveva vinto nulla. Aveva giocato in Racing Avellaneda, Genoa, Saragozza, ancora Genoa e poi l’Inter, la chiamata che vale una carriera,solo la scorsa estate.
Zeru tituli fino a ieri, che potrebbero diventare tre tituli, tutti i più importanti, entro fine mese. Ma Diego ha già vinto, contro tutti. Tutti quelli che non si sono mai accorti che quell’attaccante nato in Argentina, a Bernal, dotato di senso del gol, tecnica, tiro, intelligenza tattica e voglia di soffrire non era un giocatore normale ma un campione.
Una beffa per tutti gli addetti ai lavori che cercano talenti in giro per il mondo e non li vedono dietro l’angolo, magari in serie B nel Genoa, o nel modesto Saragozza nella Liga spagnola. Nei suoi piedi e nel suo killer instict si legge una fantastica storia di sport, con l’impressione che il bello sia ancora da scrivere. Uno, a dire il vero, ci ha creduto, risponde al nome di Preziosi, che l’ha riportato in Italia quando il Genoa è tornato in A.
Quindi, dopo esserci sorbiti le brutte figure di Materazzi, Mexes, Oriali, Totti, dei tifosi fuori dall’Olimpico contro la polizia, godiamoci Diego Milito, la faccia bella di questa finale.
(Francesco Lovati)