Se avevamo bisogno di qualche motivo per consolarci della sconfitta di Sara Errani ai quarti di finale di Miami, la semifinale giocata oggi da Maria Sharapova contro Jelena Jankovic arriva in pronto soccorso. La siberiana si è imposta per in un’ora e tre minuti di gioco: un carro armato che è passato sulla malcapitata serba, e che senza incepparsi ha raggiunto la seconda finale nel giro di due settimane. Masha è l’unica, estendendo il discorso anche al torneo maschile, ad essere arrivata in fondo al torneo di Key Biscaine tra quelli che lo avevano fatto a Indian Wells, dove per altro la russa ha trionfato: dimostrazione di una condizione ritrovata. La spiegazione, se qualcuno si stesse chiedendo in che modo la Sharapova si sia ripresa ad appena 24 ore dalla tremenda fatica contro la Errani, c’è e sta in un paradosso: detto che ogni partita fa a sè, il punto focale della vicenda è che Maria gioca tanto bene quanto riesce a farlo l’avversario. Se alla siberiana non viene dato ritmo attraverso un gioco aggressivo e fluido (quello che la Errani non ha avuto) lei stessa non ne trova. Si spiega così il risultato di oggi, e anche e soprattutto con il fatto che la Sharapova è di una categoria superiore rispetto a tutte (Serena Williams esclusa) e quella che abbiamo visto ieri non era lei. Certo i problemi sulla seconda di servizio continuano (il 30% dei punti conquistati), ma stavolta Maria ha sempre salvato i suoi turni di battuta (eccetto una volta), pur concedendo 10 palle break. La Jankovic, probabilmente, ha anche accusato la fatica derivata dalla partita di ieri sera contro Roberta Vinci, che con questo caldo si fa sentire il doppio. La Sharapova vola quindi in finale: sabato affronterà la vincente dell’altra semifinale, quella tra Serena e Agnieszka Radwanska, riedizione dell’ultima finale a Wimbledon e della semifinale dei Masters (che l’americana vinse lasciando tre set alla polacca). Se vincerà la Radwanska, la Sharapova parte favorita; in caso contrario, siamo già pronti a celebrare l’ennesimo successo di Serena. Maria ha incontrato la numero uno al mondo in due occasioni negli ultimi mesi: nella finale Olimpica ha portato a casa un game, in quella di Istanbul si è migliorata ma ha perso 6-4, 6-3.