Francesca Schiavone gioca per la storia, per essere la seconda italiana nei quarti di finale del Roland Garros 2013 dopo che già Sara Errani ha centrato l’obiettivo, e per riprendersi quello che è stato suo: il torneo dello Slam. Per farlo affronta oggi Victoria Azarenka, numero 3 del ranking WTA, agli ottavi: partita che a guardare la classifica non avrebbe storia (Francesca è scivolata al numero 50), ma che in realtà è molto più equilibrata di quanto sembri. Perchè la Schiavone ha vinto al Roland Garros nel 2010, e nel 2011 è tornata in finale dove però ha perso (da Na Li); perchè sulla terra rossa Francesca ha in generale qualcosa in più della bielorussa, che naturalmente le resta superiore per atletismo e potenza dei colpi. Vale a dire: se la partita si trasforma in una lotta serrata da fondo campo, per la nostra atleta c’è poco da fare. Invece, Francesca dovrà essere brava a variare i colpi, lavorare molto con gli slice che è in grado di fare, attaccare la rete e cercare di non andare troppo sotto contro il servizio della Azarenka, che peraltro ha già dimostrato di soffrire le giornate in cui la battuta non arriva (contro la Cornet). Certo, Vika resta favorita: ha chiuso il 2012 al primo posto della classifica mondiale, e oggi come oggi è superiore. Al Roland Garros però il suo miglior risultato sono i quarti di finale, per due anni (nel 2011 l’ultima volta), particolare che fa capire come non abbia nella terra rossa il suo punto di forza. Anche se poi i precedenti dicono 2-1 per lei, e soprattutto 2-0 sul rosso. Decisamente una sfida proibitiva, ma non – per dare qualche proporzione – tanto quanto lo è stata quella di Roberta Vinci contro Serena Williams, finita infatti piuttosto presto. Dovesse vincere la Schiavone, avremmo per il secondo Slam negli ultimi tre due italiane ai quarti di finale: era accaduto agli Us Open 2012, con la stessa Vinci e Sara Errani che si sfidarono nel derby (vinto dalla bolognese).
Che Francesca Schiavone sia una specialista della terra battuta lo dimostra il palmares: sei trofei vinti in carriera, cinque su questa superficie. L’ultimo, quello a Marrakech in cui è tornata a ruggire, che ha fatto seguito al successo di Strasburgo dello scorso anno (ma non si è poi presentata a difendere il torneo). In questo Roland Garros non partiva certo con i favori del pronostico, ma è stata brava a costruirsi la strada fino a qui: al primo turno vittoria agevole contro Melinda Czink, poi sono iniziati i capolavori perchè già contro Kirsten Flipkens, numero 21 al mondo, ha dovuto sudare e portarsi al terzo set ma ha vinto di classe. Contro Marion Bartoli pubblico e classifica la davano decisamente perdente, ma la classe in campo non ha mentito: un autentico massacro sportivo ai danni di un’avversaria ancora troppo fragile psicologicamente per arrivare fino in fondo. Adesso la Schiavone sogna un’altra finale: prima dell’exploit 2010-2011 i quarti li aveva raggiunti soltanto nel 2001, una vita fa. Victoria Azarenka invece è una giocatrice che per rendimento potremmo paragonare a Serena Williams. Intendiamoci: non in quanto a valore, ma per come carbura tardi nei tornei e gioca meglio con il passare dei giorni. Per questo va temuta: la vittoria sofferta contro Alize Cornet (dopo aver fatto fuori una difficile Elena Vesnina al primo turno e Annika Beck, anche qui soffrendo un po’) deve certamente dirci che Vika soffre la terra, ma anche che il meglio deve ancora venire. Quindici titoli in carriera (ma solo uno sul rosso, a Marbella), uno quest’anno (a Doha, battendo in finale Serena Williams), la bielorussa ha conquistato due Slam, entrambi Australian Open, nel 2012 e 2013; e ha raggiunto la finale degli Us Open lo scorso anno, andando ad un turno di servizio dal battere Serena Williams. La vera Serena, e allora questo è un altro dato che ci fa capire di come la Azarenka sia una giocatrice che se viene fatta scambiare da fondo campo può diventare ingiocabile, perchè ha nella costanza il suo punto di forza. Vedremo se Francesca Schiavone troverà la chiave per scardinare la fortezza bielorussa e prendersi la finale: lo scopriremo presto, perchè la partita sul Philippe Chatrier, il campo centrale del Roland Garros, sta per cominciare…
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