Il calcio sport nazionale, le difficoltà del basket, il boom del rugby, la situazione di altre discipline. Petrucci, come sta lo sport italiano?
Lo sport italiano è sempre nell’èlite del sistema mondiale, lo dicono i risultati e le proiezioni dei mondiali successivi alle Olimpiadi di Pechino. A Vancouver, ai Giochi Invernali, non abbiamo brillato, è vero, ma ci aspettavamo comunque un calo dopo l’edizione di Torino e vanno tenuti in considerazione i 5 quarti posti, che rappresentano il 100% delle medaglie vinte. La situazione è in evoluzione per quanto riguarda gli sport di squadra, dai quali ci aspettiamo molto in ottica futura.
E’ un anno importante. Ci sono state le Olimpiadi di Vancouver. Ci saranno i Mondiali di calcio. I Mondiali di volley in Italia. Un anno fondamentale per lo sport azzurro?
Ritengo sia riduttivo attribuire a una stagione un livello di eccezionalità rispetto ad altre. Sono tutti anni importanti e decisivi, nel 2009 ci sono stati i Mondiali di nuoto e abbiamo vissuto altre emozioni post- olimpiche con i vari Campionati iridati di altre specialità. Il 2010 sarà certamente un anno importante: speriamo di fare bella figura e di confermarci nel calcio, e di confermarci come bravi organizzatori con i Mondiali di pallavolo. Dei Giochi di Vancouver abbiamo già parlato, mi auguro ora che i responsi siano fondamentali soprattutto per le indicazioni fornite in vista di Sochi 2014.
Il 2009 è stato l’anno dello sport italiano delle donne italiane nello sport. Come giudica questo fenomeno?
E’ un fenomeno interessante, tangibile, che seguiamo da vicino. Abbiamo già previsto, attraverso un seminario specifico “La donna atleta”, organizzato dalla Preparazione Olimpica e aperto dal Segretario Generale Pagnozzi, che ci aspettiamo il sorpasso delle medaglie in ottica Londra 2012. Il gentil sesso al comando, insomma. Già a Pechino abbiamo recepito segnali importanti, che sono proseguiti nella scorsa stagione. Non posso dimenticare le imprese della Pellegrini nel nuoto, della Pennetta nel tennis, della Guderzo nel ciclismo, di Jessica Rossi nel tiro a volo, tanto per citare qualche esempio. Senza dimenticare le ragazze della scherma e della ginnastica ritmica. C’è scrupolo, dedizione, talento e allenamento. Le donne sono un esempio vincente. Mi auguro di continuare a commentare i loro successi.
Nel 2010 ci sarà anche la scelta della nazione che ospiterà gli Europei di calcio 2016. Quante speranze abbiamo di ottenere questa manifestazione?
Di questo mi fido del Presidente Abete, fino a quando dirà che ci sono speranze sarò al suo fianco. Sta seguendo l’iter con grande passione, ce la sta mettendo tutta. E’ sempre difficile ottenere una manifestazione di così grande rilievo, ci vuole molto sostegno considerando la concorrenza. Credo che presto sapremo la verità.
Nazionale per Sudafrica 2010. Squadre italiane nelle Coppe. Inter sempre protagonista. Polemiche con gli arbitri. Come vede il momento del calcio italiano?
Vedo un campionato bellissimo, con tre squadre che danno spettacolo in vetta alla classifica e l’Inter che ha conquistato anche la semifinale di Champions League. Penso sia un sistema vivo, se teniamo conto della bruciante e ingenerosa eliminazione della Fiorentina, anche se in Europa League non si è raccolto secondo le aspettative. Sto con gli arbitri, nonostante le polemiche. Penso che il momento sia positivo.
Siamo anche a metà del cammino che porta a Londra 2012. Come arriveremo a questa manifestazione così importante?
Il CONI continua a monitorare con grande attenzione il lavoro delle Federazioni e dà supporto costante, non solo sotto l’aspetto meramente economico. Organizziamo seminari, studiamo progetti e abbiamo confermato il rapporto di collaborazione con la Ferrari per sfruttare la tecnologia applicata allo sport. Ci vogliamo arrivare da protagonisti, a Londra. Soprattutto vogliamo fare bene in questa Olimpiade europea dal grande fascino.
Ci sarà anche fra poco la scelta tra Roma e Venezia per la richiesta di ottenere le Olimpiadi del 2020. Come vede le due candidature italiane?
Si tratta di due candidature serie e rispettabili, l’ho detto in tempi non sospetti. Credo che dopo l’assegnazione a Rio de Janeiro dell’edizione estiva del 2016, l’Italia possa giocarsi le sue carte per i Giochi Olimpici del 2020. E vuole farlo con la città che offrirà maggiori garanzie. Sappiamo che sarà dura ma abbiamo le stesse possibilità delle altre candidate, vogliamo giocarcele fino in fondo davanti al CIO.
Come vede il problema degli impianti in tutta Italia e soprattutto nel sud Italia?
Il CONI ha stretto sinergie e rapporti di collaborazione con l’ANCI e anche su scala regionale per migliorare le infrastrutture e garantire supporto a chiunque abbia progetti credibili sotto il profilo dell’impiantistica. Ci sono tanti stadi importanti, tanti palazzetti avveniristici, che vediamo e abbiamo l’onore di presentare. Mi auguro ce ne siano sempre di più, grazie a una politica mirata e attenta allo sviluppo della pratica agonistica, a ogni livello.
Meglio uno sport che metta al primo posto la pratica agonistica o uno sport che privilegi le vittorie?
Tutto è finalizzato alla vittoria ma voglio ricordare che senza pratica agonistica non nascono i campioni e quindi non si ottengono i risultati. Ritengo che i due aspetti siano legati in modo inscindibile. L’obiettivo del CONI, in base anche ai dati forniti attraverso il rapporto Sport e Società realizzato in collaborazione con il Censis, è quello di incrementare il numero dei praticanti e ridurre la percentuale di sedentari. Questa logica è l’unica che, a lunga scadenza, garantisce medaglie e successi.
C’è poi la piaga del razzismo. Cosa ne pensa? E come si pone di fronte a tutti quegli atleti italiani nati da genitori stranieri?
Il razzismo va combattuto, ci sono leggi specifiche che consentono la sospensione della partita nel calcio e altri strumenti per reprimere fenomeni di intolleranza. Noi ci battiamo per l’integrazione di ogni atleta, chiaramente anche di quelli nati da genitori stranieri.
Cosa si può fare per evitare la piaga del doping nello sport professionistico?
Continuare a combattere con ogni mezzo a disposizione, seguendo alla lettera le disposizioni della WADA e perseguendo con efficacia gli intenti programmatici del Comitato Olimpico che rappresento. La battaglia al doping è un nostro fiore all’occhiello: anche recentemente abbiamo vinto al TAS la querelle con il ciclista spagnolo Valverde, dimostrando la correttezza del nostro operato in ambito internazionale. Siamo per il rispetto delle leggi, disponiamo controlli a sorpresa, investiamo nella ricerca e nelle metodologie. Certamente non ci fermiamo agli atleti, ma anche a chi diffonde pratiche illecite, e quindi coinvolgiamo dirigenti e tecnici. Prima delle Olimpiadi abbiamo fatto firmare un giuramento in questo senso, mettendo anche una penale per chiunque avesse violato il patto. Siamo e continueremo a essere inflessibili.
Negli Usa e in altri paesi c’è un connubio ideale tra sport e scuola. Come deve cambiare in Italia il rapporto tra sport e scuola?
Deve cambiare. Per questo abbiamo firmato il protocollo con il MIUR, dopo tanti anni di attesa. Di questo ringrazio il ministro Gelmini, ora spero arrivino i risultati e mi auguro che il progetto pilota decolli. Dobbiamo colmare il gap con gli altri paesi e iniziare una nuova epoca sotto il profilo agonistico. C’è bisogno di applicazione e tenacia ma la strada intrapresa mi soddisfa.
(Franco Vittadini)