Si è confermato campione europeo dei pesi leggeri. Nella sua terza difesa del titolo, il forte boxeur di Civitavecchia non ha infatti avuto grandi difficoltà nel regolare ai punti il rivale, l’ungherere Gyiorgy Mizsei, con un verdetto unanime che ha visto uno dei tre giudici premiare Marsili con ben sette punti di vantaggio, contro i tre riconosciuti invece degli altri due. Se già in sede di pronostico, il match di Viterbo vedeva il pugile laziale ampiamente favorito sul rivale, all’atto pratico la sfida si è rivelata una pura formalità e non è mai stato realmente in discussione. Troppo evidente già sulla carta la diversa caratura dei due contendenti per poter del resto pensare a clamorose sorprese. Il pericolo più evidente, la statura di Miszei, è infatti stato ben presto neutralizzato da Marsili, il quale ha iniziato a condurre le danze sin dal primo round, mettendo subito in chiaro le sue intenzioni. Miszei di fronte alla evidente superiorità di Marsili non ha potuto fare altro che confermare quanto del resto recitato in maniera eloquente dal suo curriculum, composto da venti vittorie, ma anche da ben undici sconfitte, tale da farne una sorta di vittima sacrificale. Dotato di un discreto allungo e di buon senso tattico, l’ungherese ha fatto vedere poco altro, anche perché di fronte aveva un avversario dal ruolino ben più nobile, fatto di trenta vittorie e un solo pareggio. La sua tattica puramente attendista non ha però dato frutti, in quanto da parte sua Marsili, trentotto anni, ha deciso di limitare al minimo i rischi, in un match che per lui poteva essere il preludio ad un’occasione mondiale. Contro la tattica spesso ai limiti dell’ostruzionismo di Miszei, ha fatto valere la sua guardia destra senza peraltro cercare la serie di colpi risolutivi, bensì attaccando spesso l’avversario con il gancio sinistro, il suo colpo più efficace. Se sono mancati i colpi doppiati, dall’altra parte la frequenza con cui il gancio è andato a segno si è rivelato presto il leitmotiv in grado di far pendere la bilancia del verdetto dalla parte di Marsili. Il suo vantaggio si è concretizzato largamente nella prima parte del match, quando Miszei non ha potuto fare altro che limitarsi ad assorbire i tanti colpi ricevuti. Nella seconda parte dell’incontro Marsili ha quindi iniziato a controllare la situazione limitando al massimo i rischi. Salvo che nel corso della nona ripresa, quando ha ripetutamente messo in difficoltà l’ungherese, parso ai limiti del tracollo e salvato infine dalla campanella. Dopo la proclamazione del verdetto, il pugile di Civitavecchia ha ricordato come Miszei fosse avversario ostico, proprio per la sua altezza e l’ottimo senso tattico con cui è solito presidiare il ring. Allo stesso tempo Marsili si è detto convinto di aver regalato momenti spettacolari al pubblico di Viterbo, dichiarando inoltre la sua speranza in una sfida di livello mondiale. A questo proposito va ricordato che Franco Cherchi, con la sua organizzazione Opi 2000, sta lavorando per concretizzare il sogno di Marsili, con un match che potrebbe svolgersi proprio nel nostro paese e costituire il degno punto di arrivo per una carriera di assoluto rilievo.