L’ultimo Clasico, in Coppa del Re, è finito come al solito: Barcellona vincente e festante, Real Madrid sconfitto con disonore, non tanto per il ko, peraltro di misura, quanto per il gioco e soprattutto la pessima immagine offerta di sè. L’immagine di Pepe che ‘passeggia’ sulla mano di Messi ha fatto il giro del mondo, additando il portoghese a ‘Nemico Pubblico N. 1’. Per analizzare i molti spunti forniti dall’eterno duello Real-Barça e i possibili sviluppi di mercato tra Italia e Spagna, abbiamo chiesto l’intervento, in esclusiva per IlSussidiario.net, di Andrea De Benedetti, firma di prestigio, tra gli altri, per il Guerin Sportivo, GQ ed Il Manifesto.
De Benedetti, il Real si libererà mai dell’incubo Barcellona?
Effettivamente è un incubo, come dice lei, soprattutto al Bernabeu, dove Guardiola non ha mai perso. 5 vittorie e 2 pareggi: un ruolino incredibile, che non ha precedenti nella storia. Inoltre il tecnico del Barça è riuscito anche a riequilibrare il ruolino complessivo degli scontri diretti (che attualmente è di 86 vittorie per uno, ndr).
Cosa la colpisce di più dei continui rovesci delle merengues?
Il fatto che Mourinho non riesca a dare un’identità ben definita alla sua squadra, che sia alternativa a quella del Barcellona. Anche il suo continuo ondeggiare tra le soluzioni tattiche più disparate, mi pare che serva solo a convincere i giocatori del Real della loro inferiorità rispetto all’avversario. Nell’ultima gara, poi, ho visto da parte loro un agonismo feroce, violento, quasi delinquenziale.
Ben esemplificato dal famigerato Pepe. E il Barcellona, per non gettare benzina sul fuoco, ha persino deciso di rinunciare al ricorso.
La giudico una decisione molto saggia, è evidente che attendano la pronuncia della Commissione Disciplinare. Tanti assicurano che Pepe sia un ragazzo timido e di buon cuore fuori dal campo, ma dentro il campo va letteralmente fuori di testa, soprattutto contro il Barcellona. I suoi atteggiamenti stanno danneggiando l’immagine del Real, tanto che, se fossi in loro, non lo schiererei più contro i blaugrana. Altrimenti è quasi matematico che si ripetano certi episodi…
I tifosi madridisti iniziano ad esser stufi di tutte queste sconfitte, soprattutto per il modo in cui arrivano, ed accusano Mourinho. Addirittura in tanti vorrebbero che facesse le valigie.
Intanto, Mourinho è ancora in corsa per tutto: nella Liga ha 5 punti di vantaggio sul Barça, in Champions ha fatto benissimo, solo la Coppa del Re mi sembra compromessa. Poi è chiaro, ‘tituli’ a parte, da quando c’è lui, l’immagine del Real è notevolmente peggiorata. Gli era stato chiesto di invertire i rapporti di forza con i rivali, ma non c’è minimamente riuscito.
Lo rivedremo in Italia, secondo lei?
Tutto può essere. Io, però, sono convinto di una cosa: non credo che il Real Madrid lo licenzierà mai. Il suo arrivo è stato voluto dal presidente Florentino Perez in ossequio ad una certa politica. Tradizionalmente il tecnico del Real è una persona ‘debole’, con lui, invece, si è andati in tutt’altra direzione. Cacciarlo vorrebbe dire sconfessare sé stessi. Piuttosto, potrebbe essere lo stesso Mourinho a chiedere di andarsene, se i suoi rapporti con l’ambiente dovessero precipitare.
Il futuro di Guardiola, invece, come lo vede?
Guardiola è uno che non ama i cicli lunghi, lo ha sempre detto, così come ha sottolineato che essere obbligati a vincere sempre logora. Lui, stando alle sue parole, se ne andrà solo quando capirà che qualcosa si è rotto, e finora non mi pare che sia successo. Io dico che all’orizzonte c’è il suo rinnovo per un altro anno, come è sua abitudine, poi in futuro sarà lui a decidere.
Tornando a Madrid, sembra che la Juventus abbia individuato in Gonzalo Higuaìn il centravanti di livello mondiale per primeggiare anche in Europa.
La fattibilità dell’affare dipende da molti fattori, in primis dal fatto se ci sarà ancora Mourinho a comandare, e quindi a fare il mercato. Lui è un grandissimo goleador, e credo che il Real non se ne priverà per meno di 35-40 milioni: non so se la Juve ce li abbia tutti questi soldi.
Per l’immediato la Juve corteggia Caceres: dopo l’ottimismo iniziale, adesso l’uruguagio sembra un po’ più lontano.
Sì, ed è la stessa percezione che hanno in Spagna. Secondo me dipenderà tutto dalla Juve. Al Siviglia le cose vanno male, c’è stato pure un avvicendamento in panchina, non so se vorranno davvero cedere il giocatore.
Il Milan avrebbe già bloccato Keita per giugno: è la scelta giusta per il centrocampo di Allegri?
Sì, ho sentito anch’io queste voci, ma non so quanto ci sia di vero. Al Barcellona Keita è quasi il braccio destro in campo di Guardiola, i due sono legati da un rapporto che oserei definire fraterno. Mi pare strano che venga lasciato andare via, comunque parliamo di un giocatore ‘normale’ rispetto a molti suoi compagni di squadra, ma che nel campionato italiano potrà dire sicuramente la sua.
Come giudica, infine, l’uscita di Luis Enrique sul rinnovo? Ha detto: “Devo prima meritarmelo”, con un’onestà intellettuale abbastanza rara nel calcio.
Che Luis Enrique sia una persona intelligente non ho mai avuto dubbi. Anche da calciatore non diceva mai cose banali, è sempre interessante stare lì ad ascoltarlo. Sul rinnovo si è espresso bene e mi sembra, comunque, che i risultati gli stiano dando ragione. E’ stato bravo, tra l’altro, a recedere da alcune sue convinzioni e adattarsi all’habitat circostante. Le sue idee sono interessanti, sta lanciando molti giovani, ma naturalmente occorre pazienza, che a Roma non è la virtù più diffusa. Tra i nuovi mi sta stupendo in positivo Lamela: non credevo che fosse così forte.
(Alessandro Basile)