Secondo acquisto per il Barcellona 2014-2015. Sta prendendo corpo la squadra che deve riscattare una stagione negativa (solo la Supercoppa di Spagna, cioè niente per un club che ha vinto 15 trofei in cinque anni). Dopo la firma di Marc-André ter Stegen, che ovviamente ha fatto seguito al ritorno di Luis Enrique che qui ha giocato per otto annate e allenato la formazione B per altre tre, ecco un altro acquisto. Che non è tale perchè formalmente si tratta di un calciatore che era stato mandato in prestito a maturare esperienza; ma non è un rientro normale. Gerard Deulofeu è un predestinato: è uno di quei calciatori che, ancora quando militano nelle squadre giovanili, brillano già di una luce che fa dire agli addetti ai lavori che il futuro gli appartiene, e anche una fetta bella grossa. Alla Masia ovviamente lo hanno capito subito: magari non dal 2003 quando si è presentato (aveva 9 anni), ma di certo a cominciare dal 2011, quando ha mosso i primi passi nel Barcellona B. Pensateci: in prima squadra Pep Guardiola guidava gli Illegali alla conquista del mondo, e i tifosi sognavano di vedere un giorno Deulofeu. Nato nel a Riudarenes (ovviamente in Catalogna), prometteva talmente bene che è stato spedito a farsi le ossa in Premier League, all’Everton; non ha avuto la fortuna dei Messi e degli Xavi, cioè quella di trovare subito spazio in blaugrana, era chiuso da campioni e allora via a formarsi all’Everton, dove ha sfiorato la qualificazione in Champions League, segnato 5 gol in 14 partite e fatto breccia nel cuore di tifosi e compagni, se è vero che nel momento dell’addio gli hanno regalato un poster con le foto di tutti e la scritta “Grazie Gerry!”. Perchè sì: Deulofeu sarebbe anche rimasto a Goodison Park e i Toffeemen l’avrebbero tenuto senza pensarci due volte, ma quando ti chiama l’Alma Mater non ti puoi esimere. E allora, il ragazzo ha scritto una lettera di commiato a tutto l’Everton, ringraziando per lo splendido anno e facendo sapere di sentirsi orgoglioso per quanto fatto con la maglia blu. “Vi porterò sempre nel cuore” conclude Gerard; che però adesso torna a casa. Dove Luis Enrique studia un sistema per farlo partire titolare, o comunque per regalargli tanto spazio; forse non è un caso che torni nell’anno in cui Carles Puyol, il “capitano eterno” del Barcellona, ha salutato la squadra. Se sarà così lo vedremo.
(Claudio Franceschini)