Il Napoli batte il Bologna, scavalca nuovamente l’Inter e si mette comodo in plotrona a tifare Fiorentina nel posticipo domenicale, che vede impegnato il Milan nell’insidiosa trasferta di Firenze. A mezzogiorno la Juve, grazie a Toni, ha ragione di un genoa gagliardo, mentre nel pomeriggio si registrano vittorie pesanti di Lazio e Lecce. Si dividono la posta Palermo e Cesena, così come fanno Bari e Catania. Tutti i discorsi restano aperti. In attesa del Milan.
Juventus-Genoa (3-2): la Juventus di Del Neri ottiene la terza vittoria consecutiva in campionato ed approfitta al meglio della sconfitta dell’Udinese nell’anticipo di ieri sera, facendo un passo deciso verso la zona alta della classifica. La vittoria odierna, ai danni di un buon Genoa, porta le firme di Pepe, Matri e Toni, abili a riacciuffare due volte il pareggio prima di mettere a segno la stoccata vincente con l’ex di turno. Il Genoa aveva chiuso in vantaggio la prima frazione: al termine dei primi 45 minuti, giocati un pò sottoritmo anche a causa del gran caldo, decideva la clamorosa e sfortunatissima autorete di Bonucci realizzata al settimo minuto, che infilava imparabilemte Storari nel tentativo di neutralizzare un cross di Antonelli dalla sinistra. La seconda frazione è una girandola di emozioni: a Pepe bastano 5 minuti per incornare alle spalle di Eduardo un preciso cross a centroarea del compagno Aquilani. Altri 5 minuti sul cronometro e Floro Flores spegneva i sogni di gloria bianconeri: la sua girata di destro a centroarea, su passaggio di Antonelli, strappava gli applausi del pubblico presente. Le emozioni non si fermano certo qui: abbonati alla regola dei 5 minuti, ci pensa Matri a fare 2 a 2. Dribbling secco a centroarea e palla in fondo al sacco. Da applausi. Così come d’applausi la giocata di Toni su Dainelli a 7 minuti dalla fine: dribbling secco sull’ex compagno e destro alle spalle di Eduardo. Assist decisivo di Aquilani. Juventus batte genoa 3 a 2.
Bologna-Napoli (0-2): i sogni tricolore dei partenopei passano da qui. La gara di oggi, vinta d’autorità dal Napoli di Mazzarri, manda un chiaro segnale alle milanesi: non molleremo fino alla fine. A Bologna succede tutto nel primo tempo. Alla mezz’ora è Mascara a portare in vantaggio i partenopei al termine di un’azione condotta magistralmente da Maggio e Lavezzi sulla destra; passaggio filtrante del primo al limite dell’area piccola, colpo di tacco del secondo, pasticcio inaudito del portiere Viviano che non trattiene la palla e tap-in di Mascara: ecco le componenti decisive della miscela che porta in vetta alla classifica. Il 2 a 0 è la realizzazione di un penalty nei minuti di recupero: la freddezza dello slovacco Hamsik dagli undici metri, che spiazza nettamente Viviano, è indice della tranquillità che si respira in tutto l’ambiente azzurro. Un ambiente che sogna in grande.
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Lazio-Parma (2-0): la Lazio vince e convince: con il successo odierno i capitolini scavalcano l’Udinese assestandosi al quarto posto, rintuzzano gli attacchi di Roma e Juventus e possono guardare con maggiore serenità al futuro. Il Parma, dal canto suo, subisce una punzione severa e la situazione si complica molto: la lotta salvezza è una dura realtà e il quart’ultimo posto, in coabitazione con la Sampdoria, non può far piacere al presidente Ghirardi. La prima segnatura la sigla Hernanes (all’ottavo gol in campionato) con un gioco di prestigio: sull’assist di Brocchi l’attaccante laziale mostra tutto il repertorio, illuminando la scena con uno stop di petto sontuoso, un controllo nello stretto di sinistro e una gran botta sotto la traversa alle spalle di un Mirante vaneamente proteso in tuffo. Il 2 a 0 porta la firma di Floccari: sull’assist al bacio di Hernanes, l’attaccante laziale è bravissimo a scattare sul filo del fuorigioco, bruciare Lucarelli in velocità dopo un bellissimo controllo volante e battere Mirante in uscita. Una Lazio troppo forte per questo Parma.
Palermo-Cesena (2-2): clamoroso al Barbera. Il cesena pareggia al sesto minuto di recupero e condanna il Palermo ad un’altra settimana di passione. Eppure la gara, dopo solamente 35 minuti, sembrava chiusa. A Kurtic, al primo gol in serie A, bastavano 5 minuti per battere Antonioli al termine di un’azione magistrale condotta sull’asse Miccoli-Liverani: l’apertura del centrocapista per Balzaretti sulla fascia, prima che quest’ultimo facesse partire l’assist decisivo per il giovane attaccante, è da far vedere nelle scuole calcio. Il 2 a 0, che porta la firma di Pinilla, abile e fortunato a deviare sottoporta una staffilata di Balzaretti, traghettava in porto una gara fino a quel punto dominata dai padroni di casa. La ripresa scivola via nell’anonimato fino ai minuti di recupero: al secondo minuto ci pensa Parolo ad accorciare le distanze sugli sviluppi di un’azione da calcio d’angolo battuto da Giaccherini. Ma l’emozione più vera deve ancora arrivare: è il sesto minuto di recupero quando Giaccherini scarica alle spalle di Sirigu un destro da fuoriarea sugli sviluppi di un rimpallo fortunoso. Palermo e Cesena finisce malissimo: rissa in campo sotto gli occhi di un pubblico allibito.
Cagliari-Brescia (1-1): i padroni di casa trovano la rete del vantaggio al 22esimo minuto della prima frazione: il gol porta la firma di Cossu, ma il demerito è tutto del portiere bresciano Arcari che, su un lancio da oltre 60 metri, esce con la tranquillità e la lentezza di un principiante facendosi anticipare da Cossu che, a porta sguarnita, non può che mettere dentro la palla del vantaggio. Le cose in casa Brescia le mette a posto Caracciolo al sedicesimo della ripresa: l’Airone incorna splendidamente da centroarea un cross al bacio di Diamanti su punizone. Un pareggio che scontenta tutti: il Cagliari che non fa il salto decisivo verso l’Europa e il Brescia che resta invischiato nell’aspra lotta salvezza.
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Bari-Catania (1-1): lo si era capito già domenica scorsa: il Bari lotterà fino alla fine, senza fare sconti a nessuno. Il pareggio di oggi suona come una condanna per i pugliesi, che meritano comunque gli applausi più convinti del pubblico per la sportività con cui sta affrontando questo finale di stagione. I padroni di casa passano in vantaggio al 33esimo minuto di una prima frazione intensa: sugli sviluppi di un corner è Gazzi ad incornare sugli sviluppi del cross. Da rivedere però la marcatura del difensore siculo Carboni sul numero 14 barese, in occasione del gol. Neanche il tempo di esultare che Maxi Lopez fa 1 a 1. L’attaccante realizza una rete di sopraffina classe in cui mette in mostra tutte le sue potenzialità: “veronica” al limite dell’area per saltare i due marcatori e colpo sotto per scavalcare Gillet, da centroarea, con un tocco dolce come lo zucchero che, per il portiere di casa, diventa amarissimo. Una gara intensa, giocata da due squadre che non molleranno fino alla fine.
Sampdoria-Lecce (1-2): un Lecce corsaro a Marassi inguia sempre più una Sampdoria preda delle proprie paure. Il Lecce trova la via del gol a 5 minuti dal termine della prima frazione: il bomber navigato Di Michele, dopo una serie di rimpalli in area doriana, è lestissimo a battere Curci con un destro secco e forte tra una selva di gambe avversarie. Lecce che raddoppia nella ripresa: Olivera, su assist di Di Michele, ammutolisce Marassi al ventesimo minuto. Palla in profondità per l’attaccante che, dopo una prima conclusione ribattuta, è lestissimo a tornare in possesso della palla e battere Curci con un diagonale secco e preciso sul secondo palo. La Samp preme, accorcia con Maccarone bravo a scaricare alle spalle di Rosati una palla vagante dopo un’azione insistita di Guberti, ma non va oltre: la sconfitta di oggi suona come una condanna. Salvarsi sarà durissima.