Recentemente dal consigliere del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky Mykhailo Podolyak è arrivata la controversa richiesta di rimuovere il diritto di voto europeo ad Ungheria e Slovacchia accusandole di bloccare ogni iniziativa dell’Unione: una misura che – ovviamente – per ora non ha ricevuto nessun tipo di consenso da parte di nessuno dei 27 paesi UE e che è destinata a far discutere per diversi giorni, con alcuni critici – ma ci torneremo tra qualche riga – che temono che potrebbe finire per ritorcersi contro la stessa Ucraina che auspica (estromettendo dalle decisioni i due paesi) di ottenere più facilmente il sostegno spesso richiesto in questi tre anni di conflitto contro la Russia.
Partendo dal principio, non è chiaro quale sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso dell’Ucraina, ma secondo le parole di Podolyak Ungheria e Slovacchia “bloccano costantemente, ad un livello o all’altro, qualsiasi iniziativa dell’Unione Europea” e per riportarle tra i ranghi l’ipotesi mossa dal consigliere di Zelensky è quella di impedirgli di esercitare il loro diritto di voto: da un lato – infatti – il governo ungherese in questi tre anni non è mai uscito dalla sfera di influenza russa; mentre quello slovacco (che fino ad ora ha sempre sostenuto gli sforzi militari di Kiev) è recentemente cambiato con una nuova formazione che sembra intenzionata a limitare il coinvolgimento del paese nel conflitto.
Perché la proposta dell’Ucraina di estromettere Ungheria e Slovacchia dalle decisioni UE è pericolosa?
Insomma, secondo uno dei consiglieri più influenti del presidente dell’Ucraina, Ungheria e Slovacchia on dovrebbero più godere della loro libertà di voto nelle decisioni ed iniziative dell’Unione Europea, aprendo così ad un maggiore supporto allo sforzo bellico di Kiev; ma sono stati parecchi gli osservatori e i critici ad opporsi fermamente a questa ipotesi sottolineando – in particolare – che minerebbe nel profondo la democrazia alla base dell’UE creando un pericoloso precedente, il tutto peraltro suggerito da un paese (appunto, l’Ucraina) che solo recentemente ha annullato le elezioni governative a causa – così spiega Zelensky – del conflitto in corso che renderebbe pericoloso l’intero processo di voto.
Se la scelta di estromettere dalle decisioni i due paesi oppositori di Kiev venisse presa sul serio, la sensazione dei critici è che si creerebbe un ulteriore distanza tra i paesi europei ‘forti’ e quelli dell’Est (che di per sé già si sentono emarginati nei processi decisionali); così come al contempo senza l’eventuale supporto da parte di Ungheria e Slovacchia si indebolirebbe anche l’entità degli aiuti a Kiev, il tutto creando – anche a fronte dell’ovvio diniego da parte degli altri 25 stati membri – un ulteriore clima negativo nei rapporti tra il governo ucraino e quello dei due attuali paesi più critici.