La prima volta di Flavia Pennetta a Indian Wells regala al tennis italiano una grande gioia, perché probabilmente è il successo più prestigioso di sempre dopo quello di Francesca Schiavone al Roland Garros. La vittoria di Flavia testimonia il ritorno ai massimi livelli di questa straordinaria tennista, che solo poco più di un anno fa sembrava a un passo dal ritiro a causa di numerosi problemi fisici. Era scesa fino al numero 166 del ranking Wta, ora tornerà ad essere la numero 12, ad un passo da quelle top-ten che lei per prima raggiunse nella storia del tennis italiano. Nella finale del torneo californiano la Pennetta è stata anche aiutata dalla fortuna, visto che ha affrontato una Agnieszka Radwanska in non perfette condizioni fisiche. Aveva però dimostrato tutto il suo talento sconfiggendo nei quarti la statunitense Sloane Stephens e ancora di più in semifinale dove ha battuto la numero 2 del Mondo, la cinese Na Li. Per parlare quindi della vittoria della tennista pugliese nel torneo di Indian Wells, abbiamo sentito Paolo Bertolucci. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Cosa rappresenta nella carriera di Flavia Pennetta questo titolo a Indian Wells? Una grande vittoria, la più importante della sua carriera in uno dei tornei più prestigiosi del mondo. La consapevolezza che Flavia è cresciuta tantissimo in questi anni, è diventata donna ed è migliorata anche nel suo modo di giocare. A ventidue anni forse potrebbe essere più facile raggiungere certi risultati, raggiungerli a trentadue testimonia la sua grinta e la sua determinazione. Complimenti Flavia!
Finale anomala però, con la Radwanska infortunata e semi-immobile: quanta concentrazione ci vuole per affrontare un’avversaria palesemente non al top? Questo ha sicuramente avvantaggiato Flavia, che però aveva dimostrato il suo valore vincendo con la Stephens ai quarti e con Na Li in semifinale. Aveva già meritato di vincere a Indian Wells. Poi se la Radwanska fosse stata in buone condizioni fisiche non so come sarebbe finito questo match. Certo sarebbe stato molto difficile…
Quanto conterà la fiducia per il prosieguo della stagione? Vincere qui a Indian Wells può aver dato sicuramente a Flavia una carica in più, molta autostima e la convinzione di poter disputare un’ottima stagione.
Fuori dalle 100 nel maggio di un anno fa, oggi numero 12: quali gli orizzonti per Flavia nel tennis di oggi?
Le manca poco per entrare tra le prime dieci giocatrici del mondo, e da qui agli Us Open avrà certamente la possibilità di poter realizzare questo suo desiderio.
Qualcuno diceva che vincendo meno in doppio di quanto faceva un tempo, Flavia sia aiutata nell’essere più in forma per i singolari: condivide? In effetti questa cosa vale per tutte, per Flavia come per Sara Errani e Roberta Vinci. Sanno che avranno più energie da spendere rinunciando in parte al doppio. Per Flavia questo potrebbe contare molto, visto che ha già trentadue anni.
Tra poco arriverà la stagione sulla terra: sarebbe giusto puntare a quella con particolare attenzione su Roma e sul Roland Garros, sacrificando altri tornei? Penso che anche Flavia voglia privilegiare questi due tornei e li abbia come obiettivo principale, come è stato sempre per i tennisti e le tenniste italiane. Roma poi per noi ha veramente un significato particolare e fare bene lì avrebbe un valore doppio.
Sara Errani sembra invece essere in calo: solo un momento passeggero come tanti ce ne sono, o pensa che abbia già espresso il suo massimo? Il tennis che fa Sara è sempre molto dispendioso, è un gioco che le fa bruciare tante energie. Normale che non si possa essere sempre al top della condizione fisica. (Franco Vittadini)