Fare il possibile per fermare Fabian Cancellara sarà il tema principale della Parigi-Roubaix 2013, che si correrà oggi. Il corridore svizzero, dopo il fresco successo nel Giro delle Fiandre, è annunciato in grande forma: la dimostrazione di forza sui Muri è stata impressionante e ora si cercano avversari, soprattutto perché mancheranno i due rivali sulla carta più temibili, il belga Tom Boonen che è stato vittima di una caduta proprio al Fiandre e lo slovacco Peter Sagan, che non partecipa per scelta tecnica. Tutto però è possibile in questa corsa totalmente pianeggiante, eppure difficilissima a causa dei micidiali tratti in pavé della campagna del nord della Francia: in totale 27 tratti su pietre quasi più duri di un arrivo in salita, sparsi su 254,5 chilometri (di cui 52 sul pavé). Quest’anno la Foresta di Arenberg, punto cruciale della corsa, arriverà ben 14 chilometri prima rispetto al solito: questo significa che già a circa 95,6 chilometri dal traguardo saranno pochi i corridori a contendersi il successo finale. L’Italia spera nelle prodezze ciclistiche di Filippo Pozzato e di Daniel Oss per tornare alla vittoria che ci manca dal 1999. Per parlare della Parigi-Roubaix abbiamo sentito proprio l’ultimo vincitore azzurro, Andrea Tafi. Eccolo in questa intervista per IlSussidiario.net.
Come vede questa edizione della Roubaix? La vittoria di Cancellara al Giro delle Fiandre mi ha molto impressionato. Ha conquistato questa corsa con una facilità estrema, dimostrando tutta la sua classe.
Quindi è Cancellara il grande favorito? Vedendo come sta andando credo proprio che non dovrebbe fare fatica ad imporsi. E’ vero che ci sono sempre gli imprevisti che possono determinare una gara, come una foratura o il maltempo, ma sulla carta Cancellara è veramente strafavorito.
Peccato per l’assenza di Boonen: perdiamo il principale sfidante? Sì, ma Boonen si è fatto male al Giro delle Fiandre e quindi posso capire la sua assenza alla Roubaix.
Cosa pensa invece della scelta di Sagan di non partecipare? Nel suo caso, credo che d’accordo con la squadra abbia scelto di non partecipare alla Roubaix: secondo me però così perderà un’occasione per fare esperienza in una gara così importante.
Chi potrebbe impensierire Cancellara? I suoi principali rivali saranno Boasson Hagen, Hushovd e Flecha, che mi sembrano i corridori in grado di dare più fastidio a Cancellara.
Qualche outsider inatteso ci potrà essere? Come possibile outsider mi aspetto molto da Daniel Oss, il corridore italiano che in futuro potrebbe interrompere il digiuno di vittorie degli italiani. E’ dal 1999, quando arrivò il mio successo, che non ci aggiudichiamo questa classica.
Gli altri italiani cosa potranno fare?
Pozzato potrebbe fare molto bene. Lui è un corridore adatto per questo tipo di corse, riesce a dare il meglio di sé stesso nelle classiche. Questa volta potrebbe fare anche bottino pieno.
Quali sono le particolarità di questa corsa? La prima parte della corsa, cioè i primi 100 chilometri, sono in asfalto. Poi iniziano i tratti in pavé dove i corridori a poco cominciano a allungarsi, fino alla Foresta di Arenberg dove quasi sempre si decide la Roubaix. Poi ci sono i tratti in pavé nel finale che decidono la gara.
Dove si deciderà questa Roubaix? Come al solito sarà proprio la Foresta di Arenberg il punto cruciale della corsa.
Che ricordi ha della vittoria nella sua Roubaix? Partii a 36 chilometri dall’arrivo e arrivai da solo con 2’14” su Peeters. In effetti ho avuto sempre un rapporto splendido con la Roubaix, dove ho collezionato anche due altri podi con un terzo e un secondo posto, e una serie di piazzamenti.
Così è nato rapporto speciale con questa leggendaria corsa, come ricorda la sua ultima Roubaix? Entrai nel velodromo solo in 42a posizione ma il pubblico mi tributò un applauso incredibile, come se fossi il vincitore.
(Franco Vittadini)