«Il mio Brescia era simile al Barcellona di Guardiola». Lo diceva poche settimana fa Carletto Mazzone in un’intervista sul quotidiano Tuttosport. Trovava, nel gioco degli spagnoli, alcune assonanze con il suo Brescia, trascinato ad alti livelli dalla classe di giocatori del calibro di Roberto Baggio e Pep Guardiola. Il rapporto tra il tecnico romano e il giovane tecnico del Barcellona non è mai venuto meno. Tanto che oggi è successo una delle situazioni che fanno ancora amare il mondo del pallone.
La scena potrebbe essere più o meno la seguente. Pep Guardiola dalla camera dell’albergo, che ospita la formazione blaugrana, chiama il suo maestro Mazzone. «Buongiorno, come sta? Verrebbe a vedere la finale di Champions all’Olimpico?» chiede la voce al telefono. Mazzone: «Scusi, ma chi parla». «Mister, sono Pep Guardiola». Mazzone è visibilmente commosso e rimane quasi impietrito per le parole del suo ex giocatore «L’ho avuto come giocatore due anni a Brescia ma non mi aspettavo di essere ricordato da Pep Guardiola nel suo momento più importante, la finale Champions all’Olimpico. Invece mi ha chiamato per salutarmi e invitarmi alla finale dell’Olimpico con il Manchester. Io ho detto, ‘ma chi parla?’ E lui, ‘sono Pep Guardiola’. Pensavo a uno scherzo. Sono veramente commosso, Pep è stato meraviglioso». I maestri, nella vita come nel calcio, contano più di qualsiasi cosa. Forse addirittura anche di una finale di Champions League