È tornato in punta di piedi, si è seduto silenzioso sulla panchina del suo Zaccaria come non fossero passati 16 anni. Ha riconquistato una città che non lo aveva mai dimenticato ed è tornato ad essere sé stesso, come ha sempre fatto, anche quando esserlo gli è costato qualche panchina e il dimenticatoio. Sono passati 16 anni, ma è come fosse ieri. Con quel modo di fare burbero, quel suo essere silenzioso e lasciare parlare il campo ed il calcio, quello vero.
E come sempre sono stati gli altri a parlare di lui, a chiamarlo e intervistarlo perché ha sempre qualcosa d’interessante da dire. “Mi trattano con rispetto eccessivo. Siamo tutti uguali, se sono qui è perché valgo la Lega Pro, evidentemente.” Parole e umiltà del boemo, per il quale passa il tempo, ma la filosofia rimane la stessa “É passato molto tempo e certe mie vecchie idee ora sono condivise. Prendiamo la preparazione atletica. Quando cominciai ad allenare, molti giocatori erano abituati a fare due giri di campo e poi subito la partitella; logico che le mie squadre, sottoposte a un lavoro fisico duro e metodico, alla domenica corressero il doppio delle altre. Oggi la parte atletica è curata ovunque, non posso più marcare una differenza in quel senso”.
Non si sente più un anticipatore, lo scettro lo ha preso il Barcellona di Guardiola, (“ha occupato il terreno alla mia maniera, ma sviluppando possesso palla anziché verticalizzazione”). Critica Mourinho e Hiddink per la mentalità difensiva con il quale hanno affrontato lo stesso Barca “per diventare un modello devi attaccare, non distruggere" ma non accetta la diffusa idea che le sue squadre non abbiano una difesa affidabile “non sono orgoglioso di avere la difesa più battuta dei campionati professionistici. […] In carriera, e la cosa non è mai stata granché sottolineata, soltanto una volta ho chiuso un torneo con la difesa peggiore. E comunque non sono retrocesso nemmeno quella volta”.
Poi una battuta sulla Juve attuale e sulle possibilità che ha avuto di allenarla in passato “La Juve di oggi, non gioca il mio calcio. Da ragazzo sognavo di sedere su quella panchina, ma ebbi l’opportunità solo nell’ultimo anno di Boniperti. Ad oggi è improponibile.” E quando gli si chiede se tornerà in serie A con il Foggia lui glissa “Ci utilizzeremo a vicenda per divertirci. Se poi cominceremo a salire, immagino che il divertimento sarà maggiore.” Musica e parole di Zdenek Zeman.