ALESSIA PIFFERI, IL PIANO DELLA DIFESA PER LA PERIZIA
La difesa di Alessia Pifferi punta su una nuova perizia psichiatrica per riaprire il caso dopo la condanna all’ergastolo in primo grado. Per l’avvocato Alessia Pontenani, che assiste la donna che lasciò morire di stenti la figlia Diana, la proposta di matrimonio ricevuta dalla sua assistita in carcere potrebbe essere un ‘assist’ in tal senso. Il caso risale all’agosto scorso, quando Pifferi ha ricevuto una lettera da un ammiratore misterioso che si è fatto avanti, dichiarando il suo amore per lei e arrivando poi a chiederle di sposarlo. Una proposta che la donna ha accettato senza alcuna esitazione.
“Questa lettera le arrivò incredibilmente da una persona di cui non sappiamo nulla proprio il giorno del suo compleanno“, ha raccontato il legale di Alessia Pifferi a Quarto Grado. “Vorrei che si comprendesse la facilità con cui la mia assistita si lascia abbindolare da chicchessia. Una donna di quasi 40 anni riceve una lettera da uno sconosciuto che le chiede di sposarlo per procura e dice sì. Questo dimostra che è una persona estremamente bisognosa di affetto e amore, ma questo la rende pericolosa per se stessa“, ha aggiunto Pontenani, la cui missione è riuscire a ottenere il riconoscimento della seminfermità mentale per la sua assistita.
“Sarei già contenta se mi facessero rivalutare da un collegio peritale, ma non sono ottimista“. Per quanto riguarda, invece, le condizioni attuali di Alessia Pifferi, ha spiegato nello studio di Gianluigi Nuzzi che da circa un mese non si trova più in isolamento, ma condivide la cella con un’altra detenuta. “Ha avuto un peggioramento, un deterioramento delle capacità cognitive“, ha precisato.
LA PROPOSTA DI MATRIMONIO CHOC E LA REPLICA DI ALESSIA PIFFERI
Il supposto pretendente, prima di chiederle di sposarla, ha addirittura espresso ammirazione nei riguardi di Alessia Pifferi per aver lasciato morire di stenti la figlia, come rivelato da Quarto Grado, che ha pubblicato alcuni stralci. “Mia cara Alessia, ti scrivo per dirti che hai fatto bene a lasciar morire la tua piccola Diana in quel modo e quando ho saputo ho avuto una goduria estrema e mi sono innamorato di te. E adesso ti volevo fare la proposta di matrimonio. Alessia: mi vuoi sposare? Io ti amo Alessia, sono innamorato di te“.
Pur non conoscendo il mittente di quella lettera, Alessia Pifferi accetta con entusiasmo la proposta di nozze e gli chiede di essere portata via dal carcere: “La tua lettera mi ha lasciato senza parole veramente, la mia risposta alla tua proposta di matrimonio è… sììì. Voglio sposarti, voglio diventare tua moglie. Io sono una donna molto, molto, dolce, solare, affettuosa, premurosa, calda a livello sessuale se il mio uomo mi prende molto, mi piace molto tenermi come donna…“.
Era il 24 agosto scorso, erano passati due anni dalla morte della figlia e tre mesi dalla condanna all’ergastolo. Questa lettera, per il legale di Alessia Pifferi, dimostra la sua incapacità di giudizio, per questo l’ha depositata per usarla per far valere le sue ragioni.