Il cuore granata pompa sangue bresciano. Si potrebbe usare un po’ di retorica, cara a molti tifosi del Toro, per descrivere uno degli eroi della vittoria di Sassuolo. Perché dietro l’impresa degli uomini di Colantuono c’è un giovane bresciano doc: Gigi Scaglia. Il fenicottero, com’era chiamato ai tempi delle Rondinelle, è l’uomo partita della serata del Braglia. Senza nulla togliere a Bianchi e compagni, che hanno lottato fino all’ultimo secondo, è il ragazzo di Trenzano, paese della bassa bresciana, che ha indirizzato sui binari giusti la semifinale.
Un assist, un gol e un palo: cosa chiedere di più? Secondo minuto: pallone a Gigi che senza pensarci pennella un delizioso esterno sinistro che si va a infilare nell’angolino. Scoppia la gioia del popolo granata (in 5000 a Modena) e il sorriso del presidente Urbano Cairo, seduto in panchina vicino a mister Colantuono. Una vita nel Brescia, cresciuto nelle giovanili delle Rondinelle. Una scelta di vita. Lui corteggiato dall’“odiata” Atalanta, optò per i biancazzurri solo per la vicinanza rispetto a Zingonia. «A gennaio in tempi non sospetti – racconta a ilsussidiario.net Leonardo Mantovani una vita nel settore giovanile biancazzurro ora dirigente del Napoli – dissi a Maurizio Micheli (allora ds del Brescia): se c’è un ragazzo che dobbiamo riportare a casa quello è Gigi. Lui era in prestito al Lumezzane e anche lì stava facendo vedere tutto il suo valore. Allora si presero altre decisioni e oggi sono contento per quello che sta dimostrando al Toro».
Un bresciano doc che affronta la squadra della sua città in una delle gare più importanti della sua stagione, forse le gambe tremeranno. Non secondo Mantovani che anzi sottolinea come il numero 86 granata darà il massimo nel doppio spareggio per la A. «Scaglia credo che dentro di sé abbia un senso di rivalsa nei confronti del Brescia. Dimostrerà che è un giocatore forte e vorrà dimostrare a chi non ha voluto investire fino in fondo su di lui che si sbagliava. Lui, Salgado e Barusso daranno il massimo domani sera. Ne sono certo».
Merito al Torino e a Petrachi che hanno voluto investire su di lui. «Il Toro è stato bravo ad aspettarlo, a non forzare i tempi. Gigi infatti non era mai stato lontano da casa, avendo al massimo giocato a 30 Km da Brescia, a Lumezzane. Ecco perché forse non è esploso subito…». A Brescia qualcuno inizia a tremare, mentre a Torino la Maratona si coccola il suo fenicottero granata. Pronto a spiccare il volo verso la Serie A.
(Eugenio Monti)