Si è chiuso ieri il calciomercato 2013. Un’intera estate di ipotesi, affari, delusioni, scambi e spese (o prestiti e scambi) si è consumata, ora è tempo di bilanci. Il colpo migliore sembra averlo fatto la Juventus: Carlos Tevez ha già convinto tutti con le sue prestazioni, la sua classe e la sua tecnica. Il Napoli e la Fiorentina hanno lanciato la sfida rispondendo con Gonzalo Higuain e Mario Gomez alla formazione bianconera. Forse però il giocatore che sta facendo sognare maggiormente i tifosi, almeno per il suo passato, è Kakà. Vedremo se il suo arrivo al Milan coinciderà con una nuova stagione di vittorie per la squadra rossonera. Non sono mancate anche cessioni eccellenti come Boateng allo Schalke 04, Lamela al Tottenham, Cavani al Paris Saint Germain. Il nostro calcio infatti è sempre costretto a dare un occhio anche al bilancio. Mentre tutti attendono la chiusura della trattativa tra Moratti e l’imprenditore indonesiano Thohir per la cessione dell’Inter, i nostri club con questi nuovi campioni avranno recuperato competitività a livello internazionale? Per fare un bilancio su questo calciomercato 2013 abbiamo sentito il giornalista di Mediaset Maurizio Pistocchi. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Qual è la squadra che ha fatto il miglior mercato tra le grandi? La Juventus si è mossa molto bene acquistando Tevez, idoneo agli schemi tecnico-tattici di Conte perché unisce qualità e quantità, e Llorente a parametro zero.
Chi metterebbe sul podio? Il Napoli ha preso Higuain, un difensore centrale come Albiol e Callejon, la Fiorentina Pepito Rossi e Gomez. Insieme alla Juventus sono le squadre che si sono mosse meglio sul mercato.
Le altre? Buono l’acquisto di Kakà. Potrebbe dare un grande contributo al reparto offensivo del Milan, già molto forte, ma i difensori centrali rossoneri sono di scarsa qualità tecnica. L’Inter ha acquistato una serie di giovani, ma le prime due partite di campionato hanno dimostrato che è la vecchia guardia che rende questa squadra competitiva. La Roma ha venduto Lamela, Marquinhos e Osvaldo, tre grandi giocatori, vedo però il gruppo più compatto dell’anno scorso con Totti che è tornato a fare il centravanti come ai tempi di Spalletti.
Le delusioni tra le grandi? Male hanno fatto la Lazio, che non si è assolutamente rinforzata, e il Genoa. Questa squadra va considerata una grande del calcio italiano perché ha vinto veramente tanti campionati e rappresenta la storia di questo sport in Italia. Il Genoa uscito da questo calciomercato però sembra un insieme di giocatori senza una precisa identità.
Tra le piccole chi si è distinto? Il Verona ha fatto molto bene, in particolare con l’ultimo arrivo Iturbe, che in Argentina stimano molto.
Chi invece si è mosso male? A vedere queste prime due giornate, che però non sono così attendibili, direi il Sassuolo, che comunque ha acquistato nelle ultime ore Marrone e Floro Flores.
Quali sono stati i migliori acquisti? Facile, sono stati proprio Tevez, Higuain e Gomez.
Chi è la promessa italiana di maggior valore? Se sapranno recuperare al 100% dai loro infortuni Mattia Destro e Pepito Rossi saranno le sorprese di questo campionato. Destro dovrà però adattarsi ai nuovi schemi di Rudi Garcia, Rossi potrà fare affidamento sulle sue grandi qualità tecniche.
Quale sarà l’allenatore rivelazione? Mandorlini potrebbe fare molto bene col suo Verona. Penso invece che il flop sarà Liverani, ma questa sarà la stagione che consacrerà definitivamente Vincenzo Montella.
Giudica giuste le regole del calciomercato attuale? Giuste o non giuste che siano, in Italia non ci sono soldi ed è questa la realtà del nostro calcio.
Sono stati però acquistati molti campioni dall’estero. La serie A ha riacquistato appeal? No, non vengono acquistati i campioni come Bale che società come il Real Madrid possono permettersi. Il nostro calcio riflette la grave crisi economica dell’Italia. La Juventus, nostro club più importante, per comprare Tevez ha venduto Giaccherini e Matri. Il Milan ha preso Kakà ma ha ceduto Boateng. Penso che la cosa migliore sarebbe affidarsi a una politica di scouting e puntare a far crescere i giovani dei nostri vivai. (Franco Vittadini)