Germania – Italia, la sfida delle sfide. Stasera a Dortmund si incontrano in amichevole le due nazionali che dopo il Brasile hanno vinto più volte il Campionato del Mondo. Quattro successi per l’Italia, tre per la Germania. Una classica che vede il probabile esordio nell’Italia di Thiago Motta oltre al ritorno di Buffon e di Antonio Cassano. Di tutto questo ci parla Azeglio Vicini, che condusse l’Italia al terzo posto nei Mondiali del 1990, sconfitto ai rigori solo dall’Argentina di Maradona. Eccolo in questa intervista in esclusiva a ilsussidiario.net.
Vicini cosa ne pensa di questa apertura ai giocatori oriundi della Nazionale italiana?
Personalmente preferirei utilizzare giocatori nati in Italia, ma certo le cose stanno cambiando molto in questi ultimi anni.
In che senso?
Tante nazionali utilizzano calciatori oriundi: calciatori non nati e cresciuti nel loro paese.
Secondo lei è giusto questo cambiamento di regole nel calcio contemporaneo?
Credo che definirlo sbagliato potrebbe voler dire cosa esagerata. Infatti ci sono i casi in cui un calciatore è figlio di due genitori di nazionalità diversa e quindi ha tutto il diritto di scegliere per quale nazionale giocare. Poi c’è anche il caso di calciatori che sono cresciuti in determinate nazioni e ne hanno fatto il loro paese adottivo.
Qualche eccezione?
Forse gli organismi internazionali che presiedono il calcio mondiale dovrebbero chiedere a ciascun calciatore di scegliere la nazionale in cui giocare, da giovani. Si eviterebbero quindi cambiamenti di maglie in un’età troppo avanzata per un atleta.
E poi?
Un altro problema è che nelle varie squadre italiani ci sono troppi stranieri. Ma questo è un altro discorso…
Cosa ne pensa quindi della convocazione di Thiago Motta?
Dal punto di vista tecnico niente da eccepire. Thiago Motta è un ottimo giocatore.
C’è anche il ritorno di Buffon…
Buffon è giocatore di grande classe, che Prandelli ha sempre tenuto in considerazione.
Anche Cassano…
Anche su di lui Prandelli punta molto per riportare l’Italia fra le grandi del calcio.
Poi c’è stata la convocazione di Matri…
E’ uno dei giovani attaccanti migliori del campionato. Merita di far parte di questo gruppo.
Prandelli ha un incarico difficile. Come sta lavorando secondo lei?
E’ ancora presto per dirlo, perché è da poco che ha iniziato questa sua avventura in azzurro. Mi sembra in ogni caso che abbia le idee chiare e soprattutto che stia dimostrando tanta serietà e tanto impegno.
Cosa ci vuole per fare bene in Nazionale?
Puntare fino in fondo su alcuni giocatori che devono diventare l’ossatura della squadra.
Intanto c’è questa Germania – Italia, una classica del calcio mondiale…
Una grande classica, che fa sempre venire in mente quella sfida mitica del 1970. Una partita irripetibile. Sono due grandi nazionali che hanno fatto la storia del calcio. Fanno parte di quella schiera di squadre che partono sempre con il ruolo di favorite a ogni competizione calcistica.
(Franco Vittadìni)