Durante una partita di calcio giovanile olandese, alcuni ragazzi della squadra del Nieuw Sloten hanno picchiato e ammazzato di botte il dirigente della formazione avversaria, Richard Nieuwenhuizen, che stava facendo il guardalinee. L’uomo aveva 41 anni e un figlio militante nel Buitenboys, l’altra squadra impegnata nella partita incriminata. A seguito del fatto Edith Shippers, il ministro dello sport olandese, ha dichiarato che la federcalcio oranje e la giustizia reggeranno in maniera molto dura. Per capire come ci si può comportare di fronte ad un episodio del genere, e per un commento generale sull’accaduto, ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva Luigi Garlando, giornalista della Gazzetta dello Sport e scrittore. Ecco le sue impressioni:
Cosa ne pensa della tragedia di Amsterdam? E’ un caso limite ovviamente. Non è la normalità ma la punta dell’iceberg, di un malessere che abbiamo anche da noi in Italia. Una volta si diceva che il sistema era sano alla base e poi si corrompeva man mano che ci si avvicinava al professionismo. Adesso c’è un sistema corrotto già alla base; in Italia abbiamo avuto dei segnali, qualche mese fa era stata interrotta una partita di ragazzini perchè i genitori si picchiavano in tribuna. L’esasperazione a livello giovanile è una frontiera sottovalutata, su cui bisognerebbe sensibilizzare e fare azioni.
Quali ed esempio? Impegnare le scuole nell’educazione al tifo, anche il CONI dovrebbe affrontare il problema. A livello di Gazzetta dello Sport avevamo iniziato una campagna con l’allora direttore Candido Cannavò, dal titolo “Io penso positivo”. Educare i ragazzi fin da piccoli ai valori dello sport, al rispetto di avversari e regole significa poi riempire gli stadi di tifosi sani. Bisogna fare campagne con i campioni perchè essi stessi diano l’esempio. E’ un caso che ci deve aprire gli occhi e spingerci ancora di più a un’azione di questo tipo. Io nello specifico da sei anni scrivo libri per ragazzi proprio per educare a questi valori: sento da vicino il problema e l’episodio in questione mi ha scioccato.
Il ministro dello olandese ha parlato di reazione: ma come ci si può agire di fronte a un fatto del genere? E’ difficile dire cosa possa fare la Federazione Olandese a livello pratico: è un caso di omicidio compiuto da ragazzini, una cosa assurda. Bisognerebbe fare qualcosa di plateale perchè il fatto è grave. Attenzione però.
A cosa?
Non è un caso di pazzia, come di chi va in un centro commerciale e spara sulla folla. E’ lo sfogo di un malessere e un’esasperazione che sono nella quotidianità, basta andare in un campetto e vedere cosa fanno certi giocatori in tribuna, o vedere come gli allenatori educhino esclusivamente al risultato. Nello specifico avrei in mente un provvedimento.
Quale? Si potrebbe abolire per un anno tutte le classifiche dei campionati giovanili olandesi, far giocare solo per il senso e il piacere del gioco, dimenticando i risultati che portano a questa esasperazione. Ipotizzo, ma sono convinto che serva un provvedimento clamoroso di questo tipo.
(Claudio Franceschini)