Scatta oggi uno dei tornei più importanti del golf mondiale, l’Us Open, secondo Major stagionale in programma fino a domenica sul percorso del Merion Golf Club di Ardmore, in Pennsylvania. Gli italiani al via saranno Matteo Manassero, annunciato in gran forma, e Francesco Molinari. Manassero ha vinto il Bmw Pga Championship di Wentworth ed è arrivato quarto nel Nordea Masters di Stoccolma: il 20enne talento azzurro continua la sua crescita, e speriamo che possa regalarci anche questa settimana grosse soddisfazioni. Il favorito per la vittoria finale è comunque il fenomeno Tiger Woods, vincitore di quattro tornei in stagione e quarto nel Masters. Poi c’è un gruppo di altri concorrenti che potrebbero arrivare al successo, fra cui spiccano il numero due del mondo, Rory McIlroy, il vincitore del Masters Adam Scott e Phil Mickelson. Tutti dovranno stare attenti alle insidie del campo che sorge nei pressi di Philadelphia: corto, con spazi angusti ed erba alta, esalterà chi saprà sfoderare il massimo della precisione. Per presentare questi Us Open abbiamo sentito il presidente della Federazione italiana Franco Chimenti. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Per Matteo Manassero giunge al momento giusto questo US Open? Anche se ha appena 20 anni, Manassero è al nono torneo Major e quindi ha già una certa esperienza per questi particolari eventi. E’ reduce da una vittoria nel prestigioso BMW PGA Championship e dal quarto posto nel successivo Nordea Masters, pertanto è in un ottimo momento di forma e quindi ha l’opportunità di sfruttarlo.
Quali sono le sue possibilità? A un campione come lui nulla è precluso.
Potrebbe tradire una certa emozione? Assolutamente no.
Quali saranno invece le possibilità di Francesco Molinari? Anche per Francesco non ci sono limiti. Ha avuto qualche problema fisico, ma è in pieno recupero e ha l’occasione giusta per riproporsi ai vertici.
Tiger Woods cosa potrà fare? Se gioca come nei primi sette tornei stagionali potrebbe tornare a vincere un major dopo cinque anni, ma ha dimostrato una certa vulnerabilità nell’ultima uscita lasciando uno spiraglio aperto ai suoi avversari.
Quali saranno dunque gli altri favoriti? Sicuramente Rory McIlroy, anche se nelle ultime uscite non è apparso al top, Adam Scott, il vincitore del Masters, e Phil Mickelson, reduce da un bel secondo posto domenica scorsa. Un gradino sotto metterei Luke Donald, Sergio Garcia, Lee Westwood, Graeme McDowell, Charl Schwartzel, Martin Kaymer e Louis Oosthuizen.
Qual è il fascino dell’Us Open? Come tutti i Major è un punto di arrivo per qualsiasi giocatore, ma l’US Open ha un significato particolare per gli statunitensi, poiché, entro un certo limite di handicap, possono parteciparvi tutti. E’ anticipato da una lunga serie di prequalifiche e quest’anno il numero delle iscrizioni ha toccato la cifra record di 9.860. Naturalmente arrivano al field definitivo, salvo rarissime eccezioni, solo elementi di una certa quotazione, ma ciò non toglie che questo Major sia il sogno di ogni golfista americano. Poco importa se poi rimarrà per quasi tutti irrealizzabile.
(Franco Vittadini)