Il 2014 è prossimo alla conclusione: i mondiali brasiliani si pongono come evento principale di un’annata che ha visto l’Atletico Madrid intrufolarsi nella diarchia Real Madrid-Barcellona, e le stesse Merengues prendersi l’agognata Decima Champions League sotto la guida di Carlo Ancelotti. Uno dei pochi italiani usciti vincenti da quest’anno solare: purtroppo non si può dire lo stesso di Cesare Prandelli che ha fallito l’appuntamento iridato con la nazionale azzurra. Se non altro ancor peggio ha fatto il Brasile che forse avrebbe preferito uscire di scena prima e meglio, piuttosto che dopo il clamoroso 1-7 ad opera della Germania, poi campione nella finale contro l’Argentina. Per un bilancio sull’annata calcisitica 2014 ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva il giornalista del Guerin Sportivo Roberto Gotta.
Il 2014 è stato l’anno dei mondiali: la vittoria della Germania è l’impresa calcistica dell’anno? Direi proprio di sì, soprattutto per quello che ha mostrato in semifinale contro il Brasile. Come in tutti i grandi appuntamenti anche i mondiali si dividono in due fasi: una prima dove basta superare il turno e la seconda dove conta solo ed esclusivamente vincere. La Germania ha dato il meglio di sè dai quarti di finale in avanti, dimostrando di essere la squadra più matura.
Si aspettava la debacle del Brasile? Sinceramente no, è chiaro che la Germania poteva essere favorita ma una lezione di calcio del genere era inimmaginabile. Anche se non ero sicuro che il Brasile sarebbe arrivato in finale, la sua rosa non era così forte.
Il calcio italiano è tra le delusioni del 2014: con Antonio Conte la nazionale tornerà a vincere? Diciamo che le premesse ci sono, il problema forse è che lo stesso Conte sta mettendo troppi paletti e ostacoli. Come nella riunione con gli allenatori, dove ha chiesto che i giocatori fossero più a sua disposizione. Anche lui però non li dava tanto volentieri quando era tecnico della Juventus…
A proposito di allenatori: Carlo Ancelotti è l’italiano dell’anno? Direi di sì, a questo punto possiamo proprio dirlo. Però mi chiedo cosa sarebbe successo se Sergio Ramos non avesse segnato all’ultimo minuto della finale di Champions League. Ancelotti avrebbe rischiato anche l’esonero, in caso di sconfitta contro i cugini che avevano vinto anche la Liga.
L’Atletico Madrid è stata la vera rivelazione della stagione? Penso proprio che non ci sono dubbi in proposito; una squadra non eccezionale e livello di singoli è arrivata in finale di Champions e ad un passo dal vincerla, oltre che sul trono della Liga contro i colossi Real e Barcellona.
In Serie A la Juventus ha fatto il record di punti nell’anno solare 2014: riuscirà a ripetersi? Difficile anche perché la Roma la contrasterà sempre meglio. Ciò non toglie che pur cambiando allenatore la squadra abbia dimostrato anche in questa prima parte della nuova stagione una forza eccezionale.
Alle forze tradizionali del nostro calcio, Milan Inter e Napoli, si sono affiancate Lazio e Fiorentina ed ora anche le genovesi: perché la Serie A sì è così livellata dietro Juventus e Roma?
Penso che dipenda da alcune scelte sbagliate, in particolare a livello di acquisti. Le nostre società stanno privilegiando gli affari a basso costo, anche a parametro zero e questo non può permettere un grosso aumento di qualità. Le milanesi sono un esempio chiaro: Inter e Milan sono reduci da sessioni di mercato più al ribasso ed appoggiate in modo sbagliato dai mass media.
Cosa cambierebbe nel calcio a livello internazionale e in quello italiano, e cosa manca al nostro calcio per tornare protagonista non solo a livello di risultati? Il calcio internazionale è monopolizzato da cinque-sei supersqaudre e questo non aiuta la crescita dei singoli movimenti. Non a caso quando capita che l’Atletico Madrid vince il campionato viene considerata una sorpresa. In Italia cambierei quasi tutto del sistema calcistico, in particolare non mi piace tutto lo spazio che viene dato ai presidenti. In Inghilterra ad esempio le parole di Preziosi dopo il recente Genoa-Roma non avrebbero avuto tanto risalto.
Tornando ad argomenti di campo, chi è stato il personaggio calcistico del 2014? Cristiano Ronaldo, è vero che nella Liga non ha particolari avversari che lo possano fermare; però la sua forza e la sua classe sono continuamente riaffermate, e in una misura incredibile.
Se avesse anche una nazionale più forte… Il problema del Portogallo è sempre stato quello di non essere concreto, di non avere più giocatori decisivi a livello realizzativo anche nonostante qualche buona intelaiatura di squadra. Il problema della prima punta è praticamente storico per la nazionale lusitana.
Chi è il talento che ruberà la scena nel 2015? Direi Mario Gotze, già consacrato dal gol nella finale mondiale in cui ha dimostrato un coraggio incredibile. E’ un giocatore che ha personalità e questo sommato alla sua grande capacità tecnica potrà fare la differenza nella sua crescita.
(Franco Vittadini)