L’incontro sarebbe avvenuto più o meno un mese fa. In quell’occasione Gino Corioni giocò la sua ultima carta, chiedendo alle banche una mano. I conti non tornavano da tempo: troppe spese, forse investimenti sbagliati o costi troppo alti per continuare a fare calcio in provincia a certi livelli. Il colloquio, racconta una fonte a ilsussidiario.net, sarebbe durato quasi un’ora e il “Pres” sarebbe uscito con una promessa: l’acquisto delle quote del Brescia in caso di Serie A, altrimenti nessun aiuto, liberi tutti e addio calcio. L’era Gino Corioni, presidente amato e odiato dai tifosi, l’uomo che portò Baggio e Guardiola ma che non riuscì mai a far entrare Brescia nel calcio che conta, finì lì, in quelle stanze fredde di una giornata di marzo. Le crepe però si erano già intraviste alcuni mesi prima con alcune mosse che, per chi seguiva da vicino le vicende della Leonessa, erano sembrate subito molto preoccupanti. Prima l’addio del duo Micheli-Mantovani, ingaggiati in blocco dal Napoli di De Laurentiis. Due dirigenti che avevano fatto grande il vivaio della Leonessa, scovando giovani giocatori che poi erano esplosi, portando molti soldi nelle casse biancazzurre. Poi la messa in vendita, mai successa in passato, di giovani talenti della Primavera come Tassi e Leali, due promesse già nel mirino delle big. Infine altri piccoli screzi: da un dualismo mai sanato tra il ds Nani e il consulente Maifredi, ad alcune beghe interne allo spogliatoio, da una parte chi voleva Iachini e dall’altra chi preferiva cambiare la guida tecnica, con la vittoria dei primi che ottennero, alcuni mesi dopo, il ritorno del tecnico marchigiano, esonerato a dicembre.
Ora, dopo la sconfitta con il Genoa, la serie B è ormai dietro l’angolo, Corioni ha esplicitato il suo ultimo grido disperato, tentando di dare quella scossa decisiva alla squadra e a un ambiente, quello bresciano, sempre freddo nei confronti della squadra cittadina. “La mia era a Brescia è finita. La città è troppo grande per meritare un presidente piccolo come me” ha spiegato oggi, con lo sguardo perso nel vuoto, a una pattuglia di cronisti . Lo stesso identico sfogo di un mese fa, quando capì, da banchieri in giacca e cravatta, che il Brescia Calcio, la sua creatura a cui era stato vicino anche durante una brutta malattia, non sarebbe più stato roba sua. Oggi, 19 aprile 2011, finisce l’era Corioni. L’ ultima pagina di un lungo romanzo durato vent’anni è stata scritta oggi, con l’annuncio ufficiale dell’addio. Questa volte per sempre.
(f.mont.)