Il Napoli va il Barca. Letteralmente. L’onore di affrontare al Camp Nou i campioni d’Europa per un’amichevole di stralusso, miglior presentazione possibile per la stagione che porta il Napoli nell’Europa che conta si trasforma in una figuraccia. Resta da capire se il calcio dei grandi è ancora troppo per il Napoli di Mazzarri ma di sicuro lo è il Barcellona che stritola i partenopei e regala una goleada ai 60.000 spettatori arrivati al Camp Nou per il Trofeo Gamper. Quella che si è vista ieri sera è stata una vera e propria lezione di calcio, e pensare che in campo, almeno nel primo tempo c’era un Barcellona sperimentale, con due giovanissimi in difesa, Keita, Thiago Alcantara e Kiko a centrocampo, Fabregas, Fermenia e Villa in attacco. Insomma, molti big erano comodamente seduti in panchina, mentre i compagni facevano a fette i ragazzi di Mazzarri che hanno di fatto deposto le armi già dopo la prima mezzora, quando erano già sotto di due gol messi a segno da Fabregas e Keita. E pensare che il Napoli era passato in vantaggio con un eurogol, degno di onorare cotanto stadio e cotanto avversario: cross di Maggio e Cavani che insacca in rovesciata. Gol annullato per fuorigioco di Hamsik al nono minuto del primo tempo. Nei primi minuti anche un paio di accelerazioni di Lavezzi, comunque l’unico degli azzurri a meritare la sufficienza. Poi il vuoto. Il centrocampo di Guardiola inizia a carburare, Iniesta detta calcio, e i suoi compagni lo seguono mentre un grande guerriero come Inler praticamente non vede un pallone. Frustrante. Cosa ci poteva fare il Napoli contro questa orchestra? Probabilmente lottare di più, ma con i cambi dell’intervallo la situazione è ancora peggiore. Pedro, per esempio, entra e in una manciata di minuti prende due pali, il terzo lo prende il giovane Cuenca. C’è anche Messi, dentro al 12 esimo al posto di un ottimo Fabregas, e via di Tango: slalom in area con Campagnaro, Cannavaro e Britos che sembrano birilli. Pedro segna il 3 a 0 al sedicesimo minuto della ripresa, Messi il quarto e il quinto entro il trentesimo. Mazzarri è sembrato giustamente rassegnato a un avversario semplicemente troppo forte: “Per noi questo era un test importante in chiave Champions League – ha spiegato al termine della gara – Abbiamo giocato contro i migliori al mondo, non ci hanno fatto mai giocare né quando avevano la palla né quando non ce l’avevano. Non sono un altro pianeta rispetto al calcio italiano ma rispetto al mondo”.