José Mourinho e la Champions League. Una storia d’amore che dura da anni. Con tante pause, ma ben due viaggi in paradiso. Uno nel 2004 con il Porto, l’altro l’anno scorso con l’Inter. E ora a Madrid, sponda Real, si aspettano l’atto terzo.
Lo Special One è pronto. Non vede l’ora di riassaporare l’aria della massima competizione per club in Europa. Lo dice chiaro e tondo ai microfoni di Real Madrid tv, l’emittente delle merengues.
“Mi piacciono le gare a eliminazione diretta, sono partite per gente forte mentalmente, c’è grande pressione e sono decisivi i dettagli. Ricordo l’eliminazione dello scorso anno del Real, fuori con il Lione. Dopo lo 0-1 dell’andata al ritorno il Real ha avuto la palla del 2-0 già nel primo tempo, poi nella ripresa ha subìto il pareggio dei francesi ed è andato a casa. Quando arriva la Champions più che le pressioni io sento una gran voglia di scendere in campo e giocare. Nelle gare ad eliminazione diretta devi analizzare minuziosamente i tuoi avversari, non devi mai pensare di risolvere tutto nella gara di ritorno, devi giocare per chiudere la pratica già all’andata, che giochi in casa o in trasferta non importa, devi pensare a vincere”.
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Proprio dal Lione riparte l’avventura in Champions del Real Madrid. Stavolta, però, con il portoghese in più in panchina. Mourinho ne approfitta per incensare uno dei suoi giocatori. Forse il meno galactico ed acclamato di tutti nella capitale spagnola. “Arbeloa, il tipo di giocatore che non conquista la gente perché non è Maradona né Zidane, è un altro tipo di calciatore, però quando scende in campo non è mai da 6 in pagella, è sempre tra il 7 e il 9”. Parola di José.