Mentre le altre squadre in crisi corrono ai ripari affidando al mercato di riparazione le loro speranze di rinascita, la Roma ha in casa il suo asso da giocare. Francesco Totti, che dal 19 aprile gioca ad intermittenza e che in questa stagione, tra campionato e coppe, ha disputato solo 100 minuti totali, sta per tornare. Infortunatosi durante Roma-Livorno, viene operato il giorno successivo, 20 aprile, al crociato del ginocchio destro. 117 i giorni di stop assoluto, ad agosto l’inizio della riabilitazione e il 24 il ritorno in campo contro l’Inter in occasione della Supercoppa di Lega, persa ai rigori. Poi, come detto, una manciata di minuti giocati in Coppa e Campionato, dove il 20 settembre ha fatto l’ultima apparizione.
Dopo la pausa il capitano potrebbe tornare. E sarebbe fondamentale per Spalletti poterlo schierare, visto che il 18 ottobre si gioca contro l’Inter e che la squadra, dopo le espulsioni di Mexes e Panucci, è già di per se in emergenza. Certo, potrebbe essere un Pupone non ancora al 100%. Ma uno come lui può fare la differenza, sempre. Come carisma, come carica che dà alla squadra. E, soprattutto, a livello tecnico-tattico dal momento che solo i suoi movimenti e la sua posizione consentono gli inserimenti di Perrotta, una delle chiavi del successo dell’anno passato.
La tendinite rotulea che affligge il suo ginocchio destro, decorso naturale di un’operazione come quella cui è stato sottoposto mesi fa, è sempre in agguato: quando sembra passata, l’infiammazione torna a farsi sentire. Unica terapia, il riposo. Ora ci sono due settimane per gestire al meglio la situazione. Lui, di certo, vorrebbe esserci. Ma affrettare il recupero potrebbe essere deleterio per un ginocchio che a 32 anni ha preso più calci di un pallone.