E’ di Novak Djokovic il titolo 2014 dell’ATP Master 1000 di Miami. Per il serbo una vittoria netta: schiantato il numero 1 del mondo Rafa Nadal con il punteggio di in poco più di un’ora: un trionfo, a due sole settimane di distanza dalla vittoria di Indian Wells. La finale si preannunciava combattuta, l’ennesimo capitolo di una rivalità che toccava oggi le quaranta sfide: non c’è mai stata storia invece, con Djokovic che dopo i primi cinque game di studio ha accelerato e preso il servizio a Nadal, andando a chiudere in 39 minuti. Nel secondo parziale il serbo ha addirittura accelerato: break alla prima occasione, confermato fino al 5-3 quando Nole si è costruito due match point e ha sfruttato il primo, chiudendo a rete uno scambio prolungato. Sempre padrone del gioco, Djokovic ha sfruttato alla grande i punti deboli odierni di Nadal, che non è riuscito a imprimere la solita profondità ed effetto ai suoi colpi e nei game in risposta non ha mai avuto una singola possibilità, se non nel primissimo game della partita. La chiave è stata questa: la solidità al servizio del numero 2 al mondo, che ha chiaramente messo pressione a Rafa che non ha mai avuto nella battuta il suo colpo migliore. Con questo successo Nole accorcia su Nadal negli scontri diretti: adesso siamo per lo spagnolo, ma il dato che interessa di più è che gli ultimi tre li ha sempre vinti il serbo, che prende una decisa inerzia in quella che è la grande rivalità dei giorni nostri, almeno in termini di partite giocate. Per Djokovic inoltre si tratta come detto del secondo Master 1000 consecutivo, il quarto a Miami dopo quelli del 2007, 2011 (sempre contro Nadal in finale) e 2012, e il diciottesimo in carriera, una cifra che lo pone alle spalle dei soli Nadal (26) e Roger Federer (21), scavalcando Andre Agassi fermo a 17. Inoltre, è il 43esimo trofeo della sua carriera. Per quanto riguarda Nadal, la sua stagione rischia adesso di trasformarsi in un inseguimento: lo spagnolo ha tantissimi punti da difendere per preservare il primo posto, in questo Djokovic ha un vantaggio che esprime anche sul campo. Per fortuna del maiorchino sta per iniziare la stagione sulla terra, il suo regno indiscusso: qui sarà Nole che dovrà difendersi dal suo grande avversario. Per adesso però il vero padrone della stagione 2014 è lui.
Novak Djokovic si aggiudica il primo set per 6-3 in 39 minuti di gioco. Il break decisivo per il serbo arriva al sesto game: da quel momento in avanti Nadal non riesce più a tenere testa al numero 2 del mondo che da fondo campo è una macchina e sfrutta ogni minimo colpo che gli arriva leggermente più corto dall’atra parte della rete. C’è forte vento in campo, i giocatori però non sembrano esserne troppo disturbati; il colpo del set è di Nadal, che legge la traiettoria di uno smash di Djokovic e usando la racchetta come un uncino va a prendere la palla ben sopra la linea delle spalle e trova la linea di fondo. Nole chiama il falco, ma ha torto. Poco male: il primo set è suo.
Ci siamo: la finale di Miami è servita. E’ questa sera, alle ore 20.30 italiane quandoin Florida saranno le 14.30 (ripristinate nella notte le sei ore di differenza con la costa Est degli Stati Uniti). Non potremmo aver desiderato di meglio: sarà Rafael Nadal-Novak Djokovic, i primi due giocatori non solo del tabellone di quello che una volta era conosciuto come il torneo di Key Biscaine ma anche del mondo. Si tratta di un ATP Master 1000, la categoria più importante e prestigiosa a parte gli Slam: l’appuntamento è su Sky Sport 2, canale 202 del satellite che offre anche lo streaming video a tutti gli abbonati, e in modo gratuito, grazie all’applicazione Sky Go. In più ci sarà il live score ufficiale del sito del circuito ATP, e gli aggiornamenti di Twitter sull’account ufficiale @ATPWorldTour. Dunque, siamo al capitolo numero 40 di questa straordinaria rivalità: la diciannovesima finale, la quattordicesima negli ultimi sedici precedenti. Eppure questo duello, il più giocato a livello ATP, forse non resterà nell’immaginario collettivo come epico: gli appassionati ricorderanno magari con più enfasi la sfida infinita tra Nadal e Roger Federer (che hanno giocato 9 partite in meno) più che altro perchè lo spagnolo è stato il primo a minacciare il regno dello svizzero e a derubarlo di Slam e vetta mondiale. In più c’è la differenza di stile: tra Rafa e Nole è un braccio di ferro da fondo campo, due che picchiano fortissimo. Tuttavia, anche se le partite giocate da questi due sono la metà esatta (con quella di stasera) di quelle che hanno visto protagoniste Chris Evert e Martina Navratilova, e anche se tra i due l’amicizia non è quella, la sfida Nadal-Djokovic è meritevole di restare negli annali perchè questi due giocatori hanno monopolizzato gli ultimi tre anni del circuito ATP, con qualche incursione di Andy Murray e un ultimo tentativo di Federer di essere competitivo quanto loro. Nei precedenti comanda Nadal: il conto, ma Djokovic ha portato via gli ultimi due, ovvero le finali di Pechino e degli ATP Championships, laddove però Nadal ha vinto gli ultimi tre incroci negli Slam. Entrambi non hanno giocato la loro semifinale: incredibilmente, quasi come se ci fosse fretta nel vederli all’opera, sia Tomas Berdych che Kei Nishikori, i loro avversari, si sono ritirati lasciando campo libero. Certo Nadal e Djokovic avrebbero comunque potuto vincere le loro partite e ritrovarsi in finale senza questo inconveniente, ma di certo così hanno risparmiato energie e questo per loro non può che essere un bene visto che lo scontro di questa sera si preannuncia durissimo. A Miami i precedenti sono due: nel 2007, quarti di finale, vinse Djokovic 6-3 6-4; nella finale del 2011 altro successo del serbo 4-6 6-3 7-6. Sul duro naturalmente il serbo è favorito: lo dicono anche i precedenti, 12-7. Tuttavia Nadal è cresciuto tantissimo anche su questa superficie, e lo scorso anno è stato imbattuto sul cemento per tutta la stagione fino a dopo gli Us Open, vincendo a Indian Wells, Montréal, Cincinnati e Flushing Meadows.