Il Tribunale Nazionale Antidoping ha inflitto tre anni e mezzo di squalifica ad Alex Schwazer. La Procura Antidoping del Coni aveva chiesto quattro anni di squalifica per il marciatore, ma la sentenza ha stabilito un piccolo sconto di pena. Lo stop è retroattivo e parte dal 31 luglio 2012, quindi terminerà il 30 gennaio 2016. Così in teoria Schwazer potrebbe partecipare alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, in programma dal 5 al 21 agosto 2016. Alex ha commentato duramente la sentenza, che si aspettava più clemente: “La pena definitiva sarà minore, ho fiducia. Mi aspettavo una sentenza più favorevole, pensavo di essere stato trasparente dopo il grande sbaglio che ho fatto. Confidavo in una maggiore comprensione, io ho comprato l’Epo da solo, non posso dire ‘me l’ha data qualcuno’. Chi si dopa e non dice niente va via con due anni e invece io… Ho tante cose da fare nella mia vita, non sto malissimo, certo la squalifica non posso accoglierla positivamente. Non sto pensando a quando rientrare e a come rientrare. Per il mio ego non è facile sentire tre anni e mezzo. Spero di spazzare via l’etichetta: tutta la mia vita, salvo un episodio, è stata senza doping. Ma non è che vieni facilitato, sono stato trattato in maniera molto severa. Nessuno ha detto ‘hai sbagliato ma ora ti aiutiamo’, ho sentito solo accuse”. I suoi avvocati valuteranno la possibilità di fare ricorso: “Anche nella sentenza c’e’ scritta una possibilità di sospensione parziale della pena”. Da qualche settimana, Schwazer ha “ricominciato a muoversi”, dopo il rigetto del periodo successivo alla positività del 30 luglio. Si era allora a pochissimi giorni dalle gare dei Giochi di Londra 2012, quando l’altoatesino era uno dei grandi favoriti per le gare di marcia, soprattutto per la 50 km di cui è stato campione olimpico a Pechino 2008. La difesa ha puntato soprattutto a contenere i danni contestando le anomalie riscontrate dagli esperti nel passaporto biologico di Alex.