E’ iniziata bene l’avventura delle squadre italiane nella Youth League 2013/2014, il campionato europeo riservato alle formazioni giovanili Under 19. A questa manifestazione partecipano le stesse squadre dei rispettivi club impegnati in Champions League, con gironi e calendario identici e, unica differenza, turni a partita secca dagli ottavi di finale in poi. E’ una competizione importante che permetterà di vedere il livello dei nostri vivai, magari con la presenza di qualche talento del futuro, che potrebbe presto calcare i campi di serie A. Le formazioni spagnole e tedesche sembrano le favorite per il successo finale della Youth League, ma le nostre squadre avranno comunque buone possibilità di figurare; forse qui non conta tanto il risultato finale, quanto la sodisfazione di veder arrivare qualche giovane promessa fino ai campi della serie A. Ad ogni modo, le nostre hanno iniziato bene, con due vittorie e un pareggio (clicca qui per i risultati della prima giornata). Per parlare di Youth League abbiamo sentito Vincenzo Chiarenza, uno dei tecnici più preparati sul calcio giovanile italiano, già vincitore di tanti trofei con la Primavera della Juventus. Eccolo in questa intervista esclusiva rilasciata a IlSussidiario.net.
Youth League, prima edizione: condivide questa manifestazione? Direi proprio di sì, perchè confrontarsi con squadre di altre nazioni è una cosa molto positiva, aiuta sicuramente a migliorare il calcio giovanile italiano. E poi è sempre una manifestazione importante.
Forse però, trattandosi della Champions League giovanile, sarebbe stato meglio dare spazio alle vincitrici dei rispettivi campionati.. Il regolamento con il tempo potrebbe essere perfezionato, e chissà che non possa davvero essere così in futuro.
Che differenza c’è, come prestigio e possibilità, rispetto alla NextGen Series che in molti chiamavano la “Champions League” dei giovani? La Youth League è certamente più importante, perchè nell’altra venivano invitate solo alcune squadre. Mi sembra che ci sia più difficoltà adesso ad affrontare le partite di questa competizione.
La formula ricalca quella della Champions League principale: quante energie porta via rispetto al campionato? Nessuna, perchè i calciatori che giocano sono tutti giovani. Non è un problema per loro disputare entrambe le manifestazioni.
Il torneo è stato pensato per far acquisire esperienza e maturità internazionale ai giovani: crede che possa essere una risorsa per i vivai italiani e per le prime squadre affinchè attingano sempre più dalle giovanili? Da una parte sì: una manifestazione così aiuta senz’altro a far crescere i vivai, che si confrontano con realtà al di fuori del nostro Paese. Dall’altra parte, la mia opinione è che quando un calciatore è giovane bisognerebbe farlo giocare comunque in prima squadra, se è bravo.
Quali sono le formazioni da temere maggiormente? Le formazioni spagnole sono molto forti, utilizzano anche metodologie di allenamento molto importanti. E poi le squadre tedesche, altrettanto competitive. Noi comunque non siamo da meno: il nostro calcio giovanile è tra i migliori d’Europa.
Le possibilità delle italiane sono buone? Quale le sembra la più attrezzata? Vedo bene il Milan, mi sembra molto forte. Mi sembra invece presto dire quali siano le squadre favorite per la “Youth League”, bisognerà aspettare di entrare più in profondità nel calendario.
Tra i giocatori impegnati nelle italiane, c’è qualcuno da tenere d’occhio in particolare? Non lo so, aspettiamo che si giochino alcune partite per vedere quale calciatore verrà veramente alla ribalta.
(Franco Vittadini)