La cessione dell’Inter e il conseguente passaggio della società di Via Durini dalle mani del suo storico presidente Massimo Moratti al magnate indonesiano Erick Thohir, sembra oramai cosa fatta, nonostante la frenata del quasi ex presidente: “Manca ancora un mese”. Gli interrogativi di calciomercato però non si placano: quali sono i dettagli dell’operazione? Moratti rimarrà in qualche veste? I tifosi neroazzurri sono impazienti di conoscere il futuro della Beneamata, sperando di essersi affidati in mani sapienti e pronte a metter mano al portafoglio già nel calciomercato di gennaio. Per approfondire il giallo e il tormentone di calciomercato di quest’estate abbiamo contattato Mauro Bottarelli. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Moratti ha nutrito da subito dubbi sulla solidità della proposta di Thoir e degli eventuali partner, affidarsi a una cordata, come è risultato nelle ultime ore, implica la mancanza di un capitalo saldo e totalmente affidabile. E per di più: questa decantata cordata quanti soldi ha da mettere sul piatto? Insomma, come se Moratti avesse avuto la sensazione di trovarsi di fronte un James Pallotta con meno soldi; non convincente appieno
Gli ostacoli e i motivi di rinvio sono dunque rivendicabili a una differente cultura degli affari e forse all’inesperienza del compratore nel settore?
Thohir, che viene dall’altra parte del mondo, ha oggettivamente poco esperienza nel trattare una squadra di calcio, nonostante le partecipazioni in diversi sport che detiene. Ci sono da aggiungere inoltre i problemi futuri legati all’organizzazione stessa della società: Thoihr porterà o meno con sé i suoi uomini di fiducia, svuotando di fatto l’Inter dei suoi uomini fidati fino ad oggi? O gli uomini di Moratti rimarranno in Poltrona? Sommato al fatto di vedere una squadra storica cambiare bandiera, issando quella indonesiana. Per finire, Moratti voleva, vuole tuttora, testarE la volontà del compratore di impegnarsi concretamente nella costruzione dello stadio di proprietà. E poi ancora, questa cordata di imprenditori indonesianI, quanto ha da mettere?
E la dichiarazione odierna di oggi di Moratti (“Ci vuole ancora un mese”) può essere letta come il tentativo di far saltare il banco, sperando nell’intromissione di qualche compratore – che però in tutti questi mesi non ha bussato alla sua porta – o è forse il modo per cercare di alzare, magari anche di poco, la cifra dell’affare? Oppure, semplicemente, fa parte del gioco?
Innanzitutto a proposito della cifra, non siamo neanche lontanamente alle sparate che si leggono e sentono in giro: la cifra sulla quale si sta discutendo è di circa 250 milioni di euro. E non penso si tratti di una questione a tal riguardo. Non penso inoltre sia il disperato tentativo di accalappiare con l’amo un eventuale compratore, visto che in tutti questi mesi nessuno si è intromesso nella trattativa tra lui e Thohir. I tempi tecnici effettivamente si aggirano sui 20 giorni. Ma ritengo sia piuttosto il modo per addolcire la pillola per i tifosi, preoccupati di vedere la propria amata squadre ceduta nelle mani di un indonesiano che di calcio, molto probabilmente, non ne capisce troppo.
Per chiudere, si può quindi sbilanciare e prevedere che la futura presidenza Thohir avrà ben poco in comune con le esperienze degli sceicchi arabi alla guida del Manchester City e del Psg?
Thohir è sicuramente disposto a spendere e non è un bluff, ma visto le dinamiche e le tempistiche con le quali si sta trascinando la trattativa, non penso disponga effettivamente di un conto in banca paragonabile ai magnati di cui sopra. In conseguenza non aspettiamoci campagne faraoniche targate Thoir. E ricordiamoci bene che la stessa economia indonesiana è in forte congiuntura; i mercati sono in crisi e la Banca Centrale sta facendo di tutto per far sì che la Rupia non si svaluti
(Fabio Franchini)