Dopo la Champions, torna in campo anche l’Europa League con le due semifinali Benfica-Braga e Porto-Villarreal. Quattro squadre assolutamente attrezzate, a conferma che il livello medio di questa competizione è piuttosto alto, o quantomeno molto meno peggio di come viene percepito in genere. Di Europa League e non solo abbiamo discusso con Alec Cordolcini, esperto di calcio internazionale, redattore del Guerin Sportivo e del mensile Calcio2000. In particolare, al centro della nostra conversazione, il mercato, con un occhio ai migliori talenti messi in vetrina dalle semifinaliste.
Cordolcini, l’Europa League è arrivata ormai alle semifinali. Secondo lei sono arrivate in fondo le squadre che più lo meritavano?
Credo proprio di sì. Risultati alla mano, soprattutto Porto e Villarreal hanno fatto un percorso lineare. In generale credo che l’Europa League sia un buon torneo, al di là del fatto che 3 semifinaliste su 4 siano espressione di un campionato considerato non eccelso come quello portoghese. Non dimentichiamo che in questa competizione abbiamo visto squadre blasonate quali Manchester City, Liverpool o Juventus.
Come giudica lo snobismo delle nostre squadre verso questo torneo? Non crede sia un atteggiamento fin troppo presuntuoso, considerando anche il livello declinante del nostro calcio?
Io penso che il discorso dello snobismo regga fino ad un certo punto. Palermo e Juventus, ad esempio, mi pare che abbiano affrontato l’Europa League più o meno con i migliori effettivi. Se sono uscite già durante la fase a gironi, è stato più per i loro limiti che per un discorso di mentalità. Ritengo che solo il Napoli abbia fatto una discreta figura. Gli azzurri hanno avuto la sfortuna di trovare sulla loro strada una squadra come il Villarreal anche se comunque si sono battuti fino in fondo.
Tra le semifinaliste, la più forte sembra il Porto di Villas Boas. Come valuta questo allenatore, già definito da più parti il ‘nuovo Mourinho’?
C’è qualche speranza di vederlo in Italia? Villas Boas ha un curriculum breve ma impeccabile. Ha fatto molto bene all’Academica, un piccolo club portoghese, prima dell’arrivo al Porto. Con i Dragoni ha sempre garantito un calcio di buon livello. Leggendo i giornali lusitani, io credo che lui si trovi ad un bivio. Non sa se continuare in Champions la sua opera alla guida del Porto oppure se accettare le lusinghe di altri club. Quanto alle italiane, si è parlato della Roma ma mi pare un accostamento piuttosto forzato. Al momento la società giallorossa è ancora un grosso punto di domanda ed a livello internazionale non ha chissà quale appeal. Già la pista-Juventus, se non altro per il blasone dei bianconeri, mi pare più percorribile, nonostante i ben noti problemi della squadra.
Tra l’altro, il Porto può essere considerato una vetrina di altissimo livello. Dei vari Hulk, Falcao: chi consiglierebbe alle italiane?
Il brasiliano Hulk sta facendo bene da diversi anni mentre Falcao è stata più una sorpresa. Io vedo bene principalmente due giocatori: Joao Moutinho, che è un po’ il geometra del centrocampo del Porto, l’uomo che detta i tempi ed il difensore argentino Otamendi, che ha disputato un brutto Mondiale ma si è riscattato alla grande in questa stagione.
Nel Benfica gioca invece quel Fabio Coentrao cercato dai maggiori club del continente. Sarebbe un acquisto azzeccato secondo lei?
Direi proprio di sì, anche se visto il valore ed il costo può essere adatto solo a club di primissima fascia. Non so in Italia chi possa permetterselo. E poi ha fatto anche un gran Mondiale…
Continuiamo la nostra rassegna col Villarreal: Giuseppe Rossi e Borja Valero, chi può venire da noi?
Se Rossi è corteggiato dal Barcellona, come si legge sui giornali, un suo ritorno in Italia lo vedo difficilissimo. Quando ti cerca un club come il Barça è difficile andare altrove. Costa tanto, sui 30 milioni, non so se la Juve, che è sulle sue tracce, è disposta ad un esborso simile. Anche se vedendo le cifre spese la scorsa estate dai bianconeri, tutto può essere. Borja Valero sarebbe invece un acquisto eccellente per il Napoli e per qualunque altra squadra italiana. Anche se è vero che gli spagnoli non hanno quasi mai brillato da noi anche sepuò essere la classica eccezione alla regola. E’ un centrocampista molto intelligente tatticamente ed ha i tempi giusti.
Lei, Cordolcini, è un grande esperto soprattutto di calcio olandese. Tra i vari talenti sfornati quest’anno dall’Eredivisie, ce n’è qualcuno già pronto per la serie A?
Bisogna fare i complimenti all’Inter che ha già preso Castaignos, un classe ’92 reduce da un campionato da titolare con la maglia del Feyenoord, in cui ha raggiunto la doppia cifra. Non so quanti alla sua età possano dire di aver fatto altrettanto. Spero per lui però che non vada in prestito; meglio un anno da quarta punta, piuttosto. Poi c’è il Napoli che ha quasi chiuso per Matavz del Groningen, mi pare che balli ancora un milione di differenza. Lo vedo bene ma ha bisogno di tempo per affermarsi definitivamente; un primo anno da vice Cavani può essergli utile. Un giocatore che è già una certezza, nonostante la giovane età, è Van der Wiel, anche se non ha brillato ai Mondiali in Sudafrica. L’unico difetto, per così dire, è la sua notorietà; ha ormai un prezzo molto alto, sarà dura prenderlo. Altri due talenti messisi in luce quest’anno sono Van Wolfswinkel dell’Utrecht e Sigthorsson dell’AZ Alkmaar. Nel loro caso, aspetterei però un altro anno prima di prenderli. Vengono da una buona stagione, ma c’è bisogno di ulteriori conferme sul loro valore.
(Alessandro Basile)