Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini sono definitivamente radiati dal calcio italiano. Questo è il verdetto emesso dall’Alta Corte di Giustizia Sportiva del Coni, massimo organo della giustizia sportiva in Italia, che ha confermato le precedenti sentenze rigettando i ricorsi presentati dall’ex direttore generale della Juventus, dall’ex amministratore delegato della società bianconera e dall’ex vice-presidente della Federcalcio. La decisione è stata presa dall’organismo presieduto da Riccardo Chieppa ed è stata ufficializzata questa mattina con un comunicato che riporta il solo dispositivo, dunque per conoscere le motivazioni bisognerà ora aspettare alcuni giorni. In ogni caso, si conclude così l’iter della giustizia sportiva per quanto concerne un provvedimento che era già indicato nelle prime sentenze di Calciopoli, ma che era a lungo rimasto bloccato in attesa che la “richiesta di preclusione” fosse trasformata nella “preclusione” vera e propria. Ricordiamo che infatti si è parlato a lunga di “proposta di radiazione” per i tre grandi dirigenti che la giustizia sportiva – e anche la giustizia penale, almeno nel primo grado di giudizio del processo che si è svolto a Napoli – ha identificato come principali componenti della cosiddetta “Cupola” che governava il calcio italiano fino al 2006. Il presidente della Figc Giancarlo Abete decise infatti di chiedere proprio alla Corte di Giustizia federale e quindi all’Alta di Corte di Giustizia Sportiva presso il Coni un parere su chi avrebbe dovuto prendere la decisione della “preclusione”. Il punto della questione era se fosse necessario un passaggio solo formale o un nuovo processo. Dopo un lungo approfondimento si era suggerita una nuova norma di giustizia per indicare il percorso giuridico-sportivo, con l’approvazione dalla Federcalcio. Così si era svolto un nuovo processo davanti alla Commissione disciplinare, con un nuovo durissimo atto d’accusa del procuratore Stefano Palazzi, che portò nuovamente a una sentenza sfavorevole a Moggi, Giraudo e Mazzini: la sentenza di radiazione arrivò il 15 giugno e fu ribadita poi il 9 luglio 2011 anche dalla Corte Federale. Quindi è l’ultima parola è toccata all’Alta Corte di Giustizia presso il Coni: per la giustizia sportiva la triste vicenda finisce qua.
Sarà però davvero l’ultima parola? Dipenderà naturalmente dalla volontà dei tre radiati, che però a questo punto possono percorrere solamente strade esterne al sistema di giustizia sportiva, come un tribunale civile italiano o addirittura la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
(Mauro Mantegazza)